Al via ieri 16 aprile a Milano la 62a edizione del Salone del Mobile con numeri che rendono appieno l’idea di quale sia l’impatto che la manifestazione ha sul capoluogo lombardo e sul Paese intero: oltre 1.950 espositori provenienti da 35 Paesi nel mondo, per una superficie occupata di quasi 175 mila metri quadrati, in rappresentanza di 185 brand. Tra questi molte conferme, ma anche nomi nuovi al debutto e altri ancora di ritorno, quasi a voler significare che è difficile restare lontani da questa vetrina. Lo spirito che anima la manifestazione è senza dubbio quello di produrre valore durevole per gli espositori, ma anche di creare esperienze di qualità e generare sinestesia e cortocircuiti culturali per tutti, siano essi professionisti e addetti ai lavori ma anche semplici visitatori amanti del design e in cerca di idee o ispirazione. Ecco dunque che Milano si trasforma per sei giorni, certamente diventa più caotica per via del traffico, ma anche più vitale, pulsante, accogliente, interculturale.
Design di elevata qualità
Traducendo le esigenze di categorie merceologiche di riferimento, questa edizione ha rimodulato i percorsi del Salone Internazionale del Bagno e di EuroCucina. La nuova urbanistica dei padiglioni è finalizzata a ottenere significativi benefici: risparmio d’energia (fisica e di pensiero) ai visitatori, maggior chiarezza dei percorsi, equilibrata visibilità e riconoscibilità per tutti gli espositori. Ma è anche volta a creare le condizioni migliori per dare forma a contenuti speciali, che possano ricalibrare e rallentare il ritmo serrato con cui si affronta una kermesse fieristica, grazie a spazi di approfondimento culturale e luoghi di riposo.
Focus sull’arredobagno
La 10ª edizione del Salone Internazionale del Bagno nei padiglioni 6 e 10 (185 espositori, di cui 27% esteri, su oltre 17.941,5) racconta di nuovi materiali e linguaggi estetici e progettuali, natura, sostenibilità e tanta voglia di benessere. Sempre più importante, l’aderenza ai principi dell’eco-design, dall’approvvigionamento delle materie prime alla produzione, dal prodotto finale alla sua curva fino al processo di smaltimento. Da anni, le aziende dell’arredobagno investono in ricerca e innovazione per ottenere prodotti a basso impatto ambientale. Questo le ha portate a una riflessione profonda sul water footprint, sul ciclo di produzione e sui materiali.
Di strada, il bagno, ne ha fatta: questa stanza, da necessaria, funzionale ed esteticamente essenziale, ha assunto vita propria, rivendicando confini, ruoli e valori se non altri, quantomeno confinanti. Con un graduale lavoro di destrutturazione e riprogettazione, questo spazio è stato ripensato, prima inserendo arredi che parlassero linguaggi coerenti con il resto dell’ambiente domestico e, poi, idealizzandone la funzione, trasformandolo in un’area benessere e rigenerativa.
Infine, sono caduti anche i confini fisici, considerati una volta invalicabili. Oggi le vasche da bagno escono da questa stanza mentre vi entrano arredi più prettamente “living” per riporre e separare.
Le novità al Salone Internazionale del Bagno riflettono questa evoluzione. Luogo della cura del sé, sempre più spesso piccola (ma non troppo) e (quasi) democratica spa casalinga, il bagno è il luogo in cui l’acqua e i suoi rituali ci riconnettono al nostro io più profondo. Oggi, a essere un valore discriminante è l’aderenza dei brand ai principi dell’eco-design e della sostenibilità, dal reperimento delle materie prime alla produzione, dal prodotto finale alla sua cura fino al processo di smaltimento. Da anni, le aziende dell’arredobagno investono in ricerca e innovazione per ottenere prodotti a basso impatto ambientale. Questo le ha portate a una riflessione profonda sulla water footprint, sul ciclo di produzione e sui materiali.
In un’era in cui la tecnologia e il digitale permeano ogni angolo delle nostre vite, l’industria dell’arredobagno oltre ad abbracciare soluzioni innovative per una produzione davvero responsabile e gettare uno sguardo positivo sul futuro, torna anche alle origini del design per riflettere su forma e funzione e innescare, fin dalla fase di ideazione, progetti sempre più sostenibili che comportino un consumo di acqua e di energia sempre più ridotto, senza togliere nulla all’autentica “wellness experience”.
Riflessione sull’impronta idrica della filiera
Etica, sostenibilità, tecnologia ma anche potere, fascino e fragilità dell’acqua: tante sono le suggestioni da cui nasce “Under the Surface”, l’installazione a cura di Salotto.NYC – Accurat, Design Group Italia ed Emiliano Ponzi per il Salone Internazionale del Bagno. “Under the Surface” prende la forma di un’isola sommersa e accende i riflettori sull’importanza cruciale delle risorse idriche globali e sulla loro conservazione, mira a indagare e riflettere sull’impronta idrica della filiera dell’arredobagno, incoraggiando strategie per l’uso responsabile ed
efficiente dell’acqua. I riflessi di luce all’esterno, che si muovono e cambiano incessantemente, rappresentano i dati sul consumo globale d’acqua mentre, attraverso l’uso innovativo di data-visualization dinamica, all’interno dell’isola vengono raccontati i progressi tecnologici e manifatturieri legati alla salvaguardia idrica nel campo dell’arredobagno.