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Rifiuti da pannelli fotovoltaici, l'UE chiarisce a chi spettano i costi di gestione

Via libera dal Consiglio europeo alle modifiche alla Direttiva RAEE. Il testo sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo

martedì 5 marzo 2024 - Redazione Build News

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Allineare la direttiva RAEE a una sentenza della Corte di giustizia dell'UE del 2022 sulla parziale invalidità della direttiva a causa dell'applicazione retroattiva ingiustificata della responsabilità estesa del produttore ai rifiuti originati da pannelli fotovoltaici immessi sul mercato tra il 13 agosto 2005 e il 13 agosto 2012.

Con questo obiettivo, il Consiglio europeo ha adottato oggi modifiche della normativa dell'UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) che comprendono una serie di prodotti quali computer, frigoriferi e pannelli fotovoltaici.

Ricordiamo che il 7 febbraio 2023 la Commissione europea ha adottato la sua proposta per apportare una modifica mirata alla direttiva RAEE. In seguito all'adozione delle loro posizioni negoziali a giugno (Consiglio) e ad ottobre (Parlamento europeo) 2023, i colegislatori hanno raggiunto un accordo politico provvisorio nel novembre 2023. L'accordo è stato formalmente votato dal Parlamento europeo il 6 febbraio 2024.

La votazione odierna del Consiglio conclude la procedura di adozione. Il testo delle modifiche sarà ora firmato dai colegislatori e, successivamente, sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. Gli Stati membri disporranno di 18 mesi per recepire la direttiva modificata nel diritto nazionale.

Le modifiche

Le modifiche chiariscono che i costi relativi alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti originati dai pannelli fotovoltaici immessi sul mercato dopo il 13 agosto 2012 spettano al produttore delle AEE, e che la responsabilità estesa del produttore per i prodotti AEE aggiunti all'ambito di applicazione della direttiva nel 2018 dovrebbe applicarsi ai prodotti elettronici immessi sul mercato dopo tale data.

Le modifiche introducono inoltre una clausola di riesame in base alla quale la Commissione deve valutare, entro il 2026, la necessità di una revisione della direttiva.

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