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Roma, all'asta 571 immobili del Campidoglio

Si tratta di immobili residenziali e commerciali privi di valore strategico la cui vendita frutterà un incasso di 308 milioni da reinvestire in manutenzione urbana, nuovi spazi pubblici e nuove case popolari

lunedì 9 febbraio 2015 - Redazione Build News

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Il Campidoglio ha deciso di vendere 571 immobili di sua proprietà tra case, locali commerciali, magazzini e cantine. Un patrimonio sparso in tutta Roma, con prevalenza del centro storico e dei quartieri semicentrali. Che frutterà, una volta alienato, un “tesoretto” stimato in 308 milioni di euro da reinvestire in manutenzione urbana, nuovi spazi pubblici e nuove case popolari.

L’operazione, che andrà a breve al vaglio dell’Assemblea Capitolina, è stata illustrata venerdì dal sindaco Ignazio Marino, dall’assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi e dal presidente della Commissione Patrimonio, Pierpaolo Pedetti. 

Ad esser posti in vendita sono interi condomini, singoli appartamenti, negozi e locali; tutti immobili che non hanno valore strategico per il Campidoglio, anzi costituiscono un onere per gli elevati costi di gestione e manutenzione.

VENDITE CON PROCEDURA PUBBLICA. I prezzi saranno basati sui valori di mercato indicati dall'Agenzia del Territorio, con la base d’asta abbattuta del 10-15% in proporzione alla durata residua dei contratti di locazione in corso. Per le case (in tutto 294), chi vi abita da almeno cinque anni avrà il diritto di opzione per l’acquisto e pagherà il 30% in meno rispetto al valore di mercato; agevolazione, quest’ultima, da cui saranno esclusi per legge gli immobili di pregio.

Quanto ai 277 locali non residenziali o ad uso misto, chi li detiene per svolgervi la propria attività avrà il diritto di prelazione nell’acquisto; ma dovrà comunque pagare il prezzo di aggiudicazione determinato dall’asta pubblica. Niente vendita, invece, per le botteghe storiche (negozi e laboratori).

Clausola per tutti, inserita per evitare fenomeni speculativi: gli immobili acquistati non potranno essere rivenduti prima di cinque anni.

TUTELATI I MENO ABBIENTI. Chi ha un reddito annuo sotto i 28mila euro, e non vuole comprare casa, potrà rimanervi e l’alloggio non sarà venduto. In caso di reddito inferiore ai 42mila euro – aumentato di 3.000 euro se in casa c’è un disabile grave – sarà proposto, prima che l’immobile sia posto in vendita, un nuovo contratto (in base alla legge n. 431/1998) con garanzia di permanenza per altri cinque anni. E per chi ha più di 75 anni la permanenza è assicurata in usufrutto, con la vendita della nuda proprietà.

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