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Sblocca cantieri, CNA: no al ritorno all’affidamento diretto per appalti sino a 40mila euro

La Confederazione boccia anche il ricorso alla procedura negoziata con invito ad almeno 3 operatori per importi da 40 a 200mila euro, e l’utilizzo della sola procedura aperta per importi da 200 mila al limite della soglia

martedì 7 maggio 2019 - Redazione Build News

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Ieri mattina una delegazione di CNA, composta dai colleghi Mario Pagani (responsabile DPT Relazioni Industriali), Marco Capozi (responsabile Ufficio Relazioni Istituzionali) e Mario Turco (responsabile nazionale CNA Costruzioni ) ha partecipato all’audizione in Senato per avanzare valutazioni e proposte in merito al cd Decreto Sblocca-cantieri.

Dal decreto sblocca-cantieri CNA si attendeva una maggiore attenzione alle piccole imprese costrette ad accedere poco e con grande difficoltà al mercato degli appalti pubblici. Nulla di tutto questo. Al Codice degli appalti sono state addirittura introdotte modifiche peggiorative rispetto a quelle inserite nell’ultima Legge di Bilancio. L’affidamento diretto viene ridotto da 150mila a 40mila euro. E la quota di subappalto incrementata dal 30% al 50%. Non è stato previsto niente per la suddivisione in lotti dei maxi-appalti e per valorizzare le imprese del territorio. Servono al più presto correttivi, strumenti e soluzioni che evitino alle piccole imprese l’estromissione definitiva dal mercato degli appalti pubblici.

Più nello specifico, CNA giudica negativamente:

- il ritorno all’affidamento diretto per appalti sino a 40mila euro;

- il ricorso alla procedura negoziata con invito ad almeno 3 operatori per importi da 40 a 200mila euro (precedentemente il tetto era fissato a 150mila euro);

- l’utilizzo della sola procedura aperta per importi da 200 mila al limite della soglia.

Su questi punti in particolare che rappresentano nei fatti l’ambito del sotto soglia, revisionato nel giro di due anni già ben quattro volte e la cui ultima versione (DL sblocca-cantieri ) è sicuramente la peggiore, la CNA ritiene che nell’immediato l’ipotesi di lavoro più efficace sia il ripristino delle disposizioni previgenti e contenute nella recente Legge di Bilancio e l’apertura, in tempi brevi, di un tavolo di confronto sul tema del sotto-soglia, che coinvolga stazioni appaltanti e rappresentanti del mondo della micro e della piccola impresa, finalizzato ad individuare strumenti idonei a favorire l’effettiva partecipazione delle micro e piccole imprese al mercato degli appalti pubblici.

A tal fine ed inoltre, per la CNA sono misure prioritarie e indifferibili la suddivisione in lotti degli appalti, senza la quale, di fatto, le piccole e micro imprese vengono escluse, nonché la valorizzazione delle imprese sul territorio. In questi anni, infatti, numerosi affidamenti sono avvenuti attraverso maxi gare con suddivisione in lotti di importo talmente elevato che di fatto le micro e piccole imprese sono state ab origine escluse dal mercato. L'entità dei lotti costituisce il maggiore disincentivo per le MPMI a partecipare alle singole gare.

Giudizio negativo sul Decreto la CNA lo ha espresso inoltre in merito alla esclusione di un operatore economico a fronte di una possibile violazione nel pagamento di imposte o contributi, ancorché non definitivamente accertata.

Con particolare riguardo al tema del subappalto, al netto della contrarietà di CNA sull’aumento del limite delle opere subappaltabili portato al 50% (la proposta CNA è ripristinare il limite del 30%), la CNA condivide i seguenti punti contenuti nel DL:

- l’eliminazione del divieto al subappalto per operatori che abbiano partecipato alla gara;

- l’abrogazione dell’obbligo di indicazione della terna di subappaltatori in sede di offerta;

- l’eliminazione, per il pagamento diretto, del riferimento alla natura del contratto;

- l’affidamento delle prestazioni ai soci non costituisce subappalto;

- l’esclusione di un operatore anche per fatti addebitabili al subappaltatore.

CNA in sede di audizione ha colto l’occasione per evidenziare una serie di azioni che semplificherebbero in maniera evidente l’accesso delle MPMI al mercato degli appalti e ridurrebbero gli oneri a carico delle stesse:

- riallineare la soglia di obbligatorietà di iscrizione SOA alla prima classifica, innalzando a 258.000 euro la soglia di lavori per i quali è necessario dimostrare i requisiti per la qualificazione;

- alleggerire gli obblighi di adozione di Sistemi di qualità aziendale, facendo scattare l’obbligo del possesso di certificazioni per l’ottenimento della qualificazione SOA solo a partire dalla V^ classifica;

- abrogare il comma 12, art. 84 del codice, poiché si ritengono pericolosi gli effetti delle disposizioni che prevedono la possibilità che le stazioni appaltanti più strutturate adottino un sistema di qualificazione alternativo, costituendo un proprio elenco di imprese di riferimento;

- eliminare l’obbligatorietà dell’inserimento dei CAM (criteri minimi ambientali) negli appalti pubblici, secondo le indicazioni europee che li definiscono facoltativi.

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