È prevista nei prossimi mesi la sperimentazione di innovativi sensori (sostenuta da molti partner, primo fra tutti Anas sul Viadotto Italia) per il monitoraggio di ponti, gallerie, dighe ed edifici di varia tipologia.
Si tratta di innovativi sensori, già in fase di industrializzazione, di costo molto basso ed elevata affidabilità nel tempo dello strumento di misura, che permetteranno monitoraggi su larga scala.
PROGETTO REALIZZATO DAL POLITECNICO DI TORINO IN PARTENARIATO CON STMICROELECTRONICS E FINANZIATO DAL MIUR. L'iniziativa rientra in un progetto biennale finanziato dal Ministero dell'Istruzione con circa 10 milioni di euro, e sviluppato dal gruppo di ricerca del prof. Giuseppe Mancini - ordinario di Tecnica delle Costruzioni del Politecnico di Torino - in partenariato con STMicroelectronics, presentato oggi nella sede del Senato della Repubblica, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e del Presidente Anas, ing. Gianni Armani.
Per mantenere in efficienza e sicurezza le strutture un metodo efficace è il monitoraggio, finora però limitato a impieghi particolari e di notevole rilevanza, per via del costo elevato e della incertezza sulla conservazione nel tempo degli stessi strumenti di misura.
MICROSENSORI. I microsensori, progettati da STMicroelectronics per acquisire dati e informazioni secondo i modelli matematici sviluppati dal Politecnico di Torino, permetteranno di valutare più parametri in contemporanea e in tempo reale. Di piccole dimensioni e facili da installare, i microsensori potranno essere integrati nelle strutture di nuova realizzazione o applicati facilmente in quelle già esistenti. Alimentati con fonte energetica esterna o autonoma (pannelli solari) opereranno in modalità wireless, con acquisizione diretta dell’informazione o tramite droni, nei casi di difficile accessibilità alle strutture. Il controllo continuo e multiparametrico delle strutture consentirà di programmare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria tempestivi e puntuali. Si potrà dunque passare dall’attuale approccio “reactive” in cui l’intervento avviene solo dopo che si verifica il danno, a un metodo “proactive”, che consentirà interventi preventivi e conservativi con notevoli risvolti sulla sicurezza ed economia e dunque sulla sostenibilità del processo di mantenimento in esercizio del patrimonio infrastrutturale esistente.
I sensori – spiega Giuseppe Mancini, ordinario di Tecnica delle Costruzione al Politecnico di Torino - sono stati progettati e testati per rilevare vibrazioni, deformazioni e tensioni delle strutture, questi dati valutati in sinergia consentiranno di definire con precisione lo stato di salute delle strutture e gli eventuali interventi da programmare. Il costo contenuto dei singoli sensori consentirà di monitorare in modo pervasivo le strutture.
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