Quali iniziative, anche sul piano normativo, il Governo intende assumere “al fine di monitorare la situazione del mercato dell'energia elettrica e i costi per i consumatori e di prevedere strumenti atti ad arginare una situazione che appare discriminatoria, a tutela soprattutto delle fasce più deboli”.
Lo ha chiesto una interrogazione presentata lo scorso 26 ottobre alla Camera dei Deputati.
Ecco il testo:
“Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
- dagli organi di stampa si legge che alle associazioni Federconsumatori e Adusbef sono pervenute numerose denunce da parte di consumatori, i quali, a seguito della riforma del mercato, si sono ritrovati a pagare bollette della luce molto più care;
- l'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ha stabilito che l'importo dovuto delle bollette elettriche si calcola con un nuovo sistema tariffario. In questo modo per circa 30 milioni di utenti elettrici domestici italiani viene eliminata la progressività, spostando gli oneri di rete e di sistema dalla componente variabile a quella fissa, determinando, così che i costi della luce, a differenza di come avveniva in passato, non sono più stabiliti in base ai consumi;
- secondo Federconsumatori e Adusbef con questo algoritmo, di non facile comprensione, le bollette sono rincarate a discapito del risparmio energetico. Alle perplessità delle suddette associazioni si sono aggiunte diverse segnalazioni, in particolare quelle di consumatori che si sono visti recapitare bollette elettriche in cui il costo del consumo effettivo è pari a zero, ma la somma da corrispondere ad Enel si aggira intorno ai 45/50 euro;
- queste spese fisse previste dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico anche a fronte di consumi pari a zero vanno a toccare tutte quelle utenze che hanno un basso consumo o un consumo del tutto assente. Sono fattispecie, quindi, che interessano tutti quei cittadini che si assentano da casa per ragioni di malattia, per lavoro, per ricovero in ospizi o perché sono proprietari di abitazioni di valore economico irrisorio, ubicate in paesini con densità abitativa bassa o inesistente. Questi consumatori, oltre ad aver pagato tutte le somme di danaro relative ai costi fissi delle bollette, nonostante l'assenza di consumo energetico, lamentano anche di non aver mai ricevuto nessuna comunicazione che li informasse di questa decisione assunta dall'Autorità;
- tale situazione è stata più volte palesata dalle associazioni dei consumatori anche al Governo senza avere risposte o soluzioni di alcun genere;
- ad oggi, anche in virtù della nuova normativa dettata dal collegato alla manovra di finanza pubblica sulla concorrenza e di ciò che ha determinato in ordine al mercato tutelato nell'energia per famiglie e piccole imprese, i consumatori si sentono in balia di continui e nuovi aumenti che incidono inevitabilmente sulla loro economia e vittime di pratiche commerciali scorrette e abusi da parte del libero mercato –:
quali iniziative, per quanto di competenza e anche sul piano normativo, il Governo intenda assumere al fine di monitorare la situazione del mercato dell'energia elettrica e i costi per i consumatori e di prevedere strumenti atti ad arginare una situazione che appare discriminatoria, a tutela soprattutto delle fasce più deboli.”
LA RISPOSTA DEL MISE. Il vice ministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, ha dato il 22 novembre la seguente risposta scritta:
“Rispondo ai quesiti posti nell'atto in discussione riferiti al mercato elettrico e, in particolare, alla fatturazione dei consumi ad uso domestico.
Premetto che la riforma tariffaria per i clienti domestici è stata implementata dall'Autorità per l'energia elettrica in attuazione del decreto legislativo 102/2014, che recepisce la direttiva comunitaria 2012/27/UE in materia di efficienza energetica.
Come ricordato dall'Onorevole interrogante, la riforma della tariffa elettrica è mossa dall'esigenza di superare la struttura progressiva rispetto ai consumi; nel far ciò si è inteso introdurre una tariffa che riflettesse il costo effettivo della fornitura e superare nel contempo il fenomeno di tariffe «sotto costo» per alcune categorie di consumatori.
Va inoltre evidenziato che alcune componenti tariffarie, quali la tariffa di distribuzione, sono pagate in quota fissa in quanto sostanzialmente indipendenti dall'energia consumata.
Per quanto attiene gli incrementi dei costi della fornitura elettrica a carico delle abitazioni ad uso domestico non residente, occorre premettere che nell'attuazione della riforma l'Autorità ha ritenuto di mantenere differenziati, in una fase iniziale, i corrispettivi tariffari relativi agli oneri generali di sistema applicati alla clientela domestica tra clienti residenti e clienti non residenti.
Tale scelta ha consentito di diminuire l'impatto sui clienti nelle abitazioni di residenza, seppure a svantaggio delle abitazioni non di residenza.
Mi preme sottolineare che il tema degli effetti della riforma del mercato elettrico sui consumatori è all'attenzione del Governo, con particolare riguardo per i clienti più vulnerabili, poiché in condizioni economiche disagiate o in condizioni gravi di salute.
Lo stesso decreto legislativo 102/2014 aveva previsto, d'altronde, l'aggiornamento della disciplina del bonus elettrico proprio allo scopo di compensare gli effetti sui clienti più svantaggiati dalla riforma tariffaria.
Già con il decreto 29 dicembre 2016 il Ministero dello sviluppo economico ha provveduto ad un primo aumento dell'entità del bonus per i clienti in condizioni di disagio economico. Recentemente, anche la legge annuale per il mercato e la concorrenza (L. n. 124 del 4 agosto 2017), ha contemplato una revisione del bonus e una rimodulazione dei benefici in funzione dell'ISEE.
Ricordo ancora che la riforma del sistema tariffario è stata implementata a partire dal 2016 secondo criteri di gradualità, con l'ultimo step previsto a gennaio 2018.
A tal riguardo, in attuazione di uno specifico ordine del giorno approvato in Assemblea alla Camera, il Governo si è impegnato a dare indirizzi all'Autorità competente al fine di estendere la gradualità temporale della riforma per i clienti domestici e, al contempo, di tener conto delle esigenze di sterilizzazione degli effetti della medesima riforma nella disciplina del bonus sociale elettrico e gas, di prossima adozione.
Infine, circa la rappresentata preoccupazione dei consumatori di trovarsi in balia di aumenti dei prezzi tariffari, in vista della futura cessazione del mercato elettrico tutelato, confermo l'impegno del Ministero dello sviluppo economico a porre la massima attenzione sulla trasparenza del mercato e sull'affidabilità e la professionalità degli operatori che vi operano.
Ragion per cui si sta già lavorando per assicurare la tempestiva operatività degli strumenti e delle misure previsti dalla legge per la concorrenza, anche con riferimento alle modalità di comunicazione necessarie per accompagnare il consumatore finale, soprattutto quello più vulnerabile, in questa fase di cambiamento e consentirgli, nello stesso tempo, di rivolgersi al mercato libero in modo più consapevole.
In tal senso, faccio presente che il Ministero ha approvato il progetto, di cui alla delibera dell'Autorità dell'energia elettrica n. 642 del 10 novembre 2016, destinando risorse ad hoc per la realizzazione di un portale informatico per la raccolta e la pubblicazione in modalità open data delle offerte disponibili sui mercati di vendita al dettaglio di energia elettrica e gas naturale rivolte alle utenze domestiche.”
LA PROPOSTA DELL'AEEGSI: RINVIARE AL 2019 IL COMPLETAMENTO DELLA RIFORMA. Ricordiamo che l'Autorità per l'energia, nella segnalazione 733/2017/I/EEL del 2 novembre, ha proposto a Governo e Parlamento il rinvio di un anno del completamento della riforma. “L’Autorità ha già avuto modo di elencare – si legge nella segnalazione - i benefici che deriveranno ai clienti domestici e al sistema energetico italiano nel suo complesso con il completo superamento della struttura progressiva per tutte le componenti tariffarie che incidono sulla bolletta elettrica delle famiglie; ciò in termini sia di contributo al raggiungimento degli obiettivi europei di sostenibilità ambientale sia di capacitazione del cliente finale.” Tuttavia, “l’attuazione dell’ultima fase della riforma tariffaria per clienti domestici, contestualmente all’avvio delle misure previste dalla revisione della 'disciplina energivori', potrebbe comportare effetti economici riconducibili a maggiori esborsi su larghe fasce della popolazione”. Pertanto, “al fine di assicurare nella sostanza il rispetto del principio di gradualità, Governo e Parlamento potrebbero valutare l’opportunità di fornire indirizzi all’Autorità sugli obiettivi da privilegiare; a tale proposito, nell’ambito delle decisioni che l’Autorità dovrà assumere entro la fine del corrente anno, potrebbe essere prevista un’estensione del percorso di transizione originariamente disegnato, rinviando di un anno il completamento della riforma inerente le componenti a copertura degli oneri generali di sistema per i clienti domestici”.