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Rinnovabili, via libera del Parlamento Ue a nuove regole per accelerare la procedura autorizzativa

Ridotta la durata massima della procedura autorizzativa per i nuovi impianti situati in "zone di accelerazione per le energie rinnovabili" dai dodici mesi proposti dalla Commissione a nove mesi. Qualora l'autorità competente non dovesse rispondere entro la scadenza prevista, il permesso sarebbe approvato secondo il principio del “silenzio positivo”

giovedì 15 dicembre 2022 - Redazione Build News

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Nuove regole per velocizzare la procedura di concessione dei permessi per i nuovi impianti di energia rinnovabile come pannelli solari o mulini a vento o l'adeguamento di quelli esistenti.

È quanto prevede un testo legislativo approvato ieri dal Parlamento europeo con 407 voti favorevoli, 34 contrari e 181 astensioni.

Nel testo adottato mercoledì, che rappresenta il mandato del Parlamento per i negoziati con i governi UE, i deputati hanno ridotto la durata massima della procedura autorizzativa per i nuovi impianti situati in "zone di accelerazione per le energie rinnovabili" dai dodici mesi proposti dalla Commissione a nove mesi. Tali zone dovrebbero essere delineate da ogni Paese UE in base alla propria capacità di installare le energie rinnovabili più velocemente. Qualora l'autorità competente non dovesse rispondere entro la scadenza prevista, il permesso sarebbe approvato secondo il principio del "silenzio positivo".

Al di fuori di tali zone, la procedura autorizzativa non dovrebbe superare i 18 mesi, e non più due anni come inizialmente proposto. Per quanto riguarda il ripotenziamento degli impianti già esistenti, la durata massima sarà di sei mesi.

Nello stabilire le regole per le zone di accelerazione per le energie rinnovabili, i Paesi UE dovranno evitare - o contenere significativamente - un impatto ambientale negativo. I siti Natura 2000, i parchi, le riserve naturali e le rotte migratorie identificate di uccelli e mammiferi marini devono essere esclusi, ad eccezione delle superfici artificiali come tetti, aree di parcheggio o infrastrutture di trasporto.

Inoltre, i deputati hanno aggiunto delle disposizioni per garantire il coinvolgimento del pubblico prima di scegliere un'area per l'installazione di un impianto e designare le aree rinnovabili.

AUMENTARE LE DOTAZIONI DI PANNELLI SOLARI SUGLI EDIFICI E POMPE DI CALORE. I Paesi UE saranno obbligati a garantire che le autorizzazioni per installare gli impianti a energia solare sugli edifici siano rilasciate entro un mese, mentre per gli impianti con potenza inferiore a 50 kW sarà sufficiente una semplice notifica. L'installazione di impianti solari sarà esente dall'obbligo di effettuare una valutazione di impatto ambientale. Inoltre, il processo di rilascio di un’autorizzazione per l'installazione di pompe di calore non dovrà durare più di un mese.

Al fine di immettere più energia rinnovabile nella rete senza ritardi, i deputati hanno anche incorporato alcuni elementi di una recente proposta della Commissione, presentata con la cosiddetta "procedura d'emergenza", affinché la maggior parte delle disposizioni possano entrare in vigore già nel 2023.

Il relatore Markus Pieper (PPE, DE) ha dichiarato:

Oggi abbiamo gettato le basi per un processo di rilascio dei permessi sempre più rapido, al fine di poter utilizzare più velocemente le energie rinnovabili e dare così impulso alla transizione energetica. Abbiamo introdotto nuove misure che consentono agli Stati membri e alle loro autorità autorizzative un maggiore margine di manovra, come il principio del ‘silenzio positivo’ all'interno delle aree di accelerazione delle energie rinnovabili, in base al quale i progetti di energia rinnovabile rappresentano un interesse pubblico prevalente e possono beneficiare di una valutazione semplificata per specifiche deroghe nella legislazione ambientale UE.

PROSSIME TAPPE. I deputati sono ora pronti ad avviare i negoziati con il Consiglio per trovare un accordo in prima lettura.

CONTESTO. Il progetto di legge è stato presentato dalla Commissione come parte del pacchetto REPowerEU per ridurre la dipendenza europea dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia, in seguito all'aggressione all'Ucraina. La proposta modificherà le direttive sulle energie rinnovabili, sull'efficienza energetica e sul rendimento energetico nell'edilizia, sulle quali sono in corso revisioni separate nell'ambito del programma "Pronti per il 55%".

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