Milano si ispira a New York e immagina la propria High Line. Si chiama Rotaie Verdi, il progetto elaborato da Wwf Italia con il supporto di Fondazione Cariplo in partnership con Comune di Milano, Cooperativa Eliante e Rete Ferroviaria Italiana, che prevede la riqualificazione degli scali ferroviari dismessi di San Cristoforo, Porta Genova e Porta Romana, che verranno trasformati in un percorso naturalistico.
L’idea è quella di sfruttare la fascia del rilevato ferroviario per realizzare un corridoio ecologico lungo i binari, lungo circa 6 km, ipotizzando un mix di oasi naturalistiche dotate di una natura più selvaggia integrate ad aree destinate al verde pubblico.
Rigenerazione urbana
L’obiettivo principale è quello di promuovere la rigenerazione urbana, favorendo il collegamento fra alcune aree periferiche e il centro città, risanando alcuni aspetti di degrado e offrendo alla popolazione alcuni spazi da usufruire in vario modo. Oltre a percorsi pedonali e ciclabili ci saranno piccoli laghi artificiali, aiuole, panchine e aree attrezzate per le famiglie con bambini.
Favorire la biodiversità
Un altro obiettivo è la ricreazione di piccoli ecosistemi tipici del territorio lombardo. Secondo i rilievi già svolti da esperti naturalisti, il progetto potrebbe davvero favorire la biodiversità locale: all’interno degli scali e lungo i binari sono già presenti 368 varietà vegetali, pari all’81 per cento del totale noto in città, mentre gli invertebrati sarebbero rappresentati da 64 specie e sottospecie.
Resilienza e cambiamenti climatici
«La presentazione pubblica di Rotaie Verdi - ha spiegato Paola Brambilla, delegata regionale del Wwf - si inserisce nel più ampio impegno del Wwf Italia sul consumo di suolo, climate change e resilienza dei sistemi naturali che si sta realizzando nell’ambito della campagna europea Save the Soil, di cui è uno dei soggetti promotori. RotaieVerdi è un esempio vivido di come la pianificazione e la progettazione urbana possono essere formidabili strumenti di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; le aree dismesse urbane sono luoghi per nuove funzioni anche ecologiche: incrementare la resilienza urbana, attenuare il fenomeno dell’isola di calore, rivitalizzare le connessioni ecologiche. La convivenza tra un verde non addomesticato e ricco di vita non è in contraddizione con la presenza di altre strutture ed anzi è occasione per la definizione di linee-guida per la gestione naturalistica delle fasce di rispetto».