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Riforma VIA: la Lombardia non ci sta

La Lombardia annuncia il ricorso alla Corte Costituzionale per la presunta illegittimità della Riforma sulla VIA (Valutazione impatto ambientale)

sabato 5 agosto 2017 - Erika Seghetti

via

La Giunta regionale della Lombardia ha dato il via libera alla proposta di ricorso alla Corte Costituzionale per la questione di legittimita' relativa alla disciplina nazionale intervenuta in materia di Via (Valutazione impatto ambientale)". Lo comunica, in una nota, l'assessore regionale all'Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile, Claudia Terzi.

La Riforma della disciplina della valutazione di impatto ambientale (VIA), lo ricordiamo, è entrata in vigore lo scorso 21 luglio 2017

Si tratta del decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 104 recante “Attuazione della direttiva 2014/52/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, che modifica la direttiva 2011/92/UE, concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, ai sensi degli articoli 1 e 14 della legge 9 luglio 2015, n. 114.”, pubblicato in GU lo scorso 6 luglio.

 LE PRESUNTE VIOLAZIONI

"I principali profili di illegittimita' costituzionale - sottolinea Terzi - nascono dall'entrata a pie' pari, da parte dello Stato, su competenze che la Costituzione individua come potesta' legislativa regionale". "In particolare, i passaggi critici del Decreto Legislativo che abbiamo evidenziato - spiega l'assessore regionale - sono rappresentati da una riduzione del potere di legiferare da parte delle regioni con un aumento di competenze in capo allo Stato, il mancato coinvolgimento nella determinazione dei costi amministrativi, nonche' l'introduzione di disparita' tra procedimenti di competenza statale e regionale".

LE REGIONI PERDONO COMPETENZE

Il Governo era solo tenuto a recepire alcune disposizioni europee in materia di Via invece, la nuova norma e' andata ben oltre riportando verso lo Stato competenze che prima erano demandate alle Regioni secondo il principio di vicinanza al territorio e ai cittadini. Alle regioni e' rimasto l'esercizio delle funzioni amministrative, potendo intervenire solo su alcuni aspetti meramente operativi. Piu' punti della norma violano, altresi', il principio di leale collaborazione tra Stato e Regione e intervengono su materie di competenza anche regionale, come la tutela della salute.

MANCATO CONFRONTO

"Il Governo dimostra, ancora una volta - sottolinea Claudia Terzi - di non ascoltare il parere delle Regioni andando ciecamente per la propria strada. Eppure, le Regioni avevano condiviso e portato alla Conferenza Stato- Regioni un documento circostanziato e migliorativo rispetto alla proposta approvata dal Consiglio dei Ministri. Le nostre richieste, invece, sono state completamente disattese

LIMITARE I DANNI DELLO STATO

"Come Regione Lombardia, nonostante le criticita' espresse in piu' sedi - ribadisce Claudia Terzi - non manchiamo di fare la nostra parte. Infatti, siamo intervenuti tempestivamente approvando, nella scorsa seduta di Giunta, una proposta di aggiornamento della Legge regionale in materia, cercando di limitare i danni generati dal provvedimento statale e trovando le risorse finanziarie necessarie per la gestione delle piu' complesse procedure amministrative, nonostante il Governo ci abbia imposto questa riforma ritenendola a costo zero".

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