L’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico ha pubblicato il Documento per la Consultazione 255/2016 contenente la riforma della struttura tariffaria degli oneri generali di sistema per clienti non domestici nel mercato elettrico.
Riportiamo le osservazioni di Italia Solare, Anie Rinnovabili e Confartigianato.
ITALIA SOLARE. “In linea generale dobbiamo notare che le disposizioni considerate sono del tutto illogiche perché:
- pretendono di ancorare la struttura degli oneri di sistema a quella degli oneri di rete, quando le caratteristiche e le problematiche delle due tariffe sono significativamente diverse, dato il carattere parafiscale degli oneri di sistema e quello tariffario degli oneri di rete
- l’equiparazione di tariffe di rete e oneri di sistema rischia di impedire qualsiasi strumento di efficienza e generazione distribuita”.
Analisi delle ipotesi contenute nel documento. “Come noto la convenienza economica degli interventi di efficienza energetica e di autoconsumo di energia è fondata sul fatto che, essendo a seguito di tali interventi consumata meno energia prelevata dalla rete, si ha un risparmio non solo della componente energia delle tariffe elettriche, ma anche delle altre componenti delle tariffe elettriche di cui la principale sono gli oneri di sistema cui si riferisce il documento di consultazione.
Oggi il controvalore dell’energia è intorno ai 4 Eurocent a kWh e gli oneri di rete pagati a consumo non sono in misura elevata. Quindi l’esenzione dal pagamento degli oneri di sistema costituisce oggi approssimativamente il 50/60 % del controvalore economico degli interventi di efficienza energetica. Per la generazione distribuita il fatto che sia pagata una quota parte corrispondente al 5% degli oneri di sistema non incide in modo significativo su tale percentuale.
Ne consegue che quanto più con la riforma tariffaria diminuirà la componente a kWh tanto più saranno penalizzati l’efficienza energetica e la generazione distribuita da fonti rinnovabili che sono i due pilastri su cui si fonda la politica energetica descritta dal’Energy Union che si basa sullo sviluppo dell’efficienza energetica e della generazione distribuita”.
Valutazioni. “Come è chiaramente evidenziato dai dati di mercato degli ultimi anni, la generazione distribuita non incentivata da fonte fotovoltaica (che è la fonte di riferimento per gli interventi di autoconsumo ed efficienza energetica) ha ritmi di crescita attualmente estremamente bassi ed è stata in decrescita per tutto il 2015. Ciò è la più chiara evidenza del fatto che i margini sono già oggi estremamente ridotti e al limite della sostenibilità per le nuove iniziative.
Diminuzioni dei ricavi oltre il 10/15 % vengono ad azzerare completamente i margini. Le uniche fra le ipotesi proposte compatibili con gli investimenti in efficienza energetica risultano dunque essere l’ipotesi B3 e C (vedi documento per la consultazione). Se si scegliesse l’ipotesi C dovrebbe però essere incrementato il valore a consumo degli oneri di sistema in bassa tensione, perché, considerata la minore scala degli interventi in bassa tensione rispetto alla media tensione, con i valori attuali rischia di non esserci sostenibilità per interventi di efficienza energetica e generazione distribuita.
Si ritiene che debba essere eliminata (o al più mantenuta solo nei casi e nei limiti in cui è preesistente) la componente fissa per punto di connessione, spostando il relativo peso sulla quota per impegno di potenza o a consumo perché la componente fissa per punto di connessione costituisce una forma di prelievo svincolata completamente dalle scelte dell’utente e quindi in chiara contraddizione con i principi dell’Energy Union per i quali l’elemento chiave della transizione energetica è la responsabilizzazione del consumatore”.
“Anche il Commissario UE per l’Energia e il Clima è contro la Riforma”. “Cañete si esprime con parole che non lasciano dubbi: l’UE indagherà sulla questione; inoltre le tariffe elettriche basate sulla capacità di prelevare energia elettrica dalla rete (e non sull’energia effettivamente prelevata) non sono in contrasto con le direttive su rinnovabili ed efficienza energetica nella misura in cui esse non ostacolano le rinnovabili e l’efficienza energetica complessiva.
Importantissimo l’ultimo paragrafo della risposta. Cañete dice che le proposte legislative della Commissione Europea sull’architettura del mercato elettrico e sulla revisione della direttiva rinnovabili, attese per fine anno, mireranno a mettere in grado i cittadini e le comunità di produrre, consumare, stoccare, vendere energia rinnovabile”.
ANIE RINNOVABILI. Durante l'incontro con la direzione Infrastrutture, Unbundling e Certificazione dell’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI) svoltosi lo scorso 30 giugno, il Presidente di ANIE Rinnovabili Pinori ha espresso apprezzamento perché il documento posto in consultazione è ricco di informazioni qualitative e di importanti dati per un’analisi puntuale. ANIE Rinnovabili ritiene che un’equilibrata riforma della bolletta elettrica sugli oneri generali di sistema degli utenti non domestici (imprese del manifatturiero, terziario e agricolo) debba contenere anche la parte relativa alla AE (componente a copertura degli sgravi alle aziende energivore).
Tra le opzioni presenti in consultazione quella meno impattante sugli investimenti per l’autoproduzione da fonte rinnovabile e per l’efficienza energetica è la B3. Infatti si pone in continuità con la struttura tariffaria attualmente vigente, quindi dà maggiore stabilità al quadro regolatorio; inoltre potrebbe continuare a favorire la penetrazione delle tecnologie di decarbonizzazione (quindi generazione elettrica da fonti rinnovabili o da cogenerazione ad alto rendimento o mediante i sistemi di accumulo, tecnologia utile non solo ad ottimizzare l’impegno di potenza sulla rete elettrica, ma anche a favorire l’autoconsumo). Tuttavia l’opzione C risulta essere comunque accettabile, perché permetterebbe di tutelare anche gli investimenti già effettuati in efficienza energetica ed in autoconsumo. L’associazione ritiene che le altre ipotesi (A, B1, B2) non siano assolutamente in linea con lo sviluppo delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e dell’autoconsumo.
CONFARTIGIANATO. Gli oneri di sistema rappresentano la componente più pesante della bolletta elettrica di una piccola impresa: secondo l’ultima rilevazione dell’Indice Confartigianato del costo dell’energia elettrica per una micro-piccola impresa tipo (MPI) la quota degli oneri e accise sulla bolletta elettrica è al 47,7% del costo totale e, complice la discesa delle componente energia, tale quota raggiunge il massimo storico e sopravanza il 27,2% della quota energia e il 25,1% della quota relativa a dispacciamento e servizi di rete.
Prendo a riferimento il segmento del mercato elettrico della MPI esaminata si osserva che le utenze non domestiche in bassa tensione rappresentano un terzo (33,8%) della domanda elettrica delle imprese ma pagano quasi la metà (46,3% del totale) degli oneri generali di sistema riferito alle utenze non domestiche delineando una marcata regressività dell’attuale sistema di prelievo degli oneri. Incrociando i dati del Documento di consultazione con la struttura del mercato elettrico desumibile dalla Relazione annuale 2016 si rileva che una piccola impresa in bassa tensione attualmente paga una tariffa al kWh per oneri generali di sistema che è 3,0 volte quella pagata da una grande impresa in alta tensione.
Mentre l’attuale configurazione degli oneri generali di sistema determina un prelievo focalizzato sulla componente variabile, con una parte fissa unicamente legata al punto di prelievo e non alla potenza impegnata, le ipotesi prese in esame nella Documento di consultazione proposto dall’Autorità per la riforma della struttura tariffaria degli oneri generali di sistema per clienti non domestici modulano il prelievo secondo diverse tariffe per punto di prelievo (componente fissa), per potenza impegnata e per energia prelevata. L’applicazione delle ipotesi di riforma ad un profilo tipo che presenta un numero di ore equivalenti di utilizzo (rapporto tra consumo e potenza impegnata) relativamente basso, in quattro casi su cinque incrementa il costo, e in alcuni casi in modo particolarmente accentuato.
L’analisi delle ipotesi proposte nel Documento di consultazione svolta con il settore Mercato Energia e Utilities di Confartigianato evidenzia che per la micro e piccola impresa tipo dell’Indice Confartigianato – che presenta un rapporto tra consumo e potenza più basso della media, connesso alla necessità di maggiore disponibilità di potenza tipica dei processi produttivi ad elevata flessibilità delle imprese di minore dimensione – si osserva una invarianza di costo in una sola ipotesi mentre si registra una progressiva crescita che arriva al 12,1% del costo dell’energia elettrica nella ipotesi che riflette la struttura tariffaria applicata ai servizi di rete (ipotesi A nel Documento) e che porterebbe il costo misurato dall’Indice Confartigianato a superare del 2,1% il massimo del IV trimestre 2014, di fatto annullando l’effetto congiunto della riduzione del costo del ‘Taglia bollette’ e del ribasso del prezzo dell’elettricità. Anche l’applicazione dell’ipotesi che introduce una correzione del 25% in funzione del consumo (denominata B1 nel Documento) porterebbe l’indice del costo vicino ai livelli massimi. L’analisi della distribuzione del gettito degli oneri evidenzia che nella prima ipotesi la quota pagata dalle utenze in bassa tensione si alzerebbe di 10,9 punti percentuali (equivalente a 1,4 miliardi di euro su un gettito di 12,6 miliardi di euro), e nella seconda di 5,3 punti (che a parità di gettito vale circa 700 milioni di euro) ampliando ulteriormente il divario di costo unitario per oneri pagato da una bassa tensione rispetto ai grandi consumatori.
L’ipotesi che introduce un fattore di correzione del 50% della distribuzione degli oneri secondo il prelievo dei servizi di rete (B2 nel Documento) appare più neutrale per le imprese in bassa tensione mentre risultano più favorevoli le rimanenti due ipotesi e nel dettaglio quella che applica la correzione del 75% (ipotesi B3) e quelle che differenzia gli oneri che incentivano le rinnovabili generebbe un maggiore risparmio.
Infine va segnalato che a fronte del peso crescente degli oneri sul costo dell’energia elettrica, nella presentazione della Relazione annuale il Presidente dell’Autorità Bortoni ha indicato di affrontare la riforma degli oneri generali di sistema “prendendo in considerazione il trasferimento, anche parziale, del fabbisogno annuale su voci di fiscalità generale, a garanzia della maggiore sostenibilità economica della bolletta elettrica” (pag. 8 presentazione Presidente Bortoni). La proposta è interessante e una attuazione concreta potrebbe correggere la regressività del prelievo degli oneri. In una ipotesi di scuola che trasla nell’arco di dieci anni sulla fiscalità generale il 75% del divario del prelievo a kWh esistente tra le diverse tipologie di utenze, generando un impegno sul bilancio pubblico di circa 500 milioni di euro all’anno, a regime il costo dell’energia elettrica di una micro impresa tipo si ridurrebbe del 21,2% pressoché azzerando l’attuale divario del 29,8% rispetto alla media dell’eurozona.