Si è tenuta ieri la Conferenza Unificata alla presenza del Sottosegretario allo Sviluppo Economico Davide Crippa. Fra i temi all’ordine del giorno, il parere sullo schema di decreto del Ministero dello Sviluppo economico per l’incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili - decreto FER1.
La Conferenza delle Regioni, presieduta da Stefano Bonaccini, ha espresso parere negativo nei confronti del decreto FER 1 "che modifica il sistema di incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili inserendo, tra l'altro, maggiori ostacoli per l'accesso al sistema di sostegno pubblico per il mini-idroelettrico, ovvero per le centraline di piccole dimensioni".
Una nota del Mise rileva che “nonostante l’impegno di 250 milioni di euro all’anno per i prossimi 20 anni da parte del Governo per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ed il continuo confronto con gli stakeholder, la Conferenza Unificata ha espresso la propria contrarietà alle esigenze di tutela ambientale espresse dal MATTM e alla proposta del MiSE di inserire gli incentivi destinati alla geotermia più innovativa e a basso impatto ambientale nel decreto FER2, attualmente allo studio e di prossima pubblicazione”.
“Non comprendo i motivi per cui in Conferenza Unificata si continui a ragionare su singole posizioni e non sull’interesse comune”, ha commentato il Sottosegretario Crippa. “Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 c’è bisogno di un impegno comune e della disponibilità di chi gestisce i territori ad avviare un cambio di passo. Noi andremo avanti sicuri di poter ottenere i risultati che ci siamo prefissati ma assicurando sempre trasparenza ed il massimo coinvolgimento di tutti”.
La Conferenza delle Regioni ha espresso un sostegno unanime alle proposte del Trentino in merito al decreto che, nella versione attuale, penalizzerebbe il settore idroelettrico, ed in particolare il mini idroelettrico. A Roma il Trentino era presente con il vicepresidente, anche assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione, Mario Tonina, che ha partecipato alla Conferenza delle Regioni assieme al collega altoatesino, il vicepresidente Richard Theiner.
"Abbiamo condiviso la nostra posizione con la Provincia autonoma di Bolzano e la Regione Toscana - spiega Tonina - ma nonostante sia stata illustrata in modo puntuale e preciso non è stata accolta dal Ministero per lo sviluppo economico. La Conferenza delle Regioni, al contrario, ha compreso la nostra posizione. Pur non essendo vincolante, questo parere negativo nei confronti del decreto non potrà essere ignorato dal Governo".
Le richieste delle due Province autonome possono essere sintetizzate in 3 punti: mantenimento dell'accesso diretto ai sistemi di incentivi per il mini-idroelettrico fino a 250 kW di potenza nominale media annua; tariffa omnicomprensiva per gli impianti fino a 500 kW di potenza nominale anziché fino a 100 kW come previsto nella prima versione del decreto; aumento delle tariffe per le aste ed i registri. "Questi mini impianti in Trentino sono molto importanti – ha sottolineato Tonina - e per questo motivo ci siamo impegnati, a sostenerli, anche sul piano economico. Parliamo di energia pulita, che riteniamo debba avere un futuro".
In una lettera inviata ieri al ministro Luigi Di Maio l’assessore Tonina aveva riassunto le valutazioni del Trentino sullo schema di decreto ministeriale di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Nella lettera si ribadiva che “la produzione di energia idroelettrica in piccoli impianti diffusi ricopre un ruolo fondamentale, non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista sociale e in funzione di presidio dell’ambiente grazie al consolidato impegno per un uso responsabile e sostenibile della risorsa idrica locale”.
Al contrario, si sottolineava ancora nella lettera, “la proposta di decreto sembra indirizzata ad incentivare in modo massivo i grandi impianti fotovoltaici ed eolici, mentre prevede l’ammissione agli incentivi per i soli impianti idroelettrici posti su condotte esistenti e canali di scarico, senza modifica del punto di restituzione. In questa maniera si trascurano a priori gli impianti idroelettrici che utilizzano le acque dei torrenti, determinando in questo modo l’esclusione di impianti – sia nuovi che assoggettati al rinnovo – già autorizzati e concessi, per i quali è già stata pronunciata una positiva valutazione di impatto ambientale ed è stato svolto un lavoro di condivisione con la popolazione locale, anche a fronte della messa in campo di specifici piani di compensazione territoriale”.
La lettera si concludeva chiedendo “di rivedere in modo più congruo il sistema delle tariffe incentivate per l’energia idroelettrica (…) e di valutare il reinserimento, ove possibile, del meccanismo dell’accesso diretto al sistema degli incentivi per gli impianti con potenza limitata, al fine di ridurre l’onere burocratico connesso con le procedure autorizzative”.