Il Centro Ospedaliero Universitario del Vaud -CHUV- è un centro di livello europeo, uno dei cinque ospedali universitari svizzeri. Nel tempo all’edificio principale, ultimato nel 1982, si sono affiancati nuovi volumi che hanno permesso alla copertura dei volumi bassi, posti a sud, di liberarsi dell’eliporto e di disporre di superfici su cui intervenire in sopraelevazione con tre nuove realizzazioni: l’ampliamento del Centro Coordinato di Oncologia, l’estensione del ristorante del personale e la realizzazione del Blocco Operatorio Transitorio -BOPT-.
Il concept paesaggistico alla base del progetto
Le trasformazioni della città ospedaliera si iscrivono in un concept paesaggistico che ha ispirato la soluzione progettata da Meier + associés architectes, con il Bureau d’études Arteco, per la facciata del BOPT. Questo si sviluppa su 2 piani ad ogni piano c’è un blocco costituito da 8 sale e tutti i locali di filtro, accoglienza, lavoro, servizi e tecnici. Al piano superiore è stata realizzata la recovery, mentre al piano sottostante c’è la caffetteria per lo staff. Terminata la sua funzione transitoria, al momento dell’ultimazione della riqualificazione del Blocco operatorio centrale del CHUV, il BOPT è stato destinato, al piano inferiore, ancora alla chirurgia, mentre a quello superiore le sale operatorie sono state trasformate in sale di endoscopia e la recovery in ospedale di giorno.
Il BOPT è un volume con struttura a telaio metallico, solette orizzontali in calcestruzzo e acciaio, tamponamenti collaboranti. Su questa struttura edilizia è stato realizzato un involucro di facciata che si inscrive nel contesto, ricucendo il linguaggio dell’edificio anni ’70 e delle nuove espansioni, in particolare le due contigue sopraelevazioni. La proposta architettonica dello studio “meier+ associati” coglie, nel contesto eterogeneo del CHUV, alcune permanenze: il registro orizzontale delle fasce piene alternate alle fasce vetrate dell’edificio anni ’70, e il registro più fluido in pannelli in fibrocemento e vetrate delle due recenti sopraelevazioni.
Per realizzare questa continuità tematica e allo stesso tempo sottolineare il suo carattere specificamente tecnologico, il BOPT è stato rivestito con un bardage di nastri leggeri in alluminio composito. La facciata è relativamente chiusa verso l’esterno, con le eccezioni delle vetrate a nastro della facciata sud, quasi una fessura in corrispondenza della recovery, più alte in corrispondenza della caffetteria, che gode così della luce naturale e della veduta sulla strada.
La scelta di pannelli compositi in alluminio e nucleo minerale risponde ai requisiti di leggerezza, planarità, incombustibilità del rivestimento ventilato a schermo avanzato su una sopraelevazione. Il carattere leggero, il colore e la lucentezza di questa pelle dialogano con i pannelli in fibrocemento delle altre due sopraelevazioni. I pannelli sono montati su una sottostruttura verticale in relazione con la campata strutturale, il gioco dell’assemblaggio dei nastri piegati rompe il ritmo uniforme della struttura.