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Riforma pensioni, verso la proroga di Quota 103

È ripartito il confronto avviato a gennaio tra governo e sindacati sul tema delle pensioni e di una possibile riforma

martedì 27 giugno 2023 - Franco Metta

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Da un po’ di anni a questa parte, dopo il varo della riforma Fornero, si è (come si suol dire) navigato a vista, cambiando di volta involta le regole che hanno permesso solo ad alcuni lavoratori, di aggirare lo “scoglio” della riforma Fornero.

Cosa ci attende per il 2024?

Riavvolgiamo in nastro. Da gennaio 2019 con il governo Conte 1 c’è stato il varo di Quota 100 (62 anni + 38 di contributi, entro 2021) una misura sperimentale per tre anni; da gennaio 2022 con il governo Draghi si è passati a Quota 102 (64 anni + 38 di contributi, entro 2022) misura temporanea per un anno; da gennaio 2023 con il governo Meloni, si è arrivati a quota 103 (62 anni + 41 di contributi, entro 2023), anch'essa misura temporanea per un anno.

Cosa succederà con il prossimo anno?

È ancora presto per dirlo, si possono sono fare alcune ipotesi. Al momento l’ipotesi principale punta alla riconferma o se preferite proroga, almeno per tutto il 2024, di Quota 103 anche se al ministero del Lavoro viene valutata anche l’idea di quota 41, ovvero la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, a condizione però di calcolare l’assegno pensionistico interamente su base contributiva, anche in caso di periodo lavorativi coperti dal precedente sistema retributivo.

Nell’incontro di ieri la ministra Calderone ha fornito ai sindacati un elenco di interventi che il governo si ripromette di adottare senza, per ora, scendere nei dettagli tecnici, né specificando l’ordine di grandezza delle risorse a disposizione per finanziare le misure. Tutto sembra rimandato a dopo le vacanze, in autunno, quando in previsione della legge di Bilancio, con la Nota di aggiornamento al DEF si conoscerà l’entità delle risorse a disposizione.

Diverse le reazioni dei sindacati. Maurizio Landini segretario generale della Cgil, parla di “incontro totalmente inutile. Hanno ridetto le cose di gennaio e sulle risorse per fare una trattativa vera non ci hanno risposto”. Contrariato anche Pierpaolo Bombardieri segretario generale della Uil: “Risultati concreti oggi non ci sono, su nessun tema. Neppure su Opzione donna. Saremo presenti a tutti gli incontri in attesa di avere dati e risposte e di sapere le risorse che saranno impegnate. Finora ci sono solo affermazioni di principio. Chiacchiere e distintivo non ci servono". Luigi Sbarra, generale della Cisl, “è stato un incontro interlocutorio, anche se positivo perché ci ha consentito di riannodare i fili del confronto dopo molti mesi di vuoto e relazioni sindacali. Ho apprezzato la disponibilità e l'impegno del governo a muoversi per cambiare e modificare la legge Fornero, superando le rigidità e aprendo un percorso che guardi a flessibilità, sostenibilità e inclusività. I primi interventi di questi cambiamenti devono entrare nella legge di Stabilità".

Aumento delle pensioni minime

Nel frattempo, sempre ieri, l’Inps ha confermato in una nota che da luglio scatterà l’aumento delle pensioni minime. Si tratta dell’incremento che la legge riconosce ai titolari di pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo per il periodo dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024, per «contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche registrate e attese per gli anni 2022 e 2023».

L’incremento è pari a 1,5 punti percentuali per l’anno 2023, elevato al 6,4% per i pensionati di età superiore a 75 anni, e di 2,7 punti percentuali per il 2024 senza distinzione di età, con riferimento all’importo mensile lordo dei trattamenti pensionistici complessivamente spettanti al beneficiario, che deve risultare pari o inferiore all’importo del trattamento minimo Inps vigente (563,74 euro).

A luglio saranno corrisposti anche gli arretrati spettanti dal 1° gennaio 2023 o dalla decorrenza della pensione, se successiva, e l’importo sarà evidenziato sul cedolino di dettaglio del pagamento con un’apposita voce.

 

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