E' stato recentemente pubblicato un Position Paper delle Regioni e delle Province Autonome in merito alla proposta di Strategia Energetica Nazionale (SEN) 2017 e sul Clean Energy Package Ue. Pur esprimendo un giudizio complessivo positivo, apprezzandone alcuni obiettivi, le Regioni si sono espresse su una serie di punti-chiave, proponendo alcune modifiche e misure aggiuntive.
FER Elettriche (FER-E)
Sul fronte delle FER elettriche le Regioni ritengono che per ridare slancio all’installazione di nuovi impianti occorra riconquistare la fiducia dei potenziali investitori evitando però le distorsioni del recente passato con i conseguenti pesanti oneri sulle tariffe finali all'utenza, emissioni inquinanti e degradazione ambientale.
Puntare sull'autoconsumo
Per quanto riguarda la fonte solare, l’obiettivo di incremento della quota di energia rinnovabile dovrà essere raggiunto perseguendo, prioritariamente la generazione distribuita dedicata all’autoconsumo ed assistita da accumulo distribuito e, solo successivamente, la generazione di taglia medio-grande.
Il fabbisogno elettrico territoriale dei piccoli comuni (~ 40-50 GWh/anno), potrebbe essere soddisfatto attraverso una bilanciata combinazione di impianti eolici e fotovoltaici esistenti e di nuovi impianti a biomassa e/o solari a concentrazione in assetto cogenerativo o anche trigenerativo, atteso il significativo fabbisogno di climatizzazione anche estiva degli edifici pubblici e di quelli della grande distribuzione. La potenza complessiva, per gran parte dei comuni, si può individuare nell’ordine dei 20-25 MW da grandi impianti eolici e fotovoltaici presenti e, per la restante parte, attraverso coperture fotovoltaiche di edifici privati e pubblici e strutture d’arredamento pubblico (1 o 2 MW) e impianti minieolici dall’inserimento paesaggistico mirato (400 – 600 kW in aree, banchine e collegamenti portuali o litorali, o soluzioni di allineamento in aree industriali). A tali impianti, anche ai fini di stabilizzazione della rete, andrebbero abbinati impianti programmabili come, ad esempio, turbine a fluido organico alimentate a biomassa e impianti solari a concentrazione o termodinamici. In quest’ultimo caso si dovranno incentivare i sistemi di piccola taglia specie se abbinati a cicli a biomassa in assetto cogenerativo a servizio di piccole industrie, ospedali ovvero impianti quali piscine.
Piccoli impianti per la green economy locale
In sintesi, le Regioni chiedono che i nuovi impianti per la produzione di energia si innestino sul territorio in modo da creare sinergie positive con le peculiarità economiche locali, in modo da divenire un elemento propulsore della green economy. Con questa prospettiva, le Regioni chiedono di inserire esplicitamente nella SEN la previsione di misure di supporto per il Virtual Power Plant, con l'accoppiamento generazione FER/accumuli.
Possibili soluzioni ai problemi di bilanciamento delle reti potrebbero essere rappresentati da tecnologie quali power to heat, power to gas o all’idrogeno. Conseguentemente, si propone di prevedere un sostegno specifico ai sistemi di accumulo anche per gli impianti già installati al fine di asservirli al miglioramento dell’efficienza della rete elettrica che al momento, per il fenomeno diffuso dell’inversione di flusso, provoca perdite di energia da fonte rinnovabile.
Si ritiene fondamentale mantenere il divieto di accesso ad ogni forma di incentivo per i grandi impianti solari collocati a terra in zone agricole ancorché ritenute allo stato improduttive e si chiede di orientare la loro installazione verso le zone brownfield compromesse, le infrastrutture viarie e gli edifici.
Pertanto, le Regioni chiedono che nella SEN siano esplicitati:
- il riconoscimento e la promozione delle nuove figure dell’Autoconsumatore di
energia da fonti rinnovabili e delle Comunità produttrici/consumatrici di energia
rinnovabile introdotte nella proposta di direttiva sulle fonti rinnovabili;
- le strategie di supporto ai piccoli impianti e ai relativi sistemi di accumulo per l’autoconsumo (SDC ed energy communities), assicurando una corretta correlazione
tra fabbisogno e dimensionamento;
- l’obiettivo di contenimento del consumo di suolo, privilegiando le localizzazioni relative alle aree dismesse, alle coperture dei grandi edifici;
- l’attuazione della semplificazione dei procedimenti autorizzativi relativi agli interventi di revamping e di repowering mediante una norma che assicuri la salvaguardia del paesaggio e della salute pubblica d’Intesa con le Regioni.
Eolico: puntare sulrevamping/repowering
Entrando nel dettaglio delle singole fonti, le Regioni sottolineano come sul fronte dell'eolico, per quanto riguarda gli impianti esistenti, è fondamentale puntare sul revamping/repowering, escludendo dalla VIA le modifiche che non comportano un aumento della superficie occupata.
Bioenergie
Per quanto riguarda la biomassa solida, le Regioni concordano con la decisione di sostenere nuovi impianti alimentati da bioenergie da scarti, residui agricoli o urbani, prodotti di secondo raccolto e sottoprodotti ma chiedono di valutare anche quelle provenienti da filiere forestali di cui sia garantita la sostenibilità in particolari condizioni. A tale riguardo, si ritiene fondamentale un intervento normativo sul Codice dell’Ambiente con il fine di ampliare la tipologia delle biomasse combustibili ed estendere la lista dei materiali esclusi dalla qualifica di rifiuto. Tuttavia, visti i bassi rendimenti elettrici, gli elevati costi di approvvigionamento e le criticità connesse alle emissioni di inquinanti in atmosfera, l’autorizzazione dovrebbe essere consentita solo per gli impianti in assetto cogenerativo, con effettivo utilizzo del calore di recupero ad uso di processi produttivi o per riscaldamento/teleriscaldamento di utenze termiche al contorno. Tali requisiti dovrebbero essere previsti anche per l’eventuale rinnovo degli incentivi agli impianti esistenti.
Obbligo di certificazione del produttore
Per l’incentivazione dei nuovi impianti di piccola taglia, si chiede di prevedere l’obbligo della certificazione del produttore sul rispetto dei requisiti di rendimento energetico e l’uso esclusivo delle biomasse sopra indicate.
Le Regioni ritengono che un rilancio delle ragioni che attribuiscono condizioni di preferenzialità all’approvvigionamento in “filiera corta” siano giustificabili e difendibili anche sulla base delle disposizioni della Direttiva Servizi che, all’art. 40, consente di applicare la deroga alla concorrenza per motivi legati alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica.