Con un’ordinanza del Tar del Lazio, sono state sospese le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Roma. La notizia arriva ieri 9 settembre, in vista delle elezioni che si sarebbero dovute tenere il 16 settembre prossimo.
Nonostante il ricorso presentato verso il Regolamento del Ministero della Giustizia del 3 febbraio scorso (art. 31 Decreto Legge 28/10/2020 n.137 convertito in Legge 18/12/2020 n.176, adottato con delibera in data 8/1/2021 e adeguato all’approvazione con prescrizioni in data 3/2/2021 del Ministero della Giustizia Prot. n°3677, che definiva le modalità per lo svolgimento delle elezioni per il rinnovo dei Consigli territoriali degli Ordini degli ingegneri, quale misura urgente in materia di tutela della salute, connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19), il Tar del Lazio ha deciso che occorrerà aspettare l’udienza del prossimo 20 ottobre 2021.
Perplessità e polemiche
Nel corso di questi mesi si sono riscontrate molte insofferenze da parte proprio della categoria degli Ingegneri italiani, visto e considerato che il Regolamento prima è stato relegato al solo voto di altre categorie professioniste (Commercialisti, Avvocati etc…) e non a quelle tecniche, suscitando perplessità e polemiche, in particolare sulla questione della tutela della parità di genere, che mette in crisi la validità delle elezioni stesse, qualora non si dovessero raggiungere le percentuali accettabili.
In più occasioni, anche di recente, il Consiglio Nazionale Ingegneri ha posto all’attenzione del Ministero di Giustizia le criticità del Regolamento Elettorale (DPR 169/2005) e la relativa compatibilità con l’articolo 51 della Costituzione, come modificato dalla Legge costituzionale 30 maggio 2003, n. 1. La suddetta disciplina elettorale, infatti, risente dell’assenza di previsioni espressamente finalizzate ad assicurare la promozione del principio di pari opportunità e ad incentivare l’uguaglianza di genere all’interno degli organi di rappresentanza e autogoverno della professione.
Risale, inoltre, a giugno scorso l’accusa al Ministero di Giustizia da parte dell’Ing. Santi Trovato, riportato nelle pagine del Sole24Ore in cui si afferma che le “inadempienze del Consiglio Nazionale” avrebbero causato il rinvio delle elezioni per il rinnovo dei vertici degli Ordini provinciali degli ingegneri e dello stesso CNI (il cui Consiglio resterà in carica fino a dicembre 2021).
In base a quanto comunicato dal CNI in risposta alle accuse dell’ing. Trovato: “Il Consiglio Nazionale, infatti, ha semplicemente adempiuto a quanto previsto da una Legge dello Stato (art. 31 del D.Lgs. n. 137 del 28/10/2020 convertito in L. n. 176 del 18/12/2020) [...] Essa prevede all’art.31, l’adozione di un nuovo Regolamento, da parte dei Consigli Nazionali, per consentire la votazione a distanza, con la conseguente necessità di predisporre specifiche piattaforme telematiche. In tal modo si assicurano la regolarità e l’affidabilità delle procedure nonché la segretezza del voto”.
In attesa di sapere quale sarà la decisione dell’udienza del prossimo 20 ottobre, il rischio a cui si presume si possa andare incontro è l’annullamento degli stessi voti e la sospensione dei nuovi Consigli eletti.
A questo proposito, il CNI ha inviato immediatamente una lettera alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia chiedendo indicazioni urgenti in merito alla prosecuzione delle votazioni di rinnovo dei Consigli Provinciali degli Ordini degli Ingegneri.
Al momento, infatti, sono in corso le procedure elettorali, la cui indizione è fissata entro il prossimo 16 settembre, termine che interessa sia gli Ordini che intendono votare in presenza che quelli che optano per il voto da remoto. L’iter elettorale prevede l’inizio delle votazioni nel quindicesimo giorno successivo all’indizione, per cui è necessario che il Ministero fornisca le sue indicazioni al più presto.
Infatti, è necessario precisare il perimetro applicativo della decisione del Tar, stabilendo se la sospensione debba essere estesa a tutti gli Ordini, indipendentemente dalla modalità di voto. Tali elezioni, infatti, stando all'ordinanza del Tar, potrebbero rischiare di diventare inutili. Il CNI rimane in attesa delle urgenti indicazioni del Ministero della Giustizia.