L’affidamento ad Asmel (Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali) di compiti gestionali delle selezioni del personale degli enti locali, si pone al di fuori del Codice dei Contratti e in violazione delle norme in materia di contrattualistica pubblica, oltre che dei principi comunitari di concorrenza, trasparenza e par condicio.
E’ quanto ha deliberato Anac, con la delibera n. 289 del 20 giugno 2023, accertando che tale affidamento si configura come appalto di servizi da parte dei Comuni aderenti a favore dell’associazione non riconosciuta dal Codice civile, con sede operativa a Napoli.
In particolare l’Autorità Nazionale Anticorruzione evidenzia che il meccanismo dell’Accordo, firmato da alcuni comuni tra cui quello di Carignano o di Pianezze nel vicentino, “si presta a potenziali ed indeterminate future violazioni del Codice degli appalti, nonché dei principi comunitari”.
Le indagini della Guardia di Finanza
Anac è giunta a tale decisione dopo un’approfondita istruttoria e un’ispezione della Guardia di Finanza.
Alle procedure di selezione hanno partecipato 60.559 candidati, che hanno versato all’associazione Asmel quale tassa di concorso, 625.574 euro. A tale somma andranno poi ad aggiungersi gli importi da versare da parte di ciascun ente per ciascuna unità di personale assunta.
“Dalla procedura per la formazione degli elenchi di idonei oggetto di istruttoria – scrive Anac – Asmel ha tratto, e trarrà ancora, un’opportunità di guadagno con indebiti vantaggi concorrenziali rispetto agli operatori economici che operano nel mercato della gestione dei concorsi pubblici. Non è chiaro se gli enti aderenti abbiano effettuato un calcolo del valore complessivo dei servizi correlati all’espletamento delle procedure concorsuali, né una valutazione in termini di costi/benefici”.