Pur “mantenendo un giudizio complessivo positivo sulla fisionomia che sembra assumere il nuovo Codice Appalti”, Aniem (Associazione Nazionale delle pmi Edili aderente a Confimi Industria) esprime “preoccupazione e una valutazione negativa sulle anticipazioni in materia di qualificazione delle imprese che sembrerebbero delineare il mantenimento delle attestazioni Soa per appalti sopra 1 milione di euro, lasciando alle stazione appaltanti l’onere di verificare le aziende sotto tale soglia” (LEGGI TUTTO).
“Abbiamo sempre sostenuto con forza la necessità di cambiare approccio sulla capacità di selezionare le imprese, andando verso verifiche sostanziali, dinamiche, finalizzate a premiare le effettive potenzialità operative e la loro rispondenza rispetto all’opera messa in gara”, commenta Dino Piacentini, presidente di Aniem.
Che aggiunge: “Concetti che, naturalmente, devono fondarsi e trovare il loro punto di equilibrio sulla garanzia di avere un sistema in grado di valutare in modo trasparente e professionalmente adeguato requisiti, comportamenti, personale, attrezzature, ecc. In questo senso non comprendiamo la scelta che sembra essere maturata nel testo del Codice Appalti, che si accinge a superare il primo passaggio in Consiglio dei Ministri, nella quale si lascerebbe la qualificazione Soa per importi pari o superiori ad 1 milione di Euro, prevedendo una qualificazione svolta dalle stazioni appaltanti nelle ipotesi sotto tale soglia.”
Conclude Piacentini: “Secondo noi, invece, dovrebbe essere affermato il criterio opposto: la dimensione e la complessità degli appalti richiedono una capacità di analisi e di verifiche che sarebbe giusto lasciare alle stazioni appaltanti che in questi casi hanno la capacità e la competenza per questa tipologia di lavori, mentre l’attestazione potrebbe restare per gli appalti di minori dimensioni ai quali partecipano centinaia di micro e piccole imprese”.
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