Fisco

Sblocca-cantieri: introdotta una nuova causa di esclusione dagli appalti pubblici per le imprese

Per quelle non in regola con gli obblighi di pagamento di imposte e contributi, anche non definitivamente accertati. Associazione Italiana Dottori Commercialisti (AIDC): “Norma illegittima”

venerdì 26 aprile 2019 - Redazione Build News

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“L’attuale legislatore sta calpestando sempre più lo ‘Statuto dei Diritti del Contribuente’”. E’ l’allarme lanciato dal Presidente dell’Associazione Italiana Dottori Commercialisti (AIDC), Andrea Ferrari, commentando il DL 32/2019 “Sblocca Cantieri” che rappresenta l’ulteriore avanzata di un regime di polizia tributaria, del tutto estraneo al dettato costituzionale. La norma che introduce una causa di esclusione dagli appalti pubblici per le imprese non in regola con gli obblighi di pagamento di imposte e contributi, anche non definitivamente accertati, è semplicemente illegittima. “Avevamo già espresso forti perplessità sui decreti di fine anno – ha proseguito Ferrari - che avevano attribuito nuovi ed in parte ingiustificati poteri alla GdF, come il libero accesso alle informazioni e ai movimenti bancari ai fini delle valutazioni di impatto e della quantificazione e del monitoraggio dell’evasione fiscale, unitamente alla facoltà di procedere direttamente alla presentazione al Presidente della Commissione Tributaria Provinciale dell’istanza di accoglimento di misure cautelari amministrative”.

Il sistema tributario e legale prevede la distinzione tra pretese definitive e pretese in via di definizione. E’ del tutto evidente che non può essere considerato debitore un soggetto per il quale una data pretesa impositiva non sia stata ancora definitivamente accertata. Le stesse direttive europee nn. 23 e 24/2014, pur dettando specifiche regole a tutela della trasparenza negli affidamenti e della libera concorrenza, prevedono la possibilità di escludere gli operatori economici dagli appalti solo quando vi sia intervenuta una decisione giudiziaria ed amministrativa definitiva e vincolante ed a condizione che l’inadempimento sia di rilevante entità.

Il diritto tributario e prima ancora le norme costituzionali prevedono, infatti, specifici diritti e doveri non solo per i contribuenti, ma anche per l’amministrazione finanziaria, in tutte le sue articolazioni. “E’ inammissibile – evidenzia ancora il Presidente AIDC – che il cittadino sia per definizione dalla parte del torto e che i diritti e i poteri siano tutti nelle mani di organi verificatori ed accertatori. Nei Paesi in cui questo accade si addiviene innegabilmente ad una ‘dittatura tributaria’.

“Comprendiamo ed auspichiamo lo sforzo contro l’evasione fiscale, ma nessuna necessità di gettito può giustificare l’abbandono della civiltà giuridica”.

AIDC auspica, pertanto, che nell’iter di approvazione del DL 32/2019 sia rilevata la palese incostituzionalità della norma per lesione del diritto alla difesa, nella parte della disposizione che non consente di escludere dal novero delle irregolarità tributarie e previdenziali i debiti solo potenziali, oggetto di regolare impugnazione, sino a che non sia intervenuta una sentenza definitiva che acclari la fondatezza e legittimità della pretesa. Del pari, invita a riformulare la norma, affinché sia rispettato il criterio quantitativo di significatività del debito, richiamato dalle stesse direttive di cui ante.

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