“In alcune Regioni sono arrivate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In altre, come il Piemonte, da Province e da Città Metropolitana. Solo ieri e oggi, molti Sindaci hanno ricevuto le note con le richieste e le schede per la rilevazione dello stato di conservazione e manutenzione delle opere, viarie e non. Dovevano pervenire dal Mit, tramite i Provveditorati alle Opere pubbliche regionali. Invece, per un corto circuito che non ci è chiaro, le Province sono intervenute con una lettera e con un file da compilare, per ogni Comune.”
Lo denuncia Uncem.
Tempi strettissimi e sindaci perplessi, o anche arrabbiati - afferma Marco Bussone, Presidente Uncem - Lo registriamo in queste ore. Intanto perché è mancato il rapporto diretto con il Mit come inizialmente annunciato. Poi per i tempi e la difficoltà nel fare un rilevamento in un perimetro molto esteso, con i Sindaci che non hanno personale tecnico a disposizione a sufficienza, tanto più a fine agosto.
Perplessità fortissima sugli obiettivi di questo rilevamento.
Andrebbe precisato a cosa servono i dati - prosegue Bussone - cioè quanti soldi a disposizione ci saranno per intervenire, oppure quanto verrà concesso di aprire il pareggio di bilancio per investimenti. Se io Sindaco autodenuncio a Mit e Province, peraltro in un non chiaro accordo con Anci evidenziato nelle lettere, che il mio ponte e la mia strada non sono sicure cosa avrò per l'intervento? Ci saranno nuove risorse dal Cipe? Dovremo chiudere pezzi di strade e ponti? Si rischia dunque di creare panico, dubbi tra i cittadini, problematiche amministrative e anche giuridiche di un certo livello, con scontri territoriali forti, ingestibili. Serve chiarezza sugli obiettivi. Anche per quanto riguarda le dighe, già super presidiate dai proprietari e dai gestori secondo il piano nazionale. La viabilità è un grande problema per le aree montane, alpine e appenniniche. La proposta Uncem oggi è la sola in campo, unica e concreta: agire subito, in legge di bilancio, per destinare una quota del gettito delle Concessioni autostradali, incassato dallo Stato e dall'Anas, agli Enti locali per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete viaria, con un piano strategico condiviso tra i diversi livelli tecnici e istituzionali. Se questo non fosse il traguardo, la ricognizione avviata rischia di produrre un ennesimo dossier poco utile.