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Riforma dell’accesso agli Albi professionali: la proposta del Consiglio nazionale Ingegneri

Il CNI ha inviato una nota ai Ministeri dell’Università e della Giustizia

mercoledì 20 maggio 2020 - Redazione Build News

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Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha inviato ai Ministeri dell’Università e della Giustizia una nota con l’intento di avviare un’interlocuzione finalizzata ad una complessiva riforma dell’accesso agli Albi professionali così come disciplinato dal DPR 328/2001.

“On.li Sigg. Ministri,

a quasi vent’anni dalla entrata in vigore del D.P.R. 328/01, che ha modificato ed integrato la disciplina degli ordinamenti professionali, nonché i requisiti per gli esami di stato per l’accesso agli Albi, ed a seguito della emissione del Decreto del MIUR n. 987 del 12 dicembre 2016, che ha introdotto le lauree triennali professionalizzanti, questo Consiglio Nazionale ritiene necessaria una riflessione sul percorso formativo dei laureati in Ingegneria e sulla loro collocazione all’interno dell’Albo Professionale.

Partendo, infatti, dall’analisi dell’impatto delle norme citate sulla formazione e sulle attività, in tutte le loro forme, degli ingegneri, nonché delle mutate condizioni con le quali viene esercitata la professione nel Paese, in Europa e nel Mondo, il Consiglio Nazionale intende sottoporre, alla Vs. attenzione, una proposta articolata, di seguito allegata, tesa ad una riorganizzazione delle lauree in Ingegneria con la finalità di valorizzarne i contenuti e superare alcune accertate criticità, mantenendo e incrementando il patrimonio di ampie competenze e cultura non solo tecnicoscientifiche, universalmente riconosciuto.

Nello specifico ed in estrema sintesi, nel perseguimento di tale obbiettivo, la riforma auspicata propone una diversa e distinta articolazione del percorso formativo con una integrale differenziazione tra laurea triennale e laurea magistrale; in prospettiva viene previsto di portare ad esaurimento la Sezione B dell’Albo professionale con l’upgrade degli attuali iscritti alla sezione A attraverso l’acquisizione di crediti formativi in ambito accademico che tengano anche conto della esperienza professionale fin qui acquisita.

Essa è stata elaborata sulla scorta degli approfondimenti formulati da un Gruppo di Lavoro costituito anche da docenti universitari provenienti da diverse aree territorialmente rappresentative del Paese, ed appare congruente con le proposte provenienti dalle altre professioni interessate alla formazione universitaria d’ingegneria, quali i geometri ed i periti industriali.

Ovviamente, le modifiche proposte comporteranno modifiche sia alle modalità di svolgimento degli esami di stato sia all’ordinamento professionale.

È quindi fondamentale che codesti Ministeri, già attori delle modifiche del DPR 328/2001, ognuno per la propria competenza, provvedano ad avviare i provvedimenti legislativi tesi a consentire la definizione delle nuove normative, d’intesa con i Consigli Nazionali interessati.

Si sottolinea la urgenza, tenuto conto della circostanza che, in attuazione di Direttive Europee, sta per terminare il periodo transitorio oltre il quale periti e geometri dovranno essere forniti di laurea triennale per l’iscrizione ai loro Albi, e che è necessario evitare l’iscrizione, alla sezione B dell’Albo degli ingegneri, dei laureati provenienti dal percorso professionalizzante ed il proseguimento degli studi verso il conseguimento della laurea magistrale.

Le lauree professionalizzanti, finalizzate ad un immediato inserimento nel mondo del lavoro, acquisite a valle di un percorso formativo che privilegia tirocini aziendali rispetto alla conoscenza approfondita di discipline scientifiche di base, non sono adeguate per la formazione del professionista destinato a svolgere le complesse attività, dell’ingegnere.

In relazione a quanto sopra, il Consiglio Nazionale chiede di poter avviare un confronto con codesti Ministeri, nelle forme opportune che vorrete indicare, per individuare le modifiche normative che, come avvenuto nel passato e come è indispensabile, non prescindano dal contributo della rappresentanza istituzionale della categoria.”

In allegato la proposta

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