Inarcassa ha ricevuto dai ministeri vigilanti l’approvazione della modifica regolamentare per l’abbattimento delle sanzioni che, con nota del 18 dicembre 2019, esegue la sentenza del TAR Lazio.
“Si tratta di un provvedimento giusto – dichiara il Presidente Giuseppe Santoro - che punta ad arginare il fenomeno dell’inadempienza previdenziale ed il conseguente aggravamento di situazioni debitorie non più emendabili; il credito scaduto avrebbe infatti evidenti riflessi negativi sul patrimonio e sui relativi rendimenti. Al tempo stesso il nuovo regime sanzionatorio riconosce i comportamenti attivamente virtuosi degli iscritti inadempienti con interventi sulle modalità di applicazione delle sanzioni nel tempo.”
Il provvedimento, fortemente voluto e perseguito dalla Cassa con tenacia per oltre due anni, opera una rimodulazione delle aliquote, per introdurre una maggiore gradualità sanzionatoria, tenendo conto del mutato quadro generale macroeconomico, che ha prodotto negli ultimi dieci anni, in particolare per i liberi professionisti, minori disponibilità finanziarie per il rispetto delle scadenze nei termini.
Il sistema viene pertanto riformulato grazie alla modifica dell’art.10 del Regolamento Generale di Previdenza 2012, relativo al ritardato pagamento, legando la modalità dell’incremento della sanzione in ordine al periodo, con una scala crescente che penalizzi in modo proporzionale il ritardo reiterato:
- dall’1% fino ad un massimo del 12% dei contributi non corrisposti, per i primi 24 mesi di ritardo;
- dal 2% fino ad un massimo del 30% dei contributi non corrisposti, a partire dal 25° mese di ritardo.
Il nuovo regime sanzionatorio si applicherà agli omessi e ritardati versamenti di contributi soggettivi e integrativi con scadenza a partire dal 18 dicembre 2019, data di approvazione ministeriale, secondo il principio “tempus regit actum” e a salvaguardia della maggioranza degli iscritti che con grande sacrificio e puntualità rispettano le scadenze previdenziali.