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Riqualificazione parco immobiliare e edifici a energia quasi zero: consultazione su Strategia e Piano

Entro il 4 dicembre le osservazioni e proposte sulla strategia STREPIN e sul piano PANZEB

lunedì 16 novembre 2015 - Redazione Build News

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Il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’ambiente hanno aperto una consultazione pubblica sulla Strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare (STREPIN) e sul Piano per l’incremento degli edifici a energia quasi zero (PANZEB).

Osservazioni e proposte da parte dei soggetti interessati (operatori, associazioni di categoria) possono essere trasmesse all'indirizzo e-mail strepin@mise.gov.it entro il 4 dicembre 2015.

STREPIN. La Strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale (STREPIN) stima il risparmio di energia atteso al 2020 nel settore civile grazie alle misure di promozione dell’efficienza energetica già attivate. Il documento, elaborato dall’ENEA, con il coordinamento del Ministero dello sviluppo economico, sarà approvato con decreto del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentiti il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, d’intesa con la Conferenza unificata.

Coerentemente con quanto previsto all’articolo 4 del decreto legislativo n.102/2014, il documento riporta un quadro del parco immobiliare nazionale e identifica i criteri di intervento in base all’ottimizzazione del rapporto costi/benefici; analizza poi le barriere tecnico, economiche e finanziarie che ostacolano la realizzazione di interventi di efficienza energetica negli edifici, con una rassegna delle misure di policy messe in campo per il superamento delle stesse, proponendo alcuni interventi finalizzati a migliorare l’efficacia degli strumenti di supporto. Il documento riporta, infine, una stima del risparmio di energia atteso al 2020 nel settore civile.

LE DIRETTIVE UE. L’efficienza energetica degli edifici è uno dei temi più rilevanti e strategici che si stiano dibattendo in questi anni in ambito europeo ed internazionale. L’Unione Europea si è fatta promotrice di programmi, progetti e direttive, come la 2002/91/CE e la 2010/31/UE sul rendimento energetico degli edifici, la 2006/32/CE sui servizi energetici e la 2012/27/UE sull’efficienza energetica, al fine di mettere in campo strumenti, criteri e soluzioni armonizzate e condivise sul tema specifico dell’incremento dell’efficienza energetica degli edifici, esistenti e nuovi.

LA STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE (SEN). L’efficienza energetica rappresenta la prima priorità della Strategia Energetica Nazionale (SEN), la quale istituisce un programma volto a superare gli obiettivi europei al 2020 e tendere verso una leadership industriale per catturare la forte crescita internazionale attesa nel settore delle tecnologie efficienti. In particolare, la SEN fissa l’obiettivo di 15,5 Mtep di risparmio di energia finale al 2020, equivalente ad un risparmio del 24% rispetto allo scenario di riferimento europeo.

MISURE DI REGOLAZIONE E DI INCENTIVAZIONE. Date le potenzialità di risparmio ottenibile dal settore civile, che nel 2013 copre circa il 39,1% degli impieghi finali nazionali, l’incremento dell’efficienza energetica negli edifici costituisce un obiettivo prioritario per il Paese, perseguito grazie all’attivazione di un’ampia gamma di misure di regolazione e di incentivazione:

- decreto legislativo n. 192 del 2005, di recepimento della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia, recentemente aggiornato con il decreto legge n. 63 del 2013 per recepire la direttiva 2010/31/UE;

- decreto legislativo n. 115 del 2008 e il decreto legislativo n. 28 del 2011 di recepimento, rispettivamente, della direttiva 2006/32/CE e 2009/28/CE;

- decreto legislativo n. 102 del 2014, di recepimento della direttiva 2012/27/UE.

I provvedimenti elencati rappresentano un significativo passo avanti del nostro Paese verso una maggiore efficienza energetica degli edifici e la promozione delle fonti rinnovabili: il settore civile, come indicato nel PAEE 2014, contribuirà all’obiettivo nazionale totale al 2020 per una quota pari a 4,9 Mtep/anno, suddiviso nel settore residenziale (3,67 Mtep/anno) e non residenziale (1,23 Mtep/anno).

POTENZIALE DI RISPARMIO ENERGETICO E BARRIERE. Il potenziale di risparmio energetico, in particolare per gli edifici, è ampio e spesso ottenibile tramite interventi di efficientamento dai ridotti tempi di ritorno. Tuttavia, numerose barriere - differenti nei settori di applicazione - ne impediscono la piena realizzazione. Gli sforzi per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico sono quindi orientati al superamento di tali barriere, razionalizzando e rinforzando strumenti ed azioni dedicate a ciascun segmento e settore. In particolare la SEN prevede:

- il rafforzamento di standard minimi e normative, in particolare per quanto riguarda l’edilizia ed il settore dei trasporti;

- l’estensione nel tempo delle detrazioni fiscali, prevalentemente dedicate al settore delle ristrutturazioni civili, da aggiornarsi per essere rese più efficaci ed efficienti in termini di costo/beneficio;

- l’introduzione di incentivazioni dirette per gli interventi negli edifici della Pubblica Amministrazione, la quale si trova impossibilitata ad accedere al meccanismo delle detrazioni fiscali e che dovrà svolgere un ruolo di esempio e guida per l’intero comparto economico;

- l’innalzamento degli obiettivi di risparmio previsti nel sistema dei Certificati Bianchi, strumento incentivante prevalentemente dedicato al settore industriale.

Fattori fondamentali per il successo delle misure menzionate sono, inoltre, il rafforzamento del modello ESCo, l’azione di controllo e enforcement delle misure implementate, le azioni di comunicazione e sensibilizzazione, il miglioramento del sistema di monitoraggio e contabilizzazione dei risultati e il supporto alla ricerca e all’innovazione.

PANZEB. Il Piano d’azione nazionale per l’incremento degli edifici a energia quasi zero (PANZEB) chiarisce il significato di NZEB (Near Zero Energy Building - Edificio a energia quasi zero) e ne valuta le prestazioni energetiche nelle differenti tipologie d’uso e zone climatiche. Stima quindi i sovra-costi necessari per la realizzazione di nuovi edifici NZEB o per la trasformazione in NZEB degli edifici esistenti, tracciando gli orientamenti e le linee di sviluppo nazionali per incrementare il loro numero tramite le misure di regolazione e di incentivazione disponibili.

Il documento è stato elaborato da un gruppo di lavoro composto dall’ENEA, l’RSE e il CTI, con il coordinamento del Ministero dello sviluppo economico. Il Piano d’azione sarà approvato con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri per la pubblica amministrazione e la semplificazione, della coesione territoriale, dell’economia e delle finanze, delle infrastrutture e dei trasporti, dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute, dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentita la Conferenza unificata.

DIRETTIVA 2010/31/UE. La direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia (di seguito denominata «direttiva EPBD», dall’inglese Energy Performance of Buildings Directive) è il principale strumento legislativo a livello dell’UE per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici europei. Un elemento fondamentale della direttiva EPBD è rappresentato dagli edifici a energia quasi zero (di seguito denominati «requisiti NZEB», dall’inglese Nearly Zero-Energy Buildings).

La direttiva EPBD prevede che gli Stati membri provvedono affinché entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione siano edifici a energia quasi zero e a partire dal 31 dicembre 2018 gli edifici di nuova costruzione occupati da enti pubblici e di proprietà di questi ultimi siano edifici a energia quasi zero.

I REQUISITI DEGLI EDIFICI A ENERGIA QUASI ZERO. Sarà considerato “edificio a energia quasi zero” ogni edificio, sia esso di nuova costruzione o esistente, che risponderà ai seguenti requisiti tecnici:

a) tutti i seguenti indici, calcolati secondo i valori dei requisiti minimi vigenti dal 1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici e dal 1° gennaio 2021 per tutti gli altri edifici, risultano inferiori ai valori dei corrispondenti indici calcolati per l’edificio di riferimento (edificio virtuale geometricamente equivalente a quello di progetto ma dotato dei parametri energetici e delle caratteristiche termiche minime vigenti):

- il coefficiente medio globale di scambio termico per trasmissione per unità di superficie disperdente (H’T);

- l’area solare equivalente estiva per unità di superficie utile;

- l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (EPH), l’indice di prestazione termica utile per la climatizzazione estiva, compreso l’eventuale controllo dell’umidità (EPC), l’indice di prestazione energetica globale, espresso in energia primaria (EPgl), sia totale che non rinnovabile;

- i rendimenti dell’impianto di climatizzazione invernale (H), di climatizzazione estiva (c) e di produzione dell’acqua calda sanitaria (w);

b) sono rispettati gli obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili nel rispetto dei principi minimi di cui all’Allegato 3, paragrafo 1, lettera c), del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.

PRESTAZIONI DEGLI EDIFICI NZEB. Sulla base della definizione di edificio NZEB è stata effettuata una valutazione dell’indice di prestazione energetica per alcuni edifici aventi diversa tipologia edilizia, destinazione d’uso e zona climatica scelti tra quelli utilizzati in precedenti studi.

Si evidenzia che, al fine di soddisfare i requisiti degli NZEB e in particolare il requisito riguardante l’energia rinnovabile, sarà fondamentale valutare l’utilizzo della pompa di calore (possibilmente centralizzata e combinata per la produzione di energia termica per riscaldamento, acqua calda sanitaria e raffrescamento) eventualmente associata a pannelli fotovoltaici, ove necessario al raggiungimento della quota rinnovabile.

Le differenze di prestazione energetica riscontrabili tra gli edifici esistenti sottoposti a trasformazione in NZEB e gli edifici NZEB nuovi, è dovuta principalmente al fatto che gli edifici residenziali monofamiliari ed uso ufficio esistenti hanno un solaio su terreno sul quale quindi non è possibile intervenire, mentre per gli edifici nuovi il solaio è isolato e garantisce una prestazione migliore. Inoltre, in molti dei casi analizzati la differenza è legata alle tipologie di impianto utilizzate, a volte differenti, e che hanno prestazioni differenti.

COSTI CONNESSI ALLA REALIZZAZIONE DEGLI EDIFICI A ENERGIA QUASI ZERO. Dotare l’edificio di quegli elementi e tecnologie tali da permettere il raggiungimento di un così elevato livello prestazionale, comporta, ovviamente, un aumento dei costi di investimento.

Affinché un edificio possa considerarsi NZEB, è necessario che siano rispettati diversi requisiti. Il primo di questi consiste in un maggiore isolamento termico dell’involucro edilizio. Per comprendere quantitativamente questa condizione occorre ricordare che, per un edificio di nuova costruzione o soggetto a ristrutturazione importante di primo livello, è richiesto che determinati indici prestazionali (tra cui H’T e EPH,nd) risultino inferiori ai valori dei corrispondenti indici limite calcolati per l’edificio di riferimento. L’edificio di riferimento è definito come un edificio identico a quello sottoposto a verifica progettuale in termini di geometria (sagoma, volumi, superficie calpestabile, superfici degli elementi costruttivi e dei componenti), orientamento, ubicazione territoriale, destinazione d'uso e situazione al contorno, e avente caratteristiche termiche e parametri energetici predeterminati. Ora, per classificare un edificio come NZEB, le caratteristiche termiche e i parametri energetici dell’edificio di riferimento sono più selettivi, anticipando i requisiti previsti per gli edifici nuovi e per quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti di primo livello a partire dal 2021 (2019 per la Pubblica Amministrazione). In particolare, sono richiesti valori inferiori di trasmittanza termica per i seguenti elementi: strutture opache verticali, orizzontali e inclinate verso l’esterno o ambienti non riscaldati e chiusure tecniche opache e trasparenti verso l’esterno o verso ambienti non riscaldati.

In termini pratici, per quanto concerne le strutture opache, una soluzione che consenta il rispetto di tale requisito consiste nell’applicazione di strati isolanti di spessore maggiore rispetto a quanto avverrebbe nel rispetto della normativa vigente. Immaginando l’utilizzo di materiali quali il polistirene estruso o espanso (conduttività termica pari 0,034 W/m·K), sono necessari spessori aggiuntivi di circa 3 cm, valore che si riduce nelle zone climatiche più calde (lo spessore complessivo dello strato isolante è, generalmente, inferiore ai 15/20 cm nelle zone climatiche più fredde e inferiore ai 10 cm in quelle più calde). Utilizzando altri materiali quali il sughero (conduttività termica di 0,05 W/m·K) gli spessori aggiuntivi possono aumentare leggermente. Per i materiali più comuni, il costo dello strato isolante aggiuntivo è compreso tra 1,5 e 3 €/cm per metro quadrato di superficie coibentata. Gli strati isolanti possono essere applicati all’esterno, così da limitare anche l’effetto dei ponti termici, in intercapedine o dall’interno. Specie per le nuove costruzioni, esistono anche altre soluzioni atte al raggiungimento del livello di isolamento termico voluto quali i termo-laterizi o i termo-intonaci. Nelle ristrutturazioni, invece, una soluzione decisamente più economica delle precedenti può essere il riempimento di un’eventuale intercapedine d’aria già presente con materiale isolante (tuttavia ciò potrebbe non essere sufficiente per raggiungere la trasmittanza termica richiesta).

In merito ai serramenti, le soluzioni tecniche possono essere varie (doppi o tripli vetri, riempimento dell’intercapedine con gas, trattamenti superficiali) e sono fortemente dipendenti dalla zona climatica. L’aumento del costo per un edificio NZEB è mediamente dell’ordine dei 40€ per metro quadrato di serramento, con oscillazioni che possono raggiungere i 70€/m2. Per quanto concerne le schermature, si segnala che un edificio, affinché sia considerato a energia quasi zero, non deve rispettare condizioni più sfidanti rispetto a quanto richiesto già ora per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni importanti di primo livello. In generale, però, si tenga presente che gli indici prestazionali di cui è richiesta verifica sono tra loro correlati e conseguentemente, a seconda delle scelte tecniche e architettoniche dei progettisti, potrebbe risultare necessario l’utilizzo di soluzioni ancora più performanti e che potrebbero non limitarsi al maggiore isolamento termico, ma, ad esempio, coinvolgere anche la ventilazione meccanica controllata.

IMPIANTI. Un altro fondamentale requisito che un edificio deve rispettare per essere considerato NZEB, riguarda gli impianti termici: essi devono essere progettati e realizzati in modo da garantire il rispetto della copertura, tramite il ricorso ad energia prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili, del 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento. Si consideri che per gli edifici di nuova costruzione e per le ristrutturazioni rilevanti, ai sensi del d.lgs. 28/2011, è già vigente un requisito circa il ricorso ad energia prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili. In particolare è richiesta la copertura del 35% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento, nonché del 50% dei consumi previsti per la sola acqua calda sanitaria. Inoltre, è prescritto anche un valore di potenza elettrica minima degli impianti alimentati da fonti rinnovabili che devono essere obbligatoriamente installati sopra o all’interno dell’edificio o nelle relative pertinenze.

Sul mercato è possibile trovare differenti tipologie di impianti alimentati da fonti rinnovabili: le pompe di calore elettriche o a gas nelle versioni aerotermiche, idrotermali o geotermiche, le caldaie o i cogeneratori alimentati a biomassa, i micro/mini impianti eolici, il solar cooling, i sistemi solari termici e fotovoltaici, lo sfruttamento di giacimenti geotermici a media ed alta entalpia. La scelta della soluzione più appropriata non è facilmente generalizzabile e non può prescindere né dal sito dell’intervento con le sue condizioni climatiche e la disponibilità di particolari risorse energetiche né dai servizi assolti nell’edificio (riscaldamento, raffrescamento, umidificazione, deumidificazione, produzione acqua calda sanitaria, ventilazione, illuminazione) e i conseguenti carichi. Inoltre nelle ristrutturazioni si è spesso vincolati dalla situazione ex-ante che di fatto limita il ventaglio delle soluzioni adottabili. Ad esempio, in un edificio condominiale dotato di impianti autonomi alcune soluzioni non sono realizzabili a meno di procedere ad una trasformazione radicale dell’edificio, fortemente invasiva ed onerosa. Per quanto riguarda il costo si osservano differenze sostanziali tra le varie tecnologie in funzione sia delle prestazioni sia del grado di maturità e diffusione.

PROCESSO DI OTTIMIZZAZIONE TRA CONSUMI ENERGETICI E COSTI. Gli attuali requisiti di prestazione energetica sono già frutto di un processo di ottimizzazione tra consumi energetici e costi (ai sensi del Regolamento delegato N.244/2012). Generalmente, infatti, spingersi oltre gli attuali requisiti minimi attraverso la realizzazione o la trasformazione di un edificio esistente in NZEB, comporta costi maggiori che non sono interamente recuperati attraverso i risparmi energetici conseguiti. Questi aspetti, nell’attesa di un’evoluzione del mercato che porti a una riduzione dei costi, possono essere opportunamente mitigati dalla presenza di adeguati incentivi e per mezzo dell’esecuzione degli interventi in particolari occasioni (finestre d’opportunità come la concomitanza di altri lavori di ristrutturazione).

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