Per la prima volta un’Associazione di produttori di serramenti e infissi stringe un’intesa vincolante per i propri associati con un’Associazione di consumatori.
Adiconsum e Anfit hanno firmato, in occasione della Assemblea straordinaria dell’Associazione convocata a Bologna, un accordo quadro per proteggere meglio i consumatori nei loro diritti e con essi i produttori che si sottopongono volontariamente alle procedure e ai controlli associativi.
L’intesa nasce dall’esigenza di promuovere una sempre migliore qualità nel settore dei serramenti, valorizzando i comportamenti che hanno come obiettivo la salvaguardia dei consumatori. I vantaggi per i consumatori italiani: rapporti più chiari con i serramentisti, maggiore consapevolezza dei propri diritti e maggior tutela in caso di problemi.
Ai serramentisti l’accordo apporterà una campagna informativa sulla valorizzazione del prodotto made in Italy, azioni di supporto fatte di avvisi comuni presso le Autorità di Vigilanza, l’istituzione di un Ente paritetico e l’implementazione di una White List, lista di produttori certificati e trasparenti. Tutto ciò verrà completato da un Codice di Condotta e dal Protocollo di conciliazione extragiudiziale.
ENTE PARITETICO. Di particolare rilievo è l’Ente paritetico che ha scopo contrastare l’illegalità e in particolare le pratiche commerciali scorrette presenti nel settore dei serramenti, favorire il riconoscimento e la localizzazione dei serramenti prodotti in Italia e valorizzare la produzione nazionale attraverso una corretta informazione, a partire dalla corretta applicazione della legislazione nazionale ed europea soprattutto nell’ambito della sicurezza dei prodotti installati.
PROTOCOLLO DI CONCILIAZIONE. Non meno importante è il Protocollo di conciliazione che, grazie a una Commissione paritetica, servirà a gestire eventuali controversie facendosi garante verso il consumatore e il serramentista di una soluzione “equa” che tenga conto dei bisogni di entrambi.
POLIZZA ASSICURATIVA. Un altro accordo, sempre a tutela dei consumatori, consiste nella duplice polizza assicurativa RC Prodotto e Rimpiazzo studiata assieme alla Reale Mutua che tutela da “danni a persone e cose” e garantisce la sostituzione del serramento rivelatosi difettoso. La polizza posta in capo ad Anfit protegge attualmente il cliente finale per tre anni, anche al di là delle sorti del produttore dei serramenti.
PRODOTTI LOW COST DALL'EUROPA DELL'EST. L’Assemblea straordinaria di Bologna è stata l'occasione per discutere il tema del futuro della manifattura in Italia, prendendo a esempio il caso del settore serramenti oggi sotto attacco selvaggio da prodotti low cost in buona parte provenienti dall’Europa dell’Est. Che il tema sia caldo lo dimostra il fatto che in merito sono state presentate ben tre interpellanze parlamentari negli ultimi mesi. Al dibattito hanno preso parte i parlamentari Gianni Girotto del Movimento 5 Stelle, Guido Guidesi di Lega Nord, Filippo Piccone di NCD, il direttore generale di Finco Angelo Artale, il vicepresidente di UNI Sergio Fabio Brivio e Maria Anna Segreto di Enea.
LE LACUNE ITALIANE. Sono emerse subito evidenti le gravi lacune del nostro ordinamento giuridico-fiscale. Manca, ad esempio, l’Autorità di vigilanza prevista obbligatoriamente dal Regolamento Prodotti da Costruzione. L’attuale regolamentazione sull’IVA sui prodotti esteri, regolata da un decreto ‘provvisorio’ del 1993, svantaggia i produttori nazionali e favorisce gli acquisti all’estero. Le detrazioni fiscali del 65% per le opere di risparmio energetico, così come concepite oggi, si traducono in una preoccupante fuga di denaro pubblico verso l’estero a scapito della produzione nazionale. Soldi che se ne vanno senza alcuna certezza per il consumatore e la collettività che le opere eseguite siano conformi alla legislazione e alle normative in vigore, vista la totale assenza di controlli tecnici e la richiesta di una reale qualificazione dei produttori e degli installatori, obbligatoria, ad esempio, nel sistema francese RGE. Enea potrebbe essere l’ente deputato per esercitare questi controlli ma le disposizioni attuali e la mancanza di fondi glielo impediscono. Su questi punti politici, esponenti delle Istituzioni e Anfit invocano a gran voce un sistema simile al francese RGE che protegge consumatori, collettività e Stato dalle incursioni sull’ecobonus.