Partendo dall’ascolto e dall’osservazione di chi, fino a pochi mesi fa, si occupava della gestione del residuo di imballi, Caleffi ha deciso di ridisegnare il processo di raccolta e smaltimento di cartone e pellicola di polietilene, per trasformarlo da voce di costo ad opportunità per l’azienda e per l’ambiente.
"Da un’idea che di per sé potrebbe apparire banale - spiega Antonello De Magistris, da poco più di un anno responsabile della Divisione Logistica e Magazzini di Caleffi - ne è derivato un progetto dai risvolti che riteniamo importanti: non solo si riduce 'lo spreco' in termini di Valore per il Cliente in ottica di miglioramento continuo, ma si sostengono e si perseguono obiettivi in ottica di sostenibilità ambientale, tanto importante per la politica aziendale quanto per la comunità in senso più ampio possibile".
L’analisi da cui è partita l’azienda prima di affrontare questo nuovo investimento ha messo in luce che in un anno si producevano come residuo di imballi non più riutilizzabili oltre cento tonnellate tra cartone e pellicola di polietilene. Pesi che si traducevano in volumi importanti da gestire e in “numeri” che per lo scopo assumevano in un anno una certa rilevanza: su circa 60.000 m² di superficie coperta, venivano percorsi 3000 km dai muletti per lo svuotamento dei contenitori, venivano spesi migliaia di euro per i conferimenti del rifiuto a discarica, venivano impiegate migliaia di ore di lavoro e occupati spazi di fatto improduttivi.
DA ABITUDINE A OPPORTUNITÀ. “Abbiamo trasformato un’abitudine in un’opportunità partendo dall’ascolto e dall’osservazione di chi lavora - ha sottolineato De Magistris: la domanda fondamentale alla quale rispondere era ‘perché portare 30 kg di materiale in un metro cubo quando ne potremmo portare nello stesso volume 10 volte tanto? Come trasformare un residuo di produzione in un valore, seppur indotto, per il Cliente? L’investimento che ne è derivato ha portato l’azienda qualche passo avanti verso un rispetto consapevole dell’ambiente”.
Ma come venivano gestiti gli scarti degli imballaggi prima del cambiamento? L'azienda differenziava la raccolta del cartone e polietilene in due diverse tipologie di contenitori distribuiti nelle aree produttive e svuotati nel punto di raccolta con un servizio di muletti quotidiano. Su base almeno settimanale, avveniva il ritiro dei container da parte dello smaltitore. Osservando l’impegno che l’attività richiedeva in termini di frequenza degli spostamenti, distanze percorse e del contenuto dei cassoni movimentati, si è constatato che il rapporto tra volume e peso del materiale trasportato era molto basso. Ed ecco che si è colta l’opportunità di un miglioramento.
IL NUOVO LAY-OUT PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI. “Siamo riusciti a ridurre i volumi a parità di peso con presse compatte nel punto dove lo scarto si genera - prosegue De Magistris. Innanzitutto è stata fatta una mappatura dei punti e delle quantità di materiale prodotto per punto di raccolta con l'intento di accorparne alcuni e raggiungere volumi significativi che giustificassero il minor numero di presse distribuite e una movimentazione da quotidiana ad almeno settimanale. In questo modo si sono individuate la potenza di spinta delle presse e, soprattutto, la loro dislocazione all'interno dello spazio produttivo”.
Fase cruciale è stato il periodo di test di circa 4 mesi con presse di diversa capacità e dislocazione, imprescindibile perché ha visto il coinvolgimento diretto delle persone quotidianamente impegnate per valutare la bontà (e la buona riuscita) dell'introduzione di un cambiamento. A 9 mesi da quella che era solo un’idea, Caleffi ha installato 21 compattatori nei suoi stabilimenti produttivi.
MISURAZIONE DEI BENEFICI. Il ritorno di investimento di un programma di riciclo di questa entità era imprescindibile. Gli obiettivi che la Divisione Logistica si è posta sono stati:
- risparmiare almeno il 60% delle ore di lavoro necessarie allo smaltimento dello scarto;
- ridurre di almeno il 70% i viaggi interni dei muletti;
- ridurre di almeno il 60% i conferimenti ai punti di raccolta differenziata;
- avere un ritorno economico dalla vendita del materiale di riciclo.
La conseguenza di maggior soddisfazione è tuttavia il riciclo del 100% dello scarto degli imballaggi, che permette di risparmiare l’immissione di almeno 300 ton di CO2 nell’atmosfera (pari a 2.000 alberi), un risvolto di particolare rilievo in termini di ecosostenibilità. “I dati finora sono confortanti - conclude De Magistris: in 5 mesi siamo passati da 35 a soli 3 conferimenti con buona soddisfazione degli utenti interni che vedono migliorata la loro attività”.