Fisco

Roma: nel 2015 calo procedure negoziate, ma l’affidamento diretto resta la modalità più adottata

Nella nota inviata dal presidente Anac a Tronca il monitoraggio delle misure in materia di contratti d'appalto adottate dal Campidoglio lo scorso anno

venerdì 1 aprile 2016 - Redazione Build News

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Il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, ha inviato al commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, una nota sul monitoraggio delle misure in materia contrattuale adottate da Roma Capitale nell’anno 2015.

L'Autorità anticorruzione ha effettuato un confronto omogeneo sulla base dei dati estratti dalla Bdncp, inseriti a sistema dai numerosi centri di costo di Roma Capitale, relativi agli affidamenti di lavori, servizi e forniture espletati nel 2015 con i dati relativi agli anni 2012-2014, compendiati nella relazione Anac trasmessa al Sindaco p.t. di Roma Capitale con nota prot. n. 115590 del 14 settembre 2015 e alla base della delibera Anac n. 207 del 2 marzo 2016.

Le procedure di affidamento complessivamente espletate da Roma Capitale nel 2015 “sono state 6.734 per un importo complessivo pari ad € 857.875.924. Il decremento del numero degli affidamenti rispetto agli anni precedenti ed in particolare all’anno 2014, accompagnato da un significativo aumento degli importi affidati (7.832 affidamenti nel 2014 per un importo complessivo di 583.997.882), lascia supporre – osserva l'Autorità anticorruzione - la presenza di un effetto combinato dell’avvio del processo di centralizzazione degli acquisti adottato da Roma Capitale nel 2015 e di ottimizzazione della consistenza degli appalti operata dai singoli centri di costo con conseguente generalizzato incremento dell’importo medio degli appalti”.

RIDUZIONE DEL NUMERO DI PROCEDURE NEGOZIATE. Nel corso del 2015 “si è registrato un aumento del numero delle procedure ad evidenza pubblica espletate (265 procedure in più rispetto al 2014 con un incremento degli importi da € 164.978.890 a € 457.295.723) e dei relativi importi medi affidati a fronte della riduzione del numero di procedure negoziate espletate (dalle 6.771 nel 2014 alle 5408 nel 2015) a sostanziale invarianza economica (da € 419.018.992 del 2014 a € 400.580.201 del 2015). Il valore dell’importo complessivo delle procedure negoziate si è attestato al 46,69% nel 2015 contro il 71,75 dell’anno precedente”.

L’AFFIDAMENTO DIRETTO RESTA LA MODALITÀ PIÙ ADOTTATA. Nell’ambito delle procedure negoziate, l'Anac sottolinea la necessità di “analizzare approfonditamente alcuni fatti significativi che emergono dai dati acquisiti dalla BDNCP. L’affidamento diretto resta infatti la modalità più frequentemente adottata; sebbene sia stata riscontrata nel 2015 una riduzione del numero di tali affidamenti rispetto al 2014 (2.795 rispetto a 3.262), si è infatti registrato un notevole incremento degli importi complessivi (da € 111.270.727 del 2014 a € 157.144.608 del 2015) che ha comportato una maggiore incidenza di tale tipologia di affidamento sul totale delle procedure negoziate (dal 26,56 del 2014 al 39,23 del 2015)”.

MISURE CORRETTIVE. Secondo l'Autorità “occorre valutare la possibilità di procedere ad azioni correttive al fine di ridurre la persistente frequenza del ricorso all’affidamento diretto e ad altre tipologie di affidamento con procedura negoziata che sono state già oggetto di contestazione da parte di questa Autorità in quanto adottate in casi non contemplati dalla normativa vigente e per carenza di motivazione”.

Ulteriori aspetti, “ampiamente contestati dall’ANAC nella citata relazione trasmessa a settembre 2015 e nella delibera ANAC n. 207/2016, potranno costituire oggetto di specifici approfondimenti tra cui, la verifica del principio di rotazione degli operatori economici invitati, in particolare nel caso delle procedure espletate con il sistema SIPRONEG, il rispetto del numero minimo degli operatori economici previsto dalle norme e dai regolamenti interni da invitare alle procedure negoziate, nonché la verifica dei requisiti degli aggiudicatari”.

Il tavolo tecnico tra ANAC e Roma Capitale, conclude la nota del presidente Anac Raffaele Cantone, “potrà quindi essere la sede idonea per approfondire ed individuare le azioni correttive necessarie, mediante una puntuale disamina degli aspetti più critici ovvero di dubbia interpretazione”.

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