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Riforma mancata del catasto, come rimediare alle sperequazioni fiscali

Amadasi (Cipag): le iniquità fiscali possono essere limitate attraverso la collaborazione dei Comuni con cittadini e Agenzia delle Entrate

venerdì 30 ottobre 2015 - Redazione Build News

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“Con la collaborazione dei Comuni e dei cittadini si può rimediare ad alcune iniquità dovute alla mancata riforma del catasto”. Così Fausto Amadasi, presidente della Cassa Geometri – CIPAG -, durante l'incontro “Integrare le risorse ordinarie e straordinarie: una politica per i Comuni e le Città” nell’ambito dell’assemblea annuale dell’Anci.

Per Amadasi “ci sono gli strumenti per sopperire ad alcuni squilibri fiscali nell’attuale sistema di tassazione immobiliare, ma restano inutilizzati. I due commi (il 335 e il 336) dell’articolo 1 della legge 311 del 2004 – spiega – prevedono la collaborazione dei Comuni con l’Agenzia delle Entrate. Nelle zone dove il rapporto tra valore medio di mercato e quello catastale si discosta eccessivamente, i Comuni possono intervenire per riequilibrare il rapporto. Purtroppo – prosegue – solo un numero irrilevante di Comuni ha attivato la revisione delle rendite e una percentuale inferiore al 15% ha dato seguito alle verifiche sugli immobili, oggetto di intervento edilizio, per i quali non è stata presentata la variazione catastale”.

PROCEDURA SEMPLIFICATA PER LE PRATICHE DI CONDONO. “I Comuni – dice ancora Amadasi – dovrebbero, inoltre, attivarsi per definire le pratiche di Condono Edilizio ancora pendenti e per le quali sarebbe possibile smaltire decine di migliaia di pratiche, tramite l’autocertificazione del proprietario con la verifica della corrispondenza della stessa al Catasto, certificata da parte di un tecnico libero professionista, come avviene per le normali pratiche edilizie”.

Il presidente Cipag fa riferimento al caso di Napoli, dove per far fronte a circa 85 mila richieste di condono pendenti è stato possibile presentare la cosiddetta «procedura semplificata» che ha consentito di definirne oltre 53 mila, con l’emissione di 30 mila permessi di costruzione in sanatoria, recuperando gli oneri di urbanizzazione, i diritti comunali e la parte delle sanzioni non pagate per un importo globale che ha superato i 100 milioni di Euro.

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