Al 30 novembre di quest'anno risulta pari a circa 5.669 miliardi di euro, con una diminuzione di circa 76 mln di euro rispetto al mese precedente, il costo indicativo annuo degli incentivi riconosciuti agli impianti alimentati da fonti rinnovabili diversi da quelli fotovoltaici.
“La riduzione osservata – spiega il Gse che ha aggiornato al 30 novembre 2015 il Contatore - è da imputarsi principalmente alla decadenza del diritto di accesso all'incentivazione di impianti del D.M. 6/7/2012 a seguito della scadenza dei termini per l'entrata in esercizio, e alla progressiva scadenza del periodo di incentivazione di alcuni impianti a CV”.
Il contatore dà conto degli oneri di incentivazione imputabili agli impianti incentivati con il provvedimento CIP 6 (quota rinnovabile), con i Certificati Verdi (CV), con le Tariffe Onnicomprensive ai sensi del D.M. 18/12/2008, agli impianti incentivati mediante il Conto Energia per il Solare Termodinamico, agli impianti ammessi ai registri in posizione utile o vincitori delle procedure d'asta ai sensi del D.M. 6/7/2012 e agli impianti i cui Soggetti Responsabili hanno presentato richiesta di ammissione agli incentivi del D.M. 6/7/2012 a seguito dell'entrata in esercizio.
IN ASSENZA DI NUOVE NORME, IL TETTO DEI 5,8 MILIARDI NON SI RAGGIUNGERÀ NEL 2016. Secondo le simulazioni che il GSE ha effettuato in base ai dati in suo possesso, il contatore delle fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico non supererà, per tutto il 2016, il tetto dei 5,8 miliardi di euro, nemmeno nello scenario peggiore tra quelli ipotizzati, in assenza di revisioni normative o di eventi inattesi.
Per la prima volta – ha sottolineato il Presidente e Amministratore Delegato del GSE, Francesco Sperandini - pubblichiamo una simulazione dell’andamento dell’impegno di spesa per le rinnovabili non fotovoltaiche, che consentirà agli operatori di avere di fronte un orizzonte entro cui orientare le proprie scelte imprenditoriali, senza corse in avanti e senza frenate immotivate. Gli incentivi che gli italiani finanziano con le loro bollette – ha concluso Sperandini - risultano massimamente produttivi se generano un flusso ordinato d’investimenti: lo sforzo dei nostri uffici è stato e sarà sempre più orientato a contribuire a quest’obiettivo.
In base allo scenario evolutivo elaborato dal GSE, in assenza di revisioni normative o di eventi inattesi, anche nelle ipotesi peggiori, con prezzo dell’energia più basso, con l’entrata effettiva in esercizio di tutti gli impianti ammessi ad aste e registri (anche se oggi ancora allo stato di progetto) e in caso di aumento della producibilità degli impianti stessi, il tetto dei 5,8 miliardi non sarà raggiunto nel corso di tutto il 2016. L’elaborazione pubblicata rientra nell’ambito della più ampia operazione trasparenza intrapresa dal GSE e mette a disposizione di operatori e studiosi del settore i dati e le assunzioni teoriche relativi all’ampia mole di impianti a fonti rinnovabili non fotovoltaiche.
A gennaio 2016, quando il Contatore dovrebbe attestarsi, secondo le simulazioni, a 5,631 miliardi, sono attese le principali variazioni nel settore, con l’aggiornamento prezzi dell’energia, la transizione dai Certificati Verdi alla Feed in premium e l’aggiornamento della producibilità statistica. Stando alle simulazioni effettuate, anche qualora si verificassero le condizioni “peggiori”, l’andamento dell’impegno di spesa, per tutto il 2016, appare discendente.