L’inflazione e il rincaro delle materie prime hanno messo in allarme i settori produttivi e i mercati finanziari, ma da più parti – banche centrali incluse – sono arrivate rassicurazioni sulla natura temporanea e transitoria di questa fase. Come prevedibile, i rincari si stanno ripercuotendo anche su imprese e consumatori, e specialmente sulle bollette legate alle fonti energetiche, come luce e gas.
Il governo teme che l’aumento dell’inflazione “cattiva” (quella dovuta a fattori esogeni) possa in qualche modo frenare od ostacolare la ripresa, ed è quindi corso ai ripari con la costituzione di un Fondo da 1,2 miliardi per calmierare proprio l’impatto degli aumenti sulla bolletta elettrica.
La norma, introdotta con l’art. 3 del Decreto Legge 99 del 30 giugno (cosiddetto decreto fisco-lavoro), individua le coperture: 697 milioni di euro deriveranno in parte dalle aste verdi per la CO2 effettuate dal ministero della Transizione ecologica e dal Mise; altri 503 milioni di competenza della Cassa per i servizi energetici e ambientali.
Nello specifico queste risorse andranno a ridurre in bolletta la voce di spesa per gli oneri generali di sistema che sostiene le fonti rinnovabili e le attività che promuovono l’efficienza energetica del settore elettrico (Arim).
Senza questo intervento governativo il rincaro delle bollette sarebbe stato nell’ordine del 20%, come ha precisato Stefano Besseghini, presidente dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente. Il Decreto 99/2021, inserito come emendamento al D.L. Sostegni bis per una più rapida conversione in legge, ha invece ridotto l’impatto a un aumento stimato intorno al 9,9%.
di Franco Metta