Il Comitato europeo delle regioni, con il Parere 2018/C 054/11 pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea n. C/54 del 13 febbraio 2018, ha individuato le azioni necessarie a livello politico europeo per la riqualificazione sismica del patrimonio edilizio ed infrastrutturale.
Riportiamo il testo integrale del Parere (CLICCA QUI), di cui è relatore Vito Santarsiero (IT/PSE), membro del Consiglio regionale della Basilicata.
RACCOMANDAZIONI POLITICHE
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI
1. osserva che recenti studi sulla pericolosità sismica in ambito europeo (i.e., progetto SHARE finanziato nel 7PQ), pur confermando che i livelli più elevati di pericolosità interessano paesi come Italia, Grecia e Romania, indicano comunque livelli moderati anche per alcune aree di paesi come Francia, Germania, Belgio, Spagna e Portogallo, includendo anche la pericolosità derivante dai maremoti;
2. osserva che nei paesi membri dell'Unione europea (UE) è presente una grande quantità di edifici ed infrastrutture che richiedono consistenti interventi di manutenzione per via delle loro condizioni strutturali, del cambiamento delle condizioni ambientali e delle norme che regolano il settore delle costruzioni; in particolare, per quanto riguarda il patrimonio edilizio, i dati EUROSTAT e del Building Performance Institute Europe (BPIE) rivelano che dei circa 25 miliardi di m2 di superficie utile presenti nei paesi UE-27 (più Svizzera e Norvegia), circa il 40 % è stato realizzato prima del 1960;
3. osserva che alcuni paesi dell'UE, in particolare nell'area del Mediterraneo, sono stati colpiti nel corso della storia recente da eventi sismici devastanti con danni molto elevati sia sul piano sociale che economico; particolarmente grave è il bilancio in Italia dove, nel corso degli ultimi 50 anni, vi sono stati numerosi terremoti che hanno causato complessivamente oltre 5 000 vittime ed un danno economico stimato di circa 150 miliardi di euro;
4.osserva che, dall'analisi degli eventi sismici passati effettuata su scala mondiale, il numero di vittime e la distribuzione del danno sono maggiormente legati alla vulnerabilità delle costruzioni e all'impreparazione delle comunità colpite più che all'intensità degli eventi;
5. sottolinea che, analizzando gli effetti di un sisma sui sistemi locali e sul tessuto abitativo, infrastrutturale, nonché su quello economico e produttivo, si evidenzia un accentuato rallentamento e spesso un vero e proprio blocco dei processi di crescita territoriale;
6. sottolinea che garantire la sicurezza del patrimonio edilizio ed infrastrutturale significa interagire positivamente anche con le politiche regionali e di coesione e con gli obiettivi di crescita urbana e rurale dell'Unione europea;
7. è dell'avviso che una politica europea per la riqualificazione sismica di edifici e di infrastrutture debba essere basata su un approccio di governance multilivello che coordini le competenze pertinenti a livello europeo, nazionale e regionale, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità e in analogia con il metodo dell'agenda urbana dell'UE. Ricorda, in questo contesto, che il livello dell'UE ha ampie competenze in materia di fissazione di norme tecniche, mentre il livello nazionale, quello regionale o quello locale, sono competenti in particolare per la legislazione edilizia nonché per la pianificazione urbanistica;
8. rileva che un intervento organico di prevenzione del rischio sismico rappresenti una esigenza primaria per la UE al fine di tutelare la sicurezza dei propri cittadini, salvaguardare il proprio patrimonio storico e culturale, contenere le spese derivanti da danni a persone e cose, preservare le condizioni per lo sviluppo dei territori e degli investimenti per la crescita;
9. sottolinea che soprattutto gli enti locali e regionali hanno la responsabilità politica e istituzionale di proteggere i propri cittadini, sia perché tali enti rappresentano il primo livello di governance per garantire le operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione durante un'emergenza, sia perché svolgono un ruolo importante nella fase di pianificazione dell'emergenza e nello sviluppo di azioni di prevenzione strutturale (interventi) e non strutturale (informazione);
10. sottolinea, altresì, che gli enti locali e regionali, in quanto istituzioni più vicine ai cittadini, possono favorirne una maggiore presa di consapevolezza nei confronti del diritto/dovere della prevenzione dei rischi e del conseguente svilupparsi di comportamenti attivi per la mitigazione.
AZIONI PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO SISMICO
11. ritiene che, in considerazione dell'imponente quantità di edifici privati, pubblici e di infrastrutture su cui intervenire, vada definita, sulla base dei criteri uniformi a livello europeo (Eurocodici e altri), una classificazione della vulnerabilità sismica di edifici ed infrastrutture;
12. esorta la Commissione europea a incoraggiare l'avvio di un dialogo con il settore assicurativo a livello paneuropeo, inteso a trovare un incentivo finanziario, sotto forma di riduzione dei premi durante gli interventi di riqualificazione, e reputa utile approfondire la sostenibilità economica ed i potenziali vantaggi attesi da un potenziamento del sistema di coperture assicurative, prevedendo misure di mutualizzazione del rischio;
13. ritiene utile, al fine di favorire lo sviluppo di azioni di mitigazione attraverso una maggiore consapevolezza delle comunità, definire e comunicare con chiarezza sia le conseguenze di possibili eventi sismici che, soprattutto, i vantaggi derivanti dalla realizzazione di interventi di riqualificazione in termini di riduzione dell'impatto sociale (in particolare perdita di vite umane) ed economico;
14. osserva che, non essendo ancora disponibili metodi accurati e risultati trasferibili con chiarezza agli stakeholder non tecnici (amministratori, cittadini, ecc.) sui grandi vantaggi che possono derivare dalla realizzazione di interventi preventivi di riqualificazione, appare importante approfondire questo tema attraverso il finanziamento di specifiche attività di studio;
15. ritiene fondamentale, al fine di ottimizzare e indirizzare correttamente l'impegno tecnico ed economico finalizzato alla riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio esistente, promuovere, come base di partenza per le successive azioni, iniziative pubbliche e private di rilievo, conoscenza e analisi della vulnerabilità delle strutture esistenti, incentivando campagne di raccolta di dati per valutazioni su basi statistiche, definendo linee di priorità e metodologie condivise, di pari passo con le evoluzioni normative di settore, e misure di incentivazione o finanziamento;
16. osserva che esperienze di alcuni Stati membri — come l'Italia — segnalano la scarsa propensione ad investire risorse per interventi nel caso di proprietari anziani o di «seconde case»; di conseguenza appare utile attivare percorsi di sensibilizzazione a tali categorie oltre che forme di incentivo non limitate alle sole «prime case». Riconosce infatti l'esigenza di modulare le azioni finalizzate all'analisi e riqualificazione del patrimonio esistente anche sulla base di studi ed esperienze che inquadrino il singolo edificio all'interno di valutazioni di vulnerabilità di aggregato o di agglomerato urbano, riconoscendo così eventuali criticità potenziali prevalenti sulle effettive condizioni di utilizzo degli immobili;
17. osserva che è già in atto nei paesi europei una ampia opera di riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato per garantire l'incremento dell'efficienza energetica, finanziata anche con fondi europei, ma che tali interventi in generale non affrontano il tema della sicurezza strutturale e sismica;
18. sottolinea, al contrario, la necessità che una efficace opera di riqualificazione debba essere attuata attraverso interventi integrati e sostenibili in grado di conseguire, contemporaneamente e nel modo meno invasivo possibile, sia la riduzione della vulnerabilità sismica che l'incremento dell'efficienza energetica;
19. ritiene fondamentale che, a fianco di interventi di prevenzione strutturale, vengano sviluppate azioni di prevenzione «non strutturale» finalizzate, in generale, ad un avanzamento delle conoscenze sul rischio sismico e, in particolare, ad incrementare la consapevolezza e i comportamenti attivi dei cittadini;
20. ritiene che l'opera di prevenzione strutturale, oltre a mitigare il rischio, possa produrre un impatto positivo sull'ambiente, attraverso il prolungamento della vita utile delle costruzioni e la conseguente riduzione degli interventi di demolizione e ricostruzione post-sisma, obiettivo sottolineato anche nel regolamento europeo sui prodotti da costruzione [regolamento (UE) n. 305/2011] che ha introdotto, rispetto alla versione precedente (direttiva 89/106/CEE), un settimo requisito essenziale per le costruzioni denominato «uso sostenibile delle risorse naturali»;
21. riconosce che un programma di riqualificazione sismica, seppur richieda risorse ingenti e sia particolarmente oneroso nelle regioni e negli Stati membri con livelli più elevati e diffusi di rischio sismico, contribuisce ovunque alla occupazione e alla crescita economica con particolare riferimento alla ripresa del mercato delle costruzioni;
22. ritiene importante che gli interventi di riqualificazione sismica siano regolati da un quadro di norme tecniche in ambito europeo e affrontino anche il tema dell'adeguamento sismico delle costruzioni esistenti sulla base di un approccio olistico orientato a garantire sicurezza, robustezza e durabilità;
23. ritiene utile l'avvio di una piattaforma della UE per lo scambio di conoscenze, esperienze e migliori pratiche ai diversi livelli dei paesi della UE.
NUOVA POLITICA EUROPEA PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO SISMICO
24. condivide e ribadisce quanto sottolineato nel parere sul quadro di Sendai, ossia che tutti i progetti dell'UE relativi alla costruzione di nuove infrastrutture debbano garantire una adeguata capacità di resistere alle catastrofi, evidenziando, al tempo stesso, che tale obiettivo può determinare costi maggiori;
25. propone che i parametri descrittivi del rischio sismico di un territorio, ed analogamente per i rischi derivanti da altre calamità naturali, valutati secondo criteri opportunamente definiti, possano essere considerati tra quelli di riferimento per la ripartizione dei fondi SIE tra le regioni d'Europa; sottolinea che l'UE deve esigere che tutte le infrastrutture costruite con fondi SIE o con qualsiasi altro fondo dell'UE siano resistenti alle catastrofi;
26. propone che i regolamenti della UE possano prevedere l'utilizzo di fondi SIE per l'adeguamento sismico di immobili sia pubblici che privati, nonché di quelle infrastrutture, sia di trasporto viario che di servizio, strategiche per i paesi della UE;
27. propone che il piano d'azione preveda la riqualificazione di tutti gli edifici — compresi quelli residenziali — in relazione allo spazio pubblico, non solo per trasformarli in luoghi sicuri in caso di emergenza, ma anche per attuare una strategia urbana a lungo termine che preveda la possibilità di trasferire la popolazione residente in spazi pubblici adibiti alla sua protezione;
28. invita la Commissione europea a sviluppare in coordinamento con gli Stati membri e, ove ciò sia pertinente, con gli enti locali e regionali un piano d'azione per la riqualificazione sismica del patrimonio edilizio ed infrastrutturale nello spirito dell'articolo 5, punto 5), lettera b) del regolamento UE/1301/2013 sul Fondo europeo di sviluppo regionale; chiede anche agli Stati membri e agli enti locali e regionali di sfruttare appieno il sostegno fornito per questa priorità d'investimento nei programmi operativi per lo sviluppo regionale;
29. ritiene auspicabile inviare in questo modo un segnale forte per favorire investimenti, anche attraverso la cooperazione tra il settore pubblico e privato, per la riqualificazione sismica di edifici ed infrastrutture, con particolare accento sulla conservazione del patrimonio culturale e storico, sulle infrastrutture strategiche e sulle costruzioni ed infrastrutture agricole e industriali;
30. richiede un aumento degli investimenti in ricerca e innovazione nel campo della protezione sismica delle costruzioni, compreso lo sviluppo di ampi programmi di informazione e formazione;
31. invita le regioni e gli Stati membri interessati a includere la riqualificazione sismica degli edifici esistenti quale priorità nei loro programmi operativi per lo sviluppo regionale, sottolineando la necessità di destinare risorse finanziarie anche attraverso adeguati strumenti di incentivazione per le attività di prevenzione del rischio sismico;
32. ritiene che occorra dare attuazione alle proposte indicate ai punti precedenti tenendo conto delle mappe di pericolosità e rischio sismico di ogni Stato e/o regione, allo scopo di impiegare in modo ottimale le risorse e di conseguire i risultati migliori. In quest'ottica, si propone che vengano promossi gli opportuni lavori di ricerca per elaborare tali mappe o, qualora già esistano, per aggiornarle;
33. ritiene che un piano di azione proposto dalla CE possa essere uno strumento appropriato per promuovere ulteriormente la riqualificazione sismica delle costruzioni esistenti quale priorità nei programmi operativi per lo sviluppo regionale degli Stati membri;
34. rileva che le azioni comuni in questo campo possono essere potenzialmente più efficaci di misure frammentarie introdotte dai singoli Stati membri, e chiede pertanto uno sforzo unitario e coordinato in materia di protezione e riqualificazione sismica delle costruzioni;
35. raccomanda di promuovere e sostenere, coerentemente con gli obiettivi previsti nella Priorità 1 del quadro di Sendai, le iniziative di divulgazione e informazione ai cittadini, svolte a livello sia locale che nazionale, rivolte a favorire la diffusione della cultura della prevenzione.