La CNA sottolinea le luci e le ombre presenti negli emendamenti che vorrebbero ridisegnare l’impatto del Decreto Sblocca-cantieri sul Codice degli appalti. “La proposta – rileva il comunicato della Confederazione – è apprezzabile quando amplia il ricorso all’affidamento diretto fino a 150mila euro e l’utilizzo della procedura negoziata fino a un milione di euro per i lavori, ma contiene anche insidie molto preoccupanti, a partire dalle disposizioni sulla liberalizzazione del subappalto”.
“L’eliminazione di ogni limite al subappalto – precisa la nota – rischia di premiare imprese prive di capacità organizzativa, che poi trasferiranno sulle imprese più piccole responsabilità e oneri di cui dovrebbe farsi carico l’impresa che si è aggiudicata l’appalto. Le piccole imprese, di fatto, vengono condannate alla subalternità per favorire poche grandi imprese, prive di effettiva capacità realizzativa autonoma. Non convince nemmeno l’estensione del perimetro di attività ai lavori pubblici della Consip, la piattaforma per la gestione degli acquisti pubblici. L’utilizzo delle piattaforme può essere utile e funzionale se lo scambio si riferisce a beni e servizi standard, ma non può rappresentare la soluzione se si entra in ambiti e attività più delicate”.
“Chiediamo l’avvio di un tavolo di confronto sulla riforma del Codice degli appalti – conclude il comunicato della CNA- che coinvolga stazioni appaltanti e rappresentanti del mondo dell’impresa per arrivare a un quadro condiviso utile a far ripartire il mercato dei lavori pubblici e a favorire l’accesso delle piccole imprese a questo mercato”.