Da un approfondimento del Piano Casa Italia, oggetto del Convegno inaugurale, alla presentazione, insieme a Legambiente, del primo rapporto E Lab “L’innovazione nell’edilizia italiana”.
Dal primo Congresso europeo di Italia Casa “L’efficienza energetica degli stabili in Europa in previsione dell’obbiettivo 20-20-20”, al Forum “Retrofitting. La sfida dei professionisti”, passando per il Seminario “Innovazione, sostenibilità e paesaggio: le scelte architettoniche di due giovani progettisti iraniani”. E poi “Il Bim e la digitalizzazione delle costruzioni”; “I modelli urbanistici della Città sostenibile”; “La rottamazione del costruito”; “La riqualificazione urbana delle periferie”; “La messa in sicurezza del patrimonio abitativo”, temi nell’ambito de “La Fabbrica delle idee” evento organizzato da Federbeton.
Sono molti i dibattiti e le tavole rotonde organizzate nell’ambito di Saie 2016, che ha preso il via oggi a Bologna.
“Gli architetti italiani hanno già espresso il loro apprezzamento sulle finalità del Piano “Casa Italia” che per la prima volta punta ad una visione della città del futuro ipotizzando una strategia di ampio periodo con un nuovo modello di rigenerazione che ponga l’uomo al suo centro. Ci auguriamo che nella sua articolazione più dettagliata e nelle sue fasi di realizzazione queste finalità non siano disperse a causa dell’infernale macchina burocratica che, troppo spesso, paralizza il nostro Paese, soffocando iniziative in grado, come in questo caso, di proporre una visione di un futuro contesto urbano all'altezza delle sfide poste dalla globalizzazione”.
Lo ha dichiarato Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori intervenendo al Convegno inaugurale di Saie 2016.
“Il timore - dice ancora - è che si replichi lo scenario creatosi con il DL Terremoto: un testo sia pur positivo come risposta all’emergenza, ma nel quale vengono accentrati ruoli, funzioni, privilegi e sovrapposizioni spesso inutili, molti dei quali potrebbero, anzi dovrebbero, essere esternalizzati alle eccellenze presenti nella società civile, in particolare nell'ambito delle professioni intellettuali che risultano essere, al contrario, completamente ignorate dal testo.”
“Come architetti, poi - continua - non possiamo non esprimere tutta la nostra contrarietà laddove il DL prevede che la progettazione degli strumenti urbanistici attuativi venga affidata agli uffici speciali per la ricostruzione, anziché selezionare le migliori idee attraverso concorsi internazionali così come sta avvenendo in molti Paesi europei che hanno realizzato innovative esperienze di rigenerazione. Tutto ciò partendo dalla storia e dalla identità dei luoghi, tenendo conto delle problematiche e delle risorse dei territori ed attraverso il fondamentale coinvolgimento delle comunità locali”.
“Pensare e realizzare le città del futuro rappresenta una sfida fondamentale per lo sviluppo sostenibile del Paese: non ci rassegneremo mai ad accettare passivamente il ruolo egemone dell'elefantiaco e miope apparato burocratico che questa sfida sembra voler far fallire”.