Il comma 16 dell'articolo 104 del disegno di legge di bilancio 2025, in discussione alle Camere, interviene sull’articolo 1 della legge n. 160 del 2019, prevedendo alcune riduzioni di spesa in materia di rigenerazione urbana.
In particolare, la lettera a) del citato comma 16 prevede una riduzione dei contributi per investimenti in rigenerazione urbana di cui all’articolo 1, comma 42, della citata legge n. 160 del 2019, assegnati ai comuni per 200 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2030 per un totale di 800 milioni di euro.
Inoltre, la lettera b) del comma 16 prevede una riduzione dei contributi per spesa di progettazione a favore degli enti locali, a partire dall’annualità 2025 sino all’annualità 2031, assegnati agli enti locali ai sensi dell’articolo 1, comma 51, della citata legge n. 160 del 2019. In particolare, i contributi riferiti al periodo 2025 sono ridotti di 200 milioni di euro e quelli riferiti al periodo 2026-2031 sono ridotti di 100 milioni di euro per ciascuna annualità, per un totale di 800 milioni di euro.
INU: grave errore del Governo
“Un miliardo e 600 milioni di tagli alla rigenerazione urbana è un grave errore del Governo, che per giunta confligge con l’orientamento espresso dalla maggioranza di approvare una legge proprio sulla rigenerazione urbana. Rivolgiamo un appello all’esecutivo e al Parlamento per il ripristino delle risorse”, commenta in una nota l’Istituto Nazionale di Urbanistica.
PINQuA
L’INU segnala “il taglio lineare di 800 milioni ai cosiddetti PINQuA, i progetti del Programma innovativo per la qualità dell’abitare gestiti dal Ministero delle Infrastrutture e realizzati dai Comuni che hanno firmato convenzioni con lo Stato aggiudicando appalti alle imprese. I cantieri sono avviati e le imprese potrebbero rivalersi sui Comuni in caso di interruzione dei lavori per sopravvenuta mancanza di fondi. Un’altra grave conseguenza sarebbe il ritiro degli investimenti privati”. Gli 800 milioni dei PINQuA, prosegue l’Istituto Nazionale di Urbanistica, “vengono poi tagliati a fronte di anticipazioni sul PNRR che il governo ha già acquisito dall’Unione europea. Dall'inserimento in PNRR i PINQuA derivano quindi l'obbligo di conclusione nel 2026, ma come si farà a ultimarli se si tagliano i finanziamenti? E se non si ultimano, come si giustificherà in sede europea il mancato raggiungimento degli obiettivi?”.
Programma periferie degradate
L’Istituto Nazionale di Urbanistica evidenzia “anche altri 800 milioni tagliati sono del Programma periferie degradate. Anche in questo caso le convenzioni sono firmate, gli appalti avviati e i contributi dei privati attivi”.
Appello a Governo e Parlamento
L’INU rivolge in conclusione un appello a Governo e Parlamento per “il ripristino dei fondi per la rigenerazione urbana, per ragioni tecniche ma anche perché si tratta di risorse che vanno a beneficio della qualità di vita nelle nostre città. Servono in primo luogo ai cittadini che hanno diritto a spazi pubblici più salubri, a infrastrutture rinnovate, a servizi più efficienti. È tra l’altro quanto meno paradossale che le risorse vengano cancellate proprio nella fase in cui emerge la volontà politica di condurre in porto la legge sulla rigenerazione urbana, che rischia così di trasformarsi in un mero spot, per giunta infelice”.