Il parere di...

Riforma della VIA, gli ambientalisti: “Il governo rinunci alle valutazioni ambientali farsa”

20 associazioni ambientaliste chiedono il ritiro o una radicale riscrittura dello schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/52/UE

martedì 2 maggio 2017 - Redazione Build News

1_a_b_via

“I cittadini, la pubblica amministrazione e il nostro territorio, se non ci sarà un radicale ripensamento, subiranno le conseguenze ambientali ed economico-finanziarie delle valutazioni ambientali farsa proposte nello schema di decreto legislativo elaborato dal Ministero dell’Ambiente, che in questa settimana dovrà avere il parere del Parlamento e della Conferenza Stato-Regioni”.

Lo denuncia una coalizione di venti tra le maggiori associazioni ambientaliste riconosciute - Accademia Kronos, AIIG, Associazione Ambiente e Lavoro, CTS, ENPA, FAI, Federazione Pro Natura, FIAB, Geeenpeace Italia, Gruppo di Intervento Giuridico, Gruppi di Ricerca Ecologica, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Marevivo, Mountain Wilderness, Rangers d’Italia, SIGEA, VAS, WWF - che chiede il ritiro o una radicale riscrittura dello schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/52/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, che modifica la direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati.

Secondo le 20 associazioni ambientaliste il provvedimento, approvato lo scorso 10 marzo dal Consiglio dei Ministri e trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni e alle competenti Commissioni parlamentari di Camera e Senato, “crea una procedura farraginosa e poco trasparente, su elaborati approssimativi, duplicando le fasi autorizzative sui progetti di opere e impianti, favorendo i progettisti e non la corretta informazione e partecipazione dei cittadini”.

Gli ambientalisti fanno notare che, una volta data l’autorizzazione ambientale su un vago “progetto di fattibilità” (come previsto nello schema di decreto), il percorso del proponente dell’opera o dell’impianto diventa in discesa e le varianti sul progetto definitivo, dipendenti dalla cattiva qualità degli elaborati preliminari, portano a diatribe sulla lievitazione dei costi che a quel punto l’amministrazione pubblica, dato il primo OK, difficilmente riesce a contestare. E non si tratta di rischi teorici, per 15 anni (dal 2001 al 2015), questo modello, ricordano gli ambientalisti, è stato applicato alle “infrastrutture strategiche”, derivanti dalla legge Obiettivo, i cui costi (date le necessarie compensazioni e mitigazioni ambientali) a consuntivo sono lievitati in maniera incontrollata, arrivando da un +300% (Autostrada Bre.Be.Mi.) ad un +800% (terzo Valico dei Giovi) rispetto ai costi iniziali.

Le associazioni nelle loro Osservazioni (inviate alle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, ai Ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture e Trasporti, all’ANAC e alle Regioni) chiedono al Governo di evitare che si affermino valutazioni ambientali farsa, e quindi che:

a) la VIA venga condotta sul progetto definitivo (come viene stabilito dalla normativa vigente che si intende smantellare), che consente di valutare pienamente le caratteristiche tecniche e ambientali delle opere a partire da vincoli e tutele del territorio, e non dal progetto di fattibilità, impreciso e lacunoso, che può servire invece nella prima fase istruttoria;

b) la Commissione tecnica di VIA venga sottratta dal controllo politico del Ministro dell’Ambiente di turno che può nominarne direttamente i membri, ma vada selezionata con procedure di evidenza pubblica tra esperti qualificati del mondo della ricerca e dell’università;

c) non si riduca l’amministrazione pubblica a una sorta di sportello a chiamata per le esigenze e interessi dei progettisti e delle aziende di costruzione (i cosiddetti “proponenti”), favorendo invece un confronto tecnico basato su una corrette e completa informazione e partecipazione dei cittadini nelle varie fasi di definizione progettuale.

Le associazioni in conclusione osservano che “se non si vuole che lo sviluppo sostenibile sia una scatola vuota, il bene ambiente deve essere centrale nelle valutazioni su progetti e impianti, perché da questo dipende il nostro benessere, la nostra qualità della vita e la credibilità della Pubblica Amministrazione.”

Leggi anche: “Valutazione di impatto ambientale (VIA): Galletti spiega la riforma

Idrogeno verde, una soluzione per l'energia del futuro. Ma oggi è ancora troppo caro

L'obiettivo crescita sostenibile è raggiungibile attraverso l'utilizzo dell'idrogeno verde. Ma al momento... Leggi


Bonus elettrodomestici green, spunta il nuovo contributo per rendere la casa più efficiente

Il governo ha allo studio l'introduzione di un nuovo bonus elettrodomestici, che... Leggi

Potrebbe interessarti


Iscriviti alla newsletter di Build News

Rimani aggiornato sulle ultime novità in campo di efficienza energetica e sostenibilità edile

Iscriviti

I più letti sull'argomento


Il parere di... copertina articolo
Scarico fumi a parete e distanze minime, quali strumenti per difendersi?

Associazione Marcopolo (polizia locale): contro il vicino di casa incurante e irrispettoso...

Il parere di... copertina articolo
Ozono e Covid-19: attenti alle fake news

L’ozono generato in situ per l'igienizzazione delle superfici comporta dei rischi e...

Dello stesso autore