Il 25 febbraio, in occasione della cerimonia per il conferimento della laurea honoris causa in Scienze della pace a Liliana Segre, è stato inaugurato il nuovo polo San Rossore 1938 dell’Università di Pisa: un progetto firmato da Heliopolis 21 che si pone l’ambizioso obiettivo di conciliare riqualificazione urbana e memoria storica. Il legame con la memoria storica del luogo si capisce già dal nome, che richiama le vicende dell’omonima tenuta pisana dove il 5 settembre del 1938 il re Vittorio Emanuele III appose la firma al primo provvedimento in “difesa della razza”.
Situato nel centro storico di Pisa tra via Risorgimento e via Nicola Pisano, tra le mura duecentesche e la Torre pendente, il nuovo edificio didattico sarà ampio 3.000 mq e ospiterà 11 aule, 4 laboratori da 1.300 posti complessivi e un teatro da 200 posti. Il polo ospiterà i dipartimenti di Civiltà e forme del sapere e di Biologia.
Una costruzione attenta all’ambiente
L’involucro autoportante in cemento armato a basso impatto energetico si somma ad altre attenzioni per le risorse naturali: l’apparato di recupero delle acque piovane per l’irrigazione del giardino di corte (di prossimo completamento), l’installazione di erogatori plastic-free d’acqua pubblica, e uno sperimentale sistema geotermico misto con 3 pozzi (160 m sottosuolo) e 38 sonde (110 m sottosuolo) che alimentano due pompe di calore separate, rendendo il Polo della Memoria San Rossore 1938 sostanzialmente autosufficiente. A ciò va aggiunto un sistema di illuminazione intelligente, la cui intensità è regolata in base alla luce naturale attraverso fotosensori e schermature solari domotiche. Tradotto in numeri, il Polo eviterà l’emissione di 89 tonnellate di CO2 all’anno.
Un edificio tra innovazione e memoria
Anche a livello progettuale, Heliopolis 21 ha voluto rispondere ad alcune questioni sociali cruciali che integrano i temi sollevati da Liliana Segre, realizzando un’architettura pubblica in grado di contribuire alla salvaguardia ambientale e alla giustizia sociale, al benessere degli studenti, all’innovazione tecnologica e al comfort urbano.
Il progetto ha affrontato temi salienti quali un’attenta opera di bonifica di un terreno inquinato che per decenni aveva ospitato un’azienda farmaceutica e un polo aperto alla città – fin dentro, al “Giardino della Memoria” – senza filtri né barriere architettoniche.
L’edificio è stato immaginato come un luogo in cui possano essere celebrati in libertà i valori della giustizia e della memoria, dotato di spazi flessibili nelle possibilità di utilizzo e nel concorso alla formazione di spiriti analitici, critici e liberi, fornendo il polo di infrastrutture e dotazioni d’avanguardia. Heliopolis 21 ha inteso anche dare risposta alla richiesta di resilienza urbana e comunitaria, nella rigenerazione di un luogo – dalle bonifiche agli interventi all’esterno – che per di più è un “caso studio” di edificio pubblico a emissioni quasi zero.
“Durante il progetto – affermano i progettisti – ci siamo domandati più volte che aspetto dovrebbe avere un edificio che trasmetta il senso della storia dell’ateneo pisano e della città di Pisa, e che trasmetta un senso di sicurezza rispetto a un ambiente che sarà sottoposto a condizioni climatiche estreme adesso sconosciute”.
Una ricerca applicata che nel programma progettuale ha fatto della eliminazione di elementi superflui per ottenere risparmio di materiali e contenere l’energia la chiave dell’inserimento nel cuore della città di un polo suddiviso in 4 volumi di altezze e funzioni differenti che richiamassero l’architettura storica pisana e le sue vicine mura medievali: proporzioni, allineamenti, impronte, ritmo delle aperture richiamano in tutto il contesto. Un esercizio di continuità, in chiave moderna, nato anche dalla collaborazione ad hoc tra Heliopolis 21 e l’architetto svizzero Roger Diener.