Resta lo sconto in fattura ma soltanto per le ristrutturazioni importanti sopra i 200 mila euro per le parti comuni degli edifici condominiali. Con un nuovo emendamento all’articolo 10 del Decreto Crescita approvato ieri in Commissione Bilancio del Senato, il meccanismo dello sconto in fattura subisce un’ulteriore rimodulazione rispetto all’emendamento soppressivo che aveva avuto il via libera proprio di recente (LEGGI TUTTO).
La norma, nella sua versione iniziale, consentiva al soggetto beneficiario delle detrazioni per l’efficientamento energetico e per la riduzione del rischio sismico, in luogo dell’utilizzo diretto delle stesse, di optare per un contributo di pari ammontare, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e a quest’ultimo rimborsato sotto forma di credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione in cinque quote annuali di pari importo.
Un meccanismo, dunque fortemente penalizzante per le piccole imprese e a forte rischio distorsivo della concorrenza, di cui ANAEPA-Confartigianato Edilizia da subito aveva evidenziato le criticità chiedendone la cancellazione.
Dopo l’approvazione di un primo emendamento che aveva abrogato la misura come richiesto da diverse Associazioni di settore, ora con il nuovo emendamento lo sconto in fattura riguarderà gli interventi di ristrutturazione importanti di primo livello, per le parti comuni degli edifici condominiali, di importo superiore a 200 mila euro. La disposizione entrerà in vigore dal 1° gennaio 2020.
Le ristrutturazioni importanti di primo livello, come si ricorderà, sono costituite da interventi che interessano l’involucro edilizio con un’incidenza superiore al 50% della superficie disperdente lorda e comportano il rifacimento dell’impianto termico per la climatizzazione invernale e/o estiva.
Nei mesi scorsi, contro lo sconto in fattura si era anche pronunciata, con due interventi, l’Autorità Antitrust, e pochi giorni fa la Commissione Industria del Senato ha approvato una risoluzione che impegna il Governo a individuare adeguati meccanismi di protezione per le piccole e medie imprese. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confartigianato, con l’applicazione dello sconto in fattura in 5 anni le piccole imprese del ‘sistema casa’ (costruzioni, installazione impianti, serramenti) registreranno riduzioni dal 37% al 58% del fatturato sul segmento interessato dalle detrazioni fiscali per riqualificazione energetica. (fonte: Anaepa Confartigianato)
CNA: DIETROFRONT INCOMPRENSIBILE. CNA si dice “fortemente contraria alla nuova misura anche se è applicabile ad un perimetro apparentemente circoscritto. E’ intollerabile il principio che un privato sia chiamato a farsi carico di anticipare un beneficio fiscale erogato dall’amministrazione pubblica”.
Secondo la CNA il voto in Senato “rappresenta una clamorosa retromarcia da parte del Governo e della maggioranza parlamentare che reintroducono uno strumento discriminatorio che penalizza le vere imprese dell’edilizia, dell’impiantistica e dei serramenti ed è un regalo ingiustificato ai grandi operatori. Come ha riconosciuto in più occasioni l’Autorità Antitrust altera la concorrenza danneggiando il mercato e quindi i consumatori. E’ evidente che è stata compiuta una scelta di campo per favorire i colossi dell’energia e le grandi multiutility, tutti soggetti che non svolgono direttamente i lavori di riqualificazione energetica, mettendo nelle loro mani un grande mercato rappresentato da oltre un milione di condomini”.
“Lo sconto in fattura”, conclude la CNA, “è uno schiaffo alle piccole imprese che non possono permettersi di rinviare l’incasso di fatture senza pregiudicare la sana gestione. Il Governo e le forze di maggioranza dovranno spiegare le ragioni di una inversione di rotta a 180 gradi dopo che avevano riconosciuto la fondatezza delle ragioni esposte dalla CNA per l’abrogazione di uno strumento iniquo”.
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