“La revisione dei valori catastali sarà oggetto di interventi più generali e organici, che si rendono necessari, al termine delle complesse operazioni di allineamento delle basi dati, per valutare in modo accurato gli effetti di gettito e distributivi sui contribuenti”.
È quanto si legge nel Documento di Economia e Finanza (DEF) 2016, deliberato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 8 Aprile.
IL CRONOPROGRAMMA: 2016-2018. “La revisione delle Commissioni censuarie è stata completata e il relativo decreto è in vigore dal 2014, ricorda il documento. “Nell’immediato, con la Legge di Stabilità 2016 il Governo ha inteso privilegiare interventi in aree particolarmente critiche attinenti al processo di determinazione della rendita catastale degli immobili a destinazione produttiva e industriale (cd ‘imbullonati’, classificabili nei gruppi catastali D ed E). La misura, oltre a costituire un passo in avanti nel processo di revisione degli estimi delle categorie di fabbricati soggette a ‘stima diretta’, definisce un criterio univoco di individuazione delle tipologie di macchinari e impianti che non devono essere considerate ai fini del calcolo della rendita e consente la risoluzione di significative criticità tecnico-estimative nel processo di determinazione della rendita catastale dei fabbricati produttivi”.
“Proseguono comunque – si legge nel Def 2016 - le attività correnti e straordinarie legate all’accatastamento delle unità immobiliari negli archivi catastali e alla determinazione e accertamento della relativa rendita. Per gli immobili a destinazione residenziale, rimane infatti in vigore la possibilità di interventi mirati di revisione annuale del classamento delle unità immobiliari urbane, ossia la ‘revisione del classamento delle unità immobiliari private site in microzone comunali’ e l’’aggiornamento del classamento catastale per intervenute variazioni edilizie’.
Il primo procedimento, cioè la revisione del classamento delle unità immobiliari private site in microzone comunali, è attivato dall’Agenzia delle Entrate a seguito di una richiesta degli Enti locali, laddove si riscontri una discrepanza nel valore medio di mercato. Sono stati 17 i Comuni che hanno finora richiesto l’avvio della procedura, tra cui i capoluoghi di Roma, Milano, Bari, Lecce e Ferrara, con un incremento complessivo della rendita di circa 184 milioni.
Il secondo procedimento, ossia la procedura di revisione puntuale dei classamenti incoerenti (per intervenute variazioni edilizie), attivabile sempre su richiesta degli Enti locali, ha coinvolto finora circa 1.300 Comuni, pari al 17 per cento del totale dei Comuni. La procedura ha dato luogo a circa 94.500 notifiche da parte dei Comuni e per il 67 per cento dei casi è stata accertata la necessità di procedere a un aggiornamento catastale, con conseguente incremento della rendita complessiva, pari a circa 181 milioni”.