Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha approvato definitivamente il decreto legislativo dedicato al nuovo Codice dei contratti pubblici, in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78. Il testo tiene conto dei pareri espressi dalla Conferenza unificata e dalle competenti Commissioni parlamentari.
Federcostruzioni ritiene fondamentale la promozione dei processi di digitalizzazione, che diventano il “motore” per modernizzare l’intero sistema dei contratti pubblici e ciclo di vita dell’appalto. Proprio su questo tema, la digitalizzazione delle costruzioni, Federcostruzioni ha organizzato un convegno a Energymed a Napoli il 31 marzo. Per fare una gara, per esempio, si risparmieranno dai sei mesi ad un anno, grazie innanzitutto alla digitalizzazione delle procedure (in vigore dal 1° gennaio 2024). Una banca dati degli appalti conterrà le informazioni relative alle imprese, una sorta di carta d’identità digitale, consultabile sempre, senza che sia necessario per chi partecipa alle gare presentare di volta in volta plichi di documentazione, con notevoli risparmi di costi e soprattutto di carta.
Federcostruzioni esprime giudizio positivo anche per quanto riguarda l’illecito professionale, che preoccupava molto l’associazione confindustriale di categoria perché per come era previsto nella prima stesura, avrebbe comportato esclusioni praticamente senza neanche il giudizio di primo grado, mentre in Italia, rileva Federcostruzioni, ci sono precise garanzie costituzionali e si è colpevoli solo al terzo grado di giudizio.
Giudizio negativo, invece, per quanto riguarda i meccanismi della revisione dei prezzi. Se è condivisibile il fatto che sia stato introdotto un meccanismo a regime, visto il caro materiali di questo periodo, Federcostruzioni ritiene necessario un ulteriore passaggio per avere uno strumento davvero soddisfacente: l’applicazione, dice il Codice degli Appalti, deve scattare dopo il 5% e viene pagato all’80%; Federcostruzioni aveva chiesto invece che la revisione dei prezzi scattasse dopo il 2% e che venisse pagata al 90%.
Anche se non riguarda il Codice, un tema su cui c’era attesa tra quelli trattati dal Consiglio dei Ministri è il Superbonus: ad oggi ci sono 19 miliardi di crediti incagliati che mettono a rischio oltre 32.000 imprese e 170.000 posti di lavoro. Federcostruzioni ha sostenuto la proposta Ance di compensazione in F24, registrando con entusiasmo la disponibilità data dagli enti locali, come Regioni e Province, ad acquistare i crediti. Il Governo, invece, ha bloccato con una norma l’acquisto da parte degli enti locali dei crediti e contestualmente non ha ritenuto accettabile la proposta di Ance per motivi legati alla ragioneria di Stato. Si segnalano comunque alcune note positive, come il fatto che sia rimasta la cessione di crediti per le aree terremotate, per le barriere architettoniche, e che siano state messe a fuoco le applicazioni per chi si era già mosso prima del 16 febbraio del corrente anno.
Federcostruzioni quindi resta in attesa di una soluzione per questo problema: lo sblocco di questi 19 miliardi di crediti legati al Superbonus è prioritario! Per il settore è una vera e propria emergenza; il rischio è enorme e coinvolge professionisti, imprese e famiglie.
Sull’approvazione del Codice Appalti si esprime anche ASSOBIM, associata a Federcostruzioni. “ASSOBIM accoglie con favore il testo approvato dal Governo, poiché la parte dedicata alla digitalizzazione è rilevante e significativa e prevede procedure per la selezione e affidamento degli operatori economici, per la gestione, la progettazione e la contabilizzazione dei servizi e delle opere.” - afferma l’Ing. Adriano Castagnone, Presidente di ASSOBIM – “Si tratta di un obiettivo in linea con la sempre più necessaria digitalizzazione del settore edile che, come spesso è successo nel passato, ha manifestato ingiustificati ritardi. Grazie all’utilizzo della Banca dati nazionale dei contratti pubblici, del fascicolo virtuale dell’operatore economico, delle piattaforme di approvvigionamento digitale e della digitalizzazione integrale in materia di accesso agli atti, il nuovo Codice appalti automatizza le procedure di tutto il ciclo di vita dei contratti pubblici Risulta inoltre evidente l’obiettivo, in linea generale, di confermare e ampliare quanto già previsto nella precedente normativa riguardante il BIM (D.M. 560/2017 e D.M. 312/2021) che ha posto l’Italia all’avanguardia. Ribadiamo il nostro impegno nel mettere in campo iniziative volte a promuovere la diffusione della metodologia BIM e a perseguire la digitalizzazione dei processi costruttivi”.