Secondo la fotografia scattata da Anie Rinnovabili sulla base dei dati Gaudì, il settore delle fonti rinnovabili nei primi due mesi del 2016 mostra complessivamente un timido segnale di ripresa rispetto al primo bimestre 2015, con un +11%. L’elaborazione dei dati si basa sui comparti fotovoltaico, eolico e idroelettrico.
Si evidenzia un deciso miglioramento per il fotovoltaico, che prosegue il trend positivo degli ultimi mesi del 2015: la potenza dei nuovi impianti entrati in esercizio è aumentata del 28%, registrando un totale di 53,7 MW installati. Il 96% degli impianti connessi in rete, a cui corrisponde il 62% della nuova potenza fotovoltaica, è caratterizzato da taglie sino a 20 kW. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento di potenza sono Campania e Sicilia.
Si registra un’inversione di tendenza per l’eolico con la potenza degli impianti entrati in esercizio in diminuzione del 36%. Anche per l’eolico, il maggior contributo è dato dalle piccole taglie; infatti, gli impianti di potenza inferiore ai 200 kW costituiscono il 97% del totale, a cui corrisponde il 71% della potenza eolica connessa in rete. Per quanto riguarda la diffusione territoriale, il maggior incremento di potenza connessa rispetto all’anno precedente si è registrato in Sicilia.
Non positivo l’inizio dell’anno anche per l’idroelettrico, la cui potenza degli impianti connessi in rete ha subito un decremento dell’8%. Da sottolineare come tutti gli impianti entrati in esercizio siano di taglia inferiore a 3.000 kW. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento di potenza rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono Lombardia, Toscana e Veneto.
PREMATURO FARE PREVISIONI PER IL 2016. Dopo il primo trimestre dell’anno è prematuro fare previsioni per il 2016. L’analisi dei dati tendenziali lascia spazio ad un certo ottimismo, ma il confronto dell’andamento tra primo bimestre del 2016 e ultimo del 2015 – sulla base della stima preliminare del GSE sul 2015 e sulla base dei dati Terna fermi a novembre 2015 - è poco confortante; il settore ha registrato un brusco rallentamento (- 69%) con dinamiche molto differenziate per i singoli comparti: resiste il fotovoltaico (-4%), frena l’idroelettrico (-65%) e si ferma l’eolico (-96%).
Il ridimensionamento dell’idroelettrico e dell’eolico – aggiunge Anie Rinnovabili - è molto probabilmente da imputarsi soprattutto all’incertezza normativa sul decreto FER non fotovoltaiche, provvedimento che è tuttora al vaglio della Commissione Europea, nonostante avesse dovuto normare i meccanismi incentivanti dell’intero 2016.
Inoltre per l’eolico è prevedibile che alcuni provvedimenti regionali potrebbero rallentarne lo sviluppo. In Campania il Consiglio Regionale ha espresso parere favorevole al Disegno di Legge Regionale, che include la moratoria di 180 giorni al rilascio di nuove autorizzazioni per impianti eolici su tutto il territorio campano. In Calabria invece il Consiglio Regionale, nell’ambito del Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica (QTRP), è in procinto di individuare aree potenzialmente non idonee all’installazione di impianti, che ridurranno ulteriormente le aree disponibili. In entrambi i casi, fatti salvi eventuali nulla osta previsti ove l’impianto ricada in aree soggette a tutela dell’ambiente, del paesaggio o del patrimonio artistico-culturale, la normativa regionale obbligherebbe gli impianti eolici compresi tra 20 e 60 kW all'Autorizzazione Unica, che la normativa nazionale impone solo per gli impianti superiori ai 60 kW.
LAVORARE SULLE REGOLE 2020. Sicuramente – osserva Anie - non ha giovato allo sviluppo delle FER non fotovoltaiche anche il fatto che il contatore fosse prossimo al tetto di spesa annuale senza l’elaborazione di scenari plausibili del suo andamento. Per questo motivo è molto importante lavorare sul fronte legislativo e normativo per le regole che traguarderanno il 2020, così come previsto dalla disciplina europea sugli aiuti di Stato in materia di energia.
Al momento non risulta essere aperto alcun capitolo presso il MiSE, mentre il MIPAAF sta lavorando sul comparto delle biomasse.
Si auspica, infine, che l’incertezza normativa originata dalla revisione tariffaria sugli oneri generali di sistema per le utenze non domestiche non determini già a partire dal 2016 un ulteriore calo degli investimenti nel fotovoltaico e più in generale sull’autoconsumo.