Dal report- redatto da un gruppo di lavoro costituito presso la Direzione Generale per la Sicurezza degli Approvvigionamenti e le Infrastrutture Energetiche (DGSAIE) e formato da rappresentanti istituzionali e settoriali interessati alle tematiche energetiche- emerge infatti che l'energia da fonti rinnovabili copre oltre un quinto della produzione primaria richiesta e rappresenta la prima fonte di generazione elettrica (43% della produzione nazionale lorda).
Riduzione dei consumi negli edifici civili
La riduzione degli usi finali di energia (-4,6%) è stata generalizzata in tutti i settori e particolarmente acuta negli usi civili (famiglie e servizi pubblici e privati), che rimangono i maggiori consumatori di energia. Una ripresa dei consumi si registrata invece nel settore trasporti, dopo sette anni di contrazione.
Le fonti rinnovabili più utilizzate
Trainate da meccanismi di sostegno pubblico, le fonti rinnovabili (FER) hanno consolidato negli ultimi anni un ruolo di primo piano nell’ambito del sistema energetico italiano. Esse trovano ormai impiego diffuso sia per la produzione di calore (settore Termico, che concentra il 50% circa dei consumi complessivi di energia da FER) sia per la produzione di energia elettrica (settore Elettrico, 45%) sia infine come biocarburanti per l’autotrazione (settore Trasporti, 5%).
Settore elettrico
Per quanto riguarda in particolare il settore Elettrico, grazie agli oltre 600.000 impianti alimentati da fonti rinnovabili in esercizio sul territorio nazionale, per una potenza installata di circa 50.000 MW, nel 2013 sono stati prodotti 112 TWh di energia elettrica, mentre nel 2014 la stima preliminare si attesta sui 118 TWh. La fonte rinnovabile più utilizzata per la produzione di energia elettrica è quella idraulica (47-48% della generazione da FER), seguita da quella solare (19-20%), dalle bioenergie (biomasse solide, bioliquidi, biogas e frazione rinnovabile dei rifiuti: 14%), dalla fonte eolica (13%) e da quella geotermica (5%).
Settore termico
Il contributo fornito dalle fonti rinnovabili nel settore Termico è un fenomeno che è stato approfondito dal punto di vista statistico solo negli anni più recenti, grazie principalmente alle attività di rilevazione sviluppate dal GSE ai fini del monitoraggio degli obiettivi europei sugli impieghi di FER e alla realizzazione di importanti rilevazioni sul tema
Nel 2013 risultano consumati circa 10,6 Mtep di fonti rinnovabili per riscaldamento, pari al 18% dei consumi termici complessivi del Paese; in particolare, 9,8 Mtep sono stati consumati in modo diretto (attraverso stufe, camini, pannelli solari, pompe di calore, impianti di sfruttamento del calore geotermico), mentre 0,8 Mtep sono relativi ai consumi di calore prodotto da attività di trasformazione, principalmente impianti di cogenerazione e sistemi di teleriscaldamento alimentati da biomasse (calore derivato). I dati preliminari relativi al 2014 indicano una leggera flessione della produzione complessiva rispetto all’anno precedente, stimabile in circa 0,4 Mtep, associata principalmente alle più favorevoli condizioni climatiche.
La fonte rinnovabile di gran lunga più importante per la produzione di energia termica è costituita dalla biomassa solida (7,8 Mtep nel 2013 e 7,3 Mtep secondo le stime preliminari del 2014), utilizzata soprattutto nel settore domestico in forma di legna da ardere e pellet; è ancora piuttosto limitato, invece, lo sfruttamento della risorsa geotermica e di quella solare (complessivamente 0,3 Mtep - 0,4 Mtep). È da sottolineare, infine, il contributo rilevante fornito delle pompe di calore (oltre 2,5 Mtep sia nel 2013 che nel 2014).