L’articolo 3 del Decreto Fiscale (DL 124/2019), modificato dalla Camera dei deputati, per rafforzare gli strumenti per il contrasto delle indebite compensazioni di crediti effettuate tramite modello F24, consente di compensare per importi superiori a 5.000 euro annui solo a partire dal decimo giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione o dell’istanza da cui emerge il credito.
Inoltre, si estende l’obbligo di utilizzare modalità di pagamento telematiche a tutti i soggetti che intendono effettuare la compensazione, e si introduce una specifica disciplina sanzionatoria.
Nel corso dell’esame sono stati modificati gli importi e la natura delle sanzioni per mancata esecuzione di deleghe di pagamento: in luogo dell’importo fisso, previsto dal testo originario del decreto-legge (pari a 1.000 euro per ogni delega non eseguita), con le modifiche apportate dalla Camera si applica una sanzione parzialmente proporzionale: 5 per cento dell'importo fino a 5.000 euro e a 250 euro per importi superiori a 5.000 per ciascuna delega non eseguita.
“Il comma 3 dell'articolo 3 del Decreto fiscale in discussione (DL 124/2019), prevede che i contribuenti possano utilizzare i crediti maturati nel 2019 non più da gennaio dell'anno successivo, ma dal mese di maggio (ma in realtà, nei fatti, per via dei software di compilazione, non prima dell'estate)”, segnala il Direttore Generale di FINCO, Dott. Angelo Artale.
“Se è vero che tale differimento comporta vantaggi per l'Erario (nella Relazione tecnica si parla di una minore spesa per lo Stato di oltre un miliardo di euro con riferimento all'anno 2020), dall'altro è inaccettabile che ancora una volta le piccole imprese vengano caricate di oneri finanziari e debbano fungere, oltre che da sostituti di imposta, anche da finanziarie attraverso un prestito "forzoso" di liquidità”, evidenzia Artale.
“Il tema si presenta poi particolarmente oneroso per il settore dell'involucro edilizio (infissi, schermature solari etc.) già gravato dalla ritenuta d'acconto dell'8% sui bonifici effettuati in sede di interventi di riqualificazione energetica.
Onde evitare gravissimi danni - anche occupazionali - ad un settore industriale del Paese che funziona e che garantisce ritorni in loco, si ribadisce la richiesta di soppressione dell'art.3, comma 3, del Decreto Fiscale”, conclude il Direttore Generale di FINCO.