Il parere di...

Revisione direttive efficienza e prestazioni energetiche edilizia: la posizione di FIRE

Secondo la Federazione “sarebbe meglio togliere l’addizionalità per l’art. 7 della direttiva EED – opzione che richiederebbe un accordo fra i Paesi membri – o quantomeno modificare l’allegato della proposta COM(2016) 761 come proposto nella memoria, al fine di contenere alcuni costi”

giovedì 9 febbraio 2017 - Redazione Build News

1_a_b_efficienza-energetica-5

La Commissione europea ha presentato alla fine dello scorso anno due proposte di revisione della direttiva efficienza energetica EED – COM(2016) 761 – e della direttiva sulle prestazioni energetiche dell’edilizia EPBD – COM(2016) 765. Esse mirano ad estendere al 2030 il raggio di azione delle direttive esistenti e a introdurre alcune razionalizzazioni e modifiche in un’ottica di rafforzamento delle politiche rivolte all’efficienza energetica.

Di seguito il direttore di FIRE, Dario Di Santo illustra la posizione della Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia presentata all’audizione alla Commissione X del Senato il 2 febbraio.

Alcuni aspetti del pacchetto proposto dalla Commissione europea sono del tutto condivisibili – ad esempio l’attenzione posta al contrasto della fuel poverty, alla misura dei consumi, alla mobilità elettrica, etc. –, ma alcuni elementi sono opinabili e potrebbero avere più effetti negativi che positivi.

Il principale elemento di attenzione evidenziato da FIRE riguarda la definizione degli obiettivi. La proposta di revisione della direttiva efficienza energetica contiene anzitutto un obiettivo globale di riduzione dei consumi a livello UE del 30% al 2030. I singoli Paesi membri non sono tenuti al raggiungimento di questo target. Ciò che conta è che cumulativamente i consumi dell’Unione scendano a sufficienza. Anche in ragione di questa flessibilità si tratta di un obiettivo troppo modesto, soprattutto in considerazione dell’Accordo sul clima di Parigi del 2015 (del resto diversi studi avevano indicato come più adeguato un target del 40% già negli anni precedenti alla COP21).

Il secondo obiettivo proposto dalla Commissione si riferisce all’obbligo per i singoli Paesi di migliorare dell’1,5% annuo la propria efficienza energetica, già previsto al 2020 ed esteso fino al 2030. Tale obiettivo può apparire modesto rispetto al primo, ma c’è una differenza sostanziale: in questo caso, infatti, si conteggiano solo i risparmi energetici addizionali. Come FIRE ci siamo già espressi in passato in modo negativo a proposito dell’addizionalità #(cosa sia è spiegato in questo articolo: www.dariodisanto.com/non-di-sola-addizionalita-vivono-certificati-bianchi). Sebbene essa appaia teoricamente utile per comprendere la capacità di uno schema di incentivazione od obbligo di promuovere interventi che non si sarebbero comunque realizzati, nella pratica risulta di difficile applicazione. Il progetto ENSPOL, in cui sono stati analizzati tutti gli schemi di policy europei collegati all’art. 7 della direttiva EED, evidenzia come la situazione fra i vari Paesi membri sia piuttosto variegata e spesso deficitaria in termini di addizionalità, e come la sua applicazione nell’ambito del meccanismo dei certificati bianchi in Italia sia fra le più avanzate. Tanto avanzata che i risparmi conteggiabili nell’ambito dello schema dei TEE si siano attestati ben sotto i 3 Mtep negli ultimi anni (di cui un terzo circa rendicontabile per gli obiettivi al 2020, come indicato a pagina 9 della memoria presentata in audizione).

La Commissione nella proposta innalza decisamente l’asticella dell’addizionalità, nonostante le esperienze europee non forniscano una base che giustifichi tale scelta, rendendo di fatto l’obiettivo dell’art. 7 estremamente difficile da raggiungere, anche confidando in future innovazioni tecnologiche. Un rischio inutile, tanto più che i risparmi addizionali non sono meglio di quelli non addizionali per gli scopi dell’Accordo di Parigi (in alcuni casi non lo sono nemmeno dal punto di vista economico). Il rischio è che tutto dipenda da quanto un Paese decida di essere furbo nel fissare le baseline su cui definire l’addizionalità.

In altre parole FIRE ritiene che sarebbe meglio togliere l’addizionalità per l’art. 7 della direttiva EED – opzione che richiederebbe un accordo fra i Paesi membri – o quantomeno modificare l’allegato della proposta COM(2016) 761 come proposto nella memoria, al fine di contenere alcuni costi. Di certe si ritiene utile un approfondimento a livello governativo e ministeriale su questi aspetti. Scelte sbagliate in tema di obiettivi potrebbero avere ricadute negative sull’applicazione della direttiva EED e, soprattutto, non favorire la crescita dell’efficienza energetica come auspicato.

Fra gli altri temi evidenziati da FIRE con riferimento alle due proposte comunitarie segnalo:

- l’utilità di modificare i soggetti sottoposti all’obbligo delle diagnosi energetiche e la possibilità di promuovere la diffusione di sistemi di monitoraggio in grado di aiutare le imprese a gestire al meglio le utenze energeticamente più significative, nonché di stimolare la promozione degli interventi realizzati nei bilanci sociali e ambientali delle imprese (ad oggi tali interventi sono spesso trascurati in termini di evidenziazione, a favore di altri più semplici da “vendere”, ma non per questo più interessanti);

- l’importanza di dare maggiore stimolo all’adozione di sistemi di gestione dell’energia, chiarendo ad esempio che sono esonerati dall’invio di diagnosi (un punto ancora non scontato nel nostro Paese);

- una proposta che favorisca la diffusione di clausole contrattuali capaci di favorire la realizzazione di interventi di efficienza energetica negli edifici oggetto di locazione (il fatto che costi e benefici vengano distribuiti in modo asimmetrico fra le parti è una delle principali barriere alla riqualificazione energetica degli edifici);

- la possibilità di spingere di più alla cablatura dei posti auto in edifici residenziali e commerciali per favorire la diffusione delle auto elettriche.

Idrogeno verde, una soluzione per l'energia del futuro. Ma oggi è ancora troppo caro

L'obiettivo crescita sostenibile è raggiungibile attraverso l'utilizzo dell'idrogeno verde. Ma al momento... Leggi


Bonus elettrodomestici green, spunta il nuovo contributo per rendere la casa più efficiente

Il governo ha allo studio l'introduzione di un nuovo bonus elettrodomestici, che... Leggi

Potrebbe interessarti


Iscriviti alla newsletter di Build News

Rimani aggiornato sulle ultime novità in campo di efficienza energetica e sostenibilità edile

Iscriviti

I più letti sull'argomento


Il parere di... copertina articolo
Scarico fumi a parete e distanze minime, quali strumenti per difendersi?

Associazione Marcopolo (polizia locale): contro il vicino di casa incurante e irrispettoso...

Il parere di... copertina articolo
Ozono e Covid-19: attenti alle fake news

L’ozono generato in situ per l'igienizzazione delle superfici comporta dei rischi e...

Dello stesso autore