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SEN 2017: serve una metodologia per valutare la rilevanza strategica degli impianti a rinnovabili

La posizione delle Regioni e delle Province Autonome: è necessario dotarsi di strumenti normativi che consentano agli impianti 'a rilevanza strategica elevata' di superare una certa vincolistica frammentaria

martedì 1 agosto 2017 - Erika Seghetti

SEN2017

E' stato recentemente pubblicato un Position Paper delle Regioni e delle Province Autonome in merito alla proposta di Strategia Energetica Nazionale (SEN) 2017 e sul Clean Energy Package Ue. Nel documento le Regioni esprimono un giudizio positivo per l’inglobamento di due importanti obiettivi nella SEN:

gli obiettivi proposti dalla Commissione Europea al 2030 su emissioni (-40%), efficienza(-30%) e quota FER su consumi finali lordi (27%);

la proposta di estensione dell’Effort Sharing Decision al 2030 che ha fissato nuovi
target obbligatori di riduzione delle emissioni da settori non-ETS per gli Stati membri (per l’Italia : -33% rispetto al 2005).

Scenario Base: disposizioni per limitare il consumo di suolo

Tenendo conto della riconosciuta difficoltà di raggiungere la percentuale di riduzione dei consumi prevista per i settori non ETS e della conseguente necessità di sostenere politiche dispendiose, le Regioni chiedono di prevedere disposizioni che limitino il consumo di suolo e la dispersione urbanistica, dal momento che l’espansione dei confini urbani comporta l’estensione dei servizi a rete, con conseguente
aumento dei consumi energetici necessari per il loro corretto funzionamento, e induce all’incremento degli spostamenti su gomma con mezzi individuali.

Rinnovabili: serve una metodologia per valutare la rilevanza strategica degli impianti a rinnovabili

Sul fronte delle rinnovabili in generale, secondo le Regioni, dovrebbe definirsi d’intesa con il MATTM e il MiBACT una metodologia di valutazione dei progetti degli impianti eolici, idroelettrici e geotermoelettrici (tipologie di impianto in cui si evidenziano consistenti economie di scala) capace di riconoscere, sulla scorta di un’analisi costi-benefici, una valenza strategica agli impianti di maggiore capacità produttiva, anche prevedendo percorsi semplificati nelle procedure valutative, pur nel rispetto delle prescrizioni scaturenti dall’iter procedimentale. Al contrario, potrebbero essere rivalutati i progetti di scarso rilievo energetico e che, in ragione della loro numerosità, producono maggiori impatti al territorio e all’ambiente.

La necessità di dotarsi a livello nazionale di strumenti di carattere normativo che consentano agli impianti “a rilevanza strategica elevata” la possibilità di superare certa vincolistica frammentaria, discende anche dalla necessità di compensare in qualche misura il mancato o ridotto contributo di altre fonti all’obiettivo finale. Esemplare, a tal proposito, il caso delle biomasse, la cui obiettiva contrazione delle potenzialità di sfruttamento, per motivi legati alle emissioni di inquinanti in atmosfera, soprattutto nelle regioni del bacino padano, necessita della definizione di opportuni strumenti di compensazione del mancato o ridotto contributo.

Incentivare la produzione di biometano

Si ritiene importante riservare attenzione al tema della produzione di biometano prevedendo l’opportunità di realizzare i siti produttivi in corrispondenza della rete di distribuzione esistente e preferibilmente alimentati da deiezioni animali, frazione umida della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (FORSU), nonché da sottoprodotti e scarti di produzione agricola e dalla depurazione di fanghi.

Le Regioni chiedono di inserire nella SEN una specifica considerazione al fine di rendere concreta la potenzialità da biometano, affrontando concretamente il tema della filiera ed approvando in tempi rapidi la normativa a supporto, anche per l’immissione nella rete di distribuzione del gas, al fine di valorizzarne anche gli impeghi a fii termici.

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