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Riforma dell’Iva per agevolare professionisti e imprenditori: il Parlamento Ue adotta risoluzione

Il Parlamento europeo ha inoltre chiesto alla Commissione e agli Stati membri di considerare l’introduzione di una soglia unica di esenzione dell’Iva per le PMI

lunedì 19 dicembre 2016 - Redazione Build News

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Lotta contro la frode fiscale e semplificazioni con l'obiettivo di agevolare le attività dei professionisti e degli imprenditori.

Questa la proposta contenuta nella risoluzione sulla riforma dell’Iva adottata dal Parlamento europeo, che ha inoltre chiesto alla Commissione e agli Stati membri di considerare l’introduzione di una soglia di esenzione dell’Iva per le PMI unica, al fine di ridurre la burocrazia e i costi e facilitare l’accesso al mercato interno. La risoluzione mira a trovare un equilibrio tra il mantenimento del gettito Iva ai livelli necessari per fornire una fonte di entrata sufficiente ed assicurarsi che tale gettito non soffochi le attività imprenditoriali.

Oltre a questa risoluzione, relativamente alla lotta contro le frodi fiscali, il Parlamento ha approvato il cosiddetto “Piano d’azione per l’Iva”, preparato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul riciclaggio di denaro, l’elusione fiscale e l’evasione fiscale (PANA). Il relatore Werner Langen (PPE) ha spiegato che il piano intende creare un sistema permanente e stabile per far pagare l’Iva e combattere le frodi. La relazione invita anche la Commissione europea a studiare attentamente l’impatto del meccanismo di inversione contabile, dove il cliente è responsabile del pagamento dell’Iva al posto del fornitore, per verificare se questa procedura semplifichi realmente la situazione per le piccole e medie imprese e riduca effettivamente le truffe all’imposta.

SICUREZZA SOCIALE, BRUXELLES PROPONE MODIFICHE ALLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA PER PROMUOVERE LA MOBILITÀ DEI LAVORATORI IN EUROPA. Sul fronte della sicurezza sociale, la Commissione europea ha avanzato la proposta di aggiornare le norme europee al fine di modernizzare il sistema, considerando la realtà sociale ed economica dell’Unione e garantendo un’equilibrata distribuzione degli oneri finanziari tra gli Stati membri. Inoltre, secondo la Commissione europea, la proposta garantirà una maggiore trasparenza e certezza legale per i cittadini e le autorità pubbliche.

La revisione della normativa riguarda 4 aree: i sussidi di disoccupazione; prestazioni assistenziali a lungo termine (per le quali devono essere specificate chiaramente natura, condizioni e modalità di accesso); accesso ai contributi sociali da parte dei cittadini economicamente inattivi (beneficio che può esser loro negato dallo Stato ospitante); coordinamento in materia di sicurezza sociale per i lavoratori distaccati (rafforzando e chiarendo le procedure amministrative per facilitare la cooperazione tra le autorità nazionali).

L’iniziativa era stata annunciata in occasione della presentazione del Programma di lavoro del 2016 della Commissione come misura fondamentale per promuovere la libertà di movimento dei lavoratori in Europa, tema prioritario nell’agenda dell’esecutivo europeo. “Abbiamo bisogno della mobilità dei lavoratori per ripristinare crescita economica e competitività. La mobilità tuttavia deve esser basata su regole chiare, eque e direttamente applicabili”, ha detto la Commissaria per l’Occupazione, Affari sociali e inclusione, Marianne Thyssen.

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