Attualità

Ritorno del freddo sulla Penisola: deroghe allo spegnimento dei riscaldamenti

Diverse amministrazioni comunali si sono viste costrette a prorogare il periodo di accensione del riscaldamento, rispetto ai piani previsti, ma con regole precise

lunedì 22 aprile 2024 - Franco Metta

road-2806478_1280 Fonte Pixabay

Gli esperti meteo lo avevano detto di non farsi illusioni durante quel fine settimana di aprile caratterizzato da caldo anomalo, e così è stato. Una brusca coda dell’inverno, a primavera inoltrata, ha fatto tornare freddo, neve e gelo sulla Penisola italiana, un po’ a tutte le latitudini. Così, con ordinanze last minute, diverse amministrazioni comunali si sono viste costrette a prorogare il periodo di accensione del riscaldamento, rispetto ai piani previsti ma con precise regole. Non è quindi un liberi tutti e ci sono dei distinguo. Vediamo alcuni casi.

Deroghe a macchia di leopardo

Ad Alessandria, in Piemonte, per esempio un‘ordinanza prevede che “in caso di abbassamento delle temperature è possibile attivare, per un massimo di sette ore al giorno, gli impianti termici. Pertanto anche al di fuori del periodo previsto di accensione, gli impianti termici possono essere comunque attivati in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l'esercizio”.

In Valtellina, a Sondrio, gli impianti rimarranno accessi fino al 28 aprile, con un limite di sei ore e mezza al giorno nella fascia oraria compresa dalle ore 05:00 alle ore 23:00, con l’obbligo di non superare i 17°C per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, e i 19°C per tutti gli altri edifici.

A Genova, in Liguria, la proroga su base volontaria varrà fino al 30 aprile e prevede 6 ore al giorno a regime normale (17 °C per le attività industriali e 19 °C per quelle residenziali con due gradi di tolleranza) e altre 6 ore a regime attenuato, ovvero 16 °C con due gradi di tolleranza. Ma nella stessa regione, a La Spezia, si potrà tenere acceso il riscaldamento fino al 23 aprile per un massimo di sei ore.

Spostandoci a est il comune di Pordenone ha derogato il posticipo dello spegnimento degli impianti di riscaldamento fino al 28 aprile compreso, per un massimo di 6 ore e 30 minuti al giorno in due sezioni, tra le 5 di mattina e le 23 di sera. A Verona invece il temine è fissato al 30 aprile, per non più di sette ore, con temperature di 19 °C per edifici pubblici e privati e 17 °C per quelli industriali.

Moral suasion a Bologna dove gli impianti di riscaldamento potranno rimanere accesi fino al 26 aprile con l’invito però a utilizzarli solo nelle ore più fredde, per un massimo di 6 ore giornaliere, entro i 19 °C. A Parma, nella stessa regione è stata decisa la proroga fino al 28 aprile, per un massimo di 6,5 ore, nella fascia oraria dalle 5 alle 23 ma anche qui l’invito a limitarne l’utilizzo solo nelle ore più fredde rispettando i limiti di temperatura prefissati.

Scendendo nel centro Italia e in Sardegna troviamo le proroghe di Arezzo (24 aprile, massimo 6 ore e temperature nei limiti prefissati), Siena (30 aprile, massimo 6 ore), Perugia (29 aprile, massimo 6 ore) e Nuoro (30 aprile, massimo 6 ore).

Condizioni meteo instabili fino al 25 aprile

In questi giorni le condizioni meteo saranno instabili o perturbate, caratterizzate da piogge e temporali sparsi prima al Nord e poi anche al Centro-Sud d'Italia, oltre che nevicate sia sulle Alpi sia lungo l'Appennino, a tratti anche sotto i 1000 metri e localmente fino a 400-500 metri al Nord.

Secondo gli esperti il tempo incerto è dovuto a una vasta circolazione depressionaria rilevata tra Europa e Mediterraneo, con aria fredda di matrice artica che transita sul vecchio continente portando temperature anche di 10 gradi al di sotto delle medie del periodo. Un graduale miglioramento è atteso all’indomani del 25 aprile, Festa della Liberazione, e solo nel fine settimana dovrebbe registrarsi un ritorno delle temperature a valori tipici di stagione.

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