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Riforma Codice, l'Oice appoggia l'Anac su centralità del progetto e no all’appalto integrato

Il presidente dell'Autorità anticorruzione: “Tornare all'appalto integrato credo sia suicida, rappresentava un sistema nel quale di fatto si davano tutte le chiavi all'impresa mentre la responsabilità deve rimanere alla stazione appaltante”

giovedì 29 novembre 2018 - Redazione Build News

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L’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e di architettura aderente a Confindustria prende posizione sulle dichiarazioni di oggi del Presidente ANAC, Raffaele Cantone che intervenendo ad un convegno nella sede UGL ha affermato: "tornare all'appalto integrato credo sia suicida, rappresentava un sistema nel quale di fatto si davano tutte le chiavi all'impresa mentre la responsabilità deve rimanere alla stazione appaltante" e che “non bisogna riscrivere il Codice degli appalti ex novo ma semmai intervenire con un decreto-legge su tre-quattro modifiche come sembra nelle intenzioni del Governo”.

E’ Gabriele Scicolone, presidente dell’OICE a condividere la posizione del presidente ANAC: “Lo abbiamo detto oggi stesso all’ottava commissione del Senato dove eravamo in audizione: non bisogna ricominciare daccapo per evitare un blocco degli appalti, ma agire con interventi mirati su alcune criticità. Condividiamo in toto anche quanto affermato dal presidente Cantone sull’appalto integrato, strumento che l’esperienza ha dimostrato che non ha evitato contenziosi e riserve, non ha accelerato un bel nulla e che, se ripristinato, avrebbe solo l’effetto di mettere i progettisti in una posizione subordinata rispetto alle imprese”.

Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’applicazione del codice appalti tenutasi oggi in Senato presso la Commissione presieduta dal senatore Coltorti, il presidente Scicolone ha in particolare sottolineato l’importanza di tenere conto del rischio che una riforma profonda del codice possa impattare negativamente sulla ripresa del mercato dell’ingegneria e dell’architettura e si è poi soffermato su alcuni capisaldi del codice che occorre siano preservati in futuro a partire dalla separazione fra progettazione e costruzione e centralità del progetto esecutivo, con un netto no al ritorno dell’appalto integrato. Altri punti fermi che OICE auspica non siano toccati sono: la riduzione delle stazioni appaltanti e la loro qualificazione; la piena e rapida attuazione della disciplina dei commissari di gara esterni; la massima trasparenza dell’azione amministrativa; la scelta del progettista con l’OEPV; l’inapplicabilità alla fase progettuale dell’incentivo del 2% per i tecnici della P.A.; la stima dei corrispettivi a base di gara con il c.d decreto parametri; il divieto di gratuità della prestazione per garantire il decoro del progettista.

Il direttore generale, Andrea Mascolini , ha invece illustrato i punti sui quali occorre intervenire a partire - fra gli altri, dal ripristino del regolamento di attuazione, allo snellimento delle procedure approvative, alla certezza dei tempi di svolgimento delle gare, al rafforzamento dell’ANAC per la vigilanza collaborativa, per il precontenzioso e per i contratti-tipo, alla disciplina degli accordi quadro, al tema dei ribassi eccessivi, all’eliminazione della terna dei subappaltatori, alla promozione del PMC, alla qualificazione dei dipendenti della P.A., ai massimali per le polizze r.c. professionali, all’eliminazione dell’avvalimento nell’ambito dei consorzi stabili.

Leggi anche: “Riforma del Codice dei contratti, pubblicato il report di sintesi sulla consultazione

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