È iniziato il 63° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, riuniti a Roma per fare il punto sulla categoria, come spiega il titolo scelto per l’evento “Costruiamo la nuova classe dirigente”. Un momento di confronto importante visti anche gli ultimi eventi che hanno scosso il Paese, il crollo del Ponte morandi. Un momento anche per confrontarsi, prima di tutto con le Istituzioni. “Servono più ingegneri per avviare il processo di messa in sicurezza in questo Paese, serve un protocollo nazionale (indispensabile) che impegni il Paese a vigilare secondo standard precisi”. Così in apertura del Congresso, il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano. indispensabile, dunque, anche il dialogo con le Istituzioni. Presenti in sala proprio il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, e Barbara Lezzi, Ministro per il Sud.
“Non vi nascondo l’emozione nell’essere qui di fronte a quella che dovrebbe essere la classe dirigente di cui il Paese ha bisogno”. Inizia così il suo discorso il Ministro Toninelli (già intervistato ne Il Giornale dell’Ingegnere, n. 7 settembre). Nei quasi tre mesi trascorsi dall’inizio del mandato, Toninelli ha maturato una profonda convinzione, “c’è chi straparla a vuoto, e chi invece agisce davvero e voi professionisti vi trovate dalla parte di chi fa e di chi realizza in modo completo”. Secondo il Ministro, la prima grande opera di cui si ha estrema necessità è fare una grande opera partendo da quelle più piccole. Per far sì che ciò si realizzi occorre però porre rimedio alla vera emergenza dell’Italia, ancora “antica e fragile in tante aree”, ovvero la manutenzione ordinaria. Ritornando alla tragedia del Polcevera, continua Toninelli, “la colpa è di chi doveva custodire quel ponte [...] il fatto di pensare che il mondo da quasi trenta giorni ci stia guardando come un Paese non sicuro fa pensare: noi dobbiamo dimostrare che siamo all’altezza dei principali leader mondiali”.Stop, dunque, alle grandi opere inutili che deturpano il paesaggio e non si integrano con il territorio, stop a opere che non mettono in sicurezza i cittadini e il loro benessere. E chi meglio della categoria degli ingegneri per dare il via a questo rilancio, non solo delle infrastrutture? “Lo Stato deve consertirvi di liberare le vostre energie e competenze”. Poi il Ministro si è soffermato sul precariato giovanile che colpisce anche i giovani ingegneri. Da qui l’iniziativa lanciata per il reclutamento di giovani professionisti che possono dare, con le loro conoscenze, un apporto concreto al lavoro della sicurezza del MIT. Non solo, previsti nell’agenda del MIT anche il rilancio delle tecnologie, la sorveglianza delle opere pubbliche.
“Genova e l’Italia non rinascono senza di voi”.
E l’Italia non può rinascere se continua a crescere il divario tra nord e sud. Un sud mal collegato e ancora arretrato tecnologicamente. Di questo parere il secondo importante intervento del Congresso del Ministro per il Sud, Barbara Lezzi. “Il Mezzogiorno non è connesso”, sottolinea Lezzi, “mancano ferrovie e strade [...] la nuova classe politica deve assumersi la responsabilità e deve cercare un confronto con le RPT e le Università”. Causa di ciò gli errati investimenti: “la mancanza di investimenti che ha visto il nostro Paese protagonista ha penalizzato anche chi si era già formato”. Occorre, dunque, ascoltare le esigenze dei cittadini per poter dialogare con l’Europa.