HARP, acronimo di “Heating Appliances Retrofit Planning”, è un progetto finanziato dall'Unione Europea nell'ambito del programma Horizon 2020. 5 i Paesi membri coinvolti: Italia, Portogallo, Spagna, Francia e Germania e 18 i soggetti partecipanti. Per l'Italia è membro di progetto l'associazione Assotermica, federata a ANIMA Confindustria. Assieme ad Assotermica partecipano al progetto Enea e Eurac Research.
Qual è l'obiettivo di Harp
Sensibilizzare l'utente finale è l'obiettivo del progetto. L'efficientamento degli apparecchi esistenti richiede una maggiore consapevolezza di ciascuno. Un cambiamento di mentalità che potrebbe avvenire se fossero disponibili e trasparenti diverse opzioni di scelta: con Harp sarà possibile. Il progetto si pone di far conoscere al consumatore i vantaggi derivanti dalla sostituzione dei vecchi apparecchi, destinati al riscaldamento degli ambienti e alla produzione di acqua calda sanitaria, e il potenziale risparmio raggiungibile con nuovi apparecchi ad alta efficienza. In tre anni si stima di coinvolgere 1,5 milioni di consumatori e circa 10mila persone potrebbero decidere di rendere più efficiente il proprio sistema di riscaldamento.
Come funzionerà la valutazione di Harp
Attraverso l'applicazione HARPa i consumatori e i professionisti del settore potranno ottenere l'etichetta energetica degli apparecchi di riscaldamento esistenti. L'applicazione fornirà anche una stima dei costi associati all'impianto di riscaldamento installato (consumo di energia, manutenzione, etc..), una panoramica delle alternative più efficienti disponibili sul mercato, insieme ai connessi benefici, quali risparmio economico ed energetico, riduzione delle emissioni di CO2, miglioramento del comfort indoor. Per motivare i cittadini alla sostituzione degli apparecchi esistenti con altri a più alta efficienza saranno, inoltre, indicati gli incentivi e i meccanismi finanziari disponibili a livello nazionale. HARPa sarà disponibile in due versioni diverse: una versione base per i consumatori e una versione avanzata dedicata ai professionisti che saranno in grado di fornire ai loro clienti indicazioni più dettagliate in merito alle soluzioni sostitutive adatte alle loro esigenze.
Perché sostituire la caldaia
Oggi l'apparecchio viene sostituito quasi esclusivamente quando si rompe e non c'è quindi tempo per riflettere e fare un investimento più mirato. È bene invece sapere che negli edifici circa l'80% dei consumi è associato al riscaldamento e alla produzione di acqua calda sanitaria, pertanto l'incidenza in bolletta è elevatissima.
È evidente, quindi, che il cambio della vecchia caldaia con una moderna può portare a grandi benefici sia per il singolo che per la collettività (in termini di riduzione del fabbisogno energetico del nostro Paese, di riduzione delle emissioni). Gli stessi edifici producono il 36% delle emissioni di gas serra. Nell'UE sono installate all'incirca 126 milioni di caldaie di cui circa il 60% risulta inefficiente.
Per portare un caso pratico basta considerare un appartamento di 100mq a Milano in classe G. Se volessimo riqualificare il vecchio impianto con caldaia convenzionale con un apparecchio ibrido, otterremmo un risparmio di energia finale di circa il 52% e un taglio dei costi in bolletta di almeno il 37%; tutto questo senza considerare l'altro grande beneficio che è la riduzione delle emissioni di ossidi di azoto in quantità superiori all'80%.
Nel settore dell'edilizia, che contribuisce in maniera rilevante al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici e incremento nell'uso delle fonti rinnovabili fissati dalla Comunità europea e vincolanti per tutti gli Stati Membri, una delle sfide più importanti è quella di riqualificare l'enorme parco impiantistico. Ad oggi, infatti, sono installati nelle case degli italiani milioni di impianti termici, che potrebbero essere resi più efficienti se solo se ne conoscessero le potenzialità.
Da una gestione del riscaldamento più consapevole fino a interventi di riqualificazione complessi, vi sono innumerevoli possibilità per fare efficienza energetica nell'interesse dell'ambiente e - non da ultimo - per avere una bolletta più "leggera".
In tal senso, il progetto HARP intende mettere il consumatore al centro, in linea con le politiche europee, per renderlo un soggetto attivo nella scelta del proprio impianto di riscaldamento.
L'idea è quella di utilizzare uno strumento semplice, immediato e ormai noto al consumatore, qual è l'etichetta energetica, in modo innovativo ovvero adottandola anche alle caldaie installate e già funzionanti nelle nostre case. Così facendo, ogni famiglia potrà avere un'indicazione della classe energetica della propria caldaia e questa maggior conoscenza potrà essere il primo passo per valutare cosa poter fare per migliorare il proprio livello dei consumi.
Oggi il tasso di sostituzione degli apparecchi di riscaldamento è inferiore al 4% sul parco installato; ciò significa che nella maggioranza dei casi gli apparecchi e gli impianti vengono toccati solo quando si rompono o danno dei problemi. Al termine del progetto triennale l'auspicio è di aver creato le condizioni (soprattutto culturali ma anche legislative) per incrementare questo valore percentuale, a testimonianza della giusta attenzione che dovrà essere riposta verso tecnologie che contribuiscono all'80% dei consumi delle nostre case e che sono in continua evoluzione. (fonte: Anima)