Aria di Olimpiadi Invernali 2026 al convegno-dibattito svoltosi al Pirellone, sede del Consiglio Regionale “La rigenerazione degli immobili in Lombardia” per rilanciare l’economia, risparmiare suolo, rendere efficienti gli edifici e tutelare l’ambiente. L’evento, su proposta dall’ Associazione Metropolis, ha visto la partecipazione costruttiva delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, degli imprenditori, dei professionisti, delle associazioni che rappresentano gli operatori immobiliari; modello Olimpiadi Invernali 2026, appunto.
Si tratta di un progetto di legge – il cui dibattito comincerà l’11 luglio prossimo ha assicurato Andrea Monti, vicepresidente della Commissione V nel saluto istituzionale – per cambiare il volto delle periferie lombarde, intervenendo anche sui vincoli che spesso impediscono di apportare i cambiamenti necessari.
Il progetto si affianca a quello dell’assessore regionale al Territorio Pietro Foroni (Lega): “Il progetto non ha solo finalità economiche, ma anche culturali e sociali, e segue ed integra l’iniziativa della Regione durante la scorsa legislatura che aveva quale obiettivo la riduzione del consumo del suolo.” Aggiungendo: “Approvata la legge, per la quale vengono messi a disposizione da oggi al 2021, oltre 2 milioni di euro, andremo a trattare con il Governo per ottenere le risorse necessarie per la sua esecuzione. E’ il momento di sollevare i Comuni dall’ onere di finanziarsi con gli oneri di urbanizzazione”.
“Per favorire la rigenerazione degli immobili – ha detto Gabriele Barucco, consigliere regionale di Forza Italia e moderatore dei lavori – sono previste misure concrete come l’assegnazione di bonus volumetrici dal 10 al 20 per cento, oltre a bonus per l’incremento del verde, esenzioni fiscali, sconti sugli oneri di urbanizzazione, deroghe alle norme locali per favorire gli interventi e accelerazione delle procedure di esame dei progetti. A individuare gli interventi saranno sia i privati che le istituzioni”.
Aggiunge Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Regione Lombardia: “Diverse aree periferiche, specialmente nelle grandi città, versano in uno stato preoccupante. La politica ha il dovere di porre rimedio a questa situazione contribuendo alla creazione di un ambiente più sano e sicuro, contrastando fenomeni deleteri come quello dell’abusivismo e del degrado urbano. Per incidere davvero sull’ambiente cittadino, è necessario semplificare le procedure e avviare un serio piano di riqualificazione e rigenerazione degli immobili, prevedendo inoltre la presenza di maggiori aree verdi”.
Secondo Bruna Vanoli Gabardi di Assoedilizia “la questione della rigenerazione urbana – in particolare ciò che riguarda i cosiddetti edifici abbandonati e degradati – è stata affrontata contemporaneamente a livello statale, regionale e comunale con le stesse finalità ma, sembra proprio di dover concludere, con individuazioni consequenziali diverse”.
“Esistono due modi di approcciare la questione – ha proseguito –: c’è una posizione che si fonda sul criterio della incentivazione, attraverso misure premiali, dell’azione condotta dall’operatore privato, adottata dalla Regione Lombardia (anche se pure nel progetto di legge regionale si trovano sanzioni per gli ‘inadempienti’). E c’è la posizione che si fonda su un procedimento coercitivo il quale prevede, come sanzione del mancato rispetto della norma, misure di contenuto ‘espropriativo’ della proprietà privata in difetto di qualsiasi previsione normativa regionale, statale o comunitaria che possano legittimarla.”
Concludendo: “Per quanto riguarda poi la procedura di individuazione degli edifici abbandonati e degradati appare fondarsi su criteri estremamente incerti ed affidati unicamente alla pura discrezionalità della pubblica amministrazione in quanto mancanti di qualsiasi predeterminazione normativa.”
Carmela Rozza, consigliere regionale PD: “Le leggi urbanistiche in Lombardia funzionano relativamente perché esistono tre realtà diverse: aree urbane, aree periferiche, aree verdi (montagne, laghi ecc.). Una ricetta non può essere valida per tutte. Gli incentivi volumetrici non sempre sono premianti in quanto, in zone poco appetibili, è inutile costruire di più. Occorre un fondo regionale integrato da risorse statali. E Nicolò Carretta, consigliere regionale Lombardi Civici ed Europeisti, ha citato Bergamo quale esempio di buona amministrazione a proposito degli oneri di urbanizzazione la cui entità è molto diversa secondo i luoghi di costruzione.
Sono inoltre intervenuti Alessandro Mattinzoli, assessore allo Sviluppo Economico della Regione, che ha richiamato l’attenzione sulle opportunità offerte da un’economia ecosostenibile; Mauro Piazza, Consigliere regionale relatore PDL, sulla rigenerazione immobili abbandonati. Il tema “Le innovazioni del Progetto di Legge” è stato trattato dall’ arch. Gerardo Ghioni, presidente Associazione Metropolis proponente.
“La rigenerazione dell’EXPO, un esempio innovativo”, Marco Carabelli direttore generale Arexpo; “La proposta dell’Assessorato al territorio”, Filippo Dadone, direttore Unità organizzativa urbanistica e Sviluppo del territorio Regione Lombardia; Vittorio Biondi, coordinatore CT Territorio e Infrastrutture, Confindustria Lombardia; Federico Filippo Oriana, presidente Aspesi; Andrea Vescia, area urbanistica Ance Lombardia; Alberto Villa, presidente Dipartimento Urbanistica ANCI; Antonio De Marco, Collegio Ingegneri e Architetti di Milano; Carlo Massoletti, vicepresidente Confcommercio Lombardia; Virginio Trivella, coordinatore Rete Irene. (fonte: Assoedilizia informa)