Gravi irregolarità nell’Accordo Quadro per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria riguardanti la progettazione di nuove strade provinciali e comunali della Sicilia, e il riammodernamento di alcune esistenti. E’ quanto ha accertato l’Autorità Nazionale Anticorruzione, al termine di un’istruttoria - Atto del Presidente del 27 luglio 2022 - che ha portato la Regione Sicilia ad annullare la gara in autotutela. Gara avvenuta senza confronto competitivo, su un lotto di lavori del valore di 7.255.000 euro, concernenti opere da progettare per complessivi cento milioni.
ISTRUTTORIA NATA DA UNA SEGNALAZIONE OICE. L’inchiesta di Anac è partita su esposto del Presidente dell’Oice, Associazione delle organizzazioni di ingegneria e di consulenza tecnica. L’Autorità ha accertato che l’Accordo Quadro stabilito dalla Regione Sicilia con alcuni operatori economici, presentava rilievi di incompletezza e assenza degli atti progettuali posti a base di gara, insufficienti a identificare le opere da progettare. Nell’Accordo, infatti, si parlava genericamente di reti viarie comunali e provinciali ricadenti nel territorio delle Città Metropolitane e dei Liberi consorzi comunali della Sicilia, senza alcuna localizzazione, né indicazione dei progetti, o della loro entità.
Inoltre Anac ha evidenziato la mancanza dei presupposti per invocare la disciplina derogatoria, impropriamente pretesa dalla Regione. Dalle verifiche effettuate, è emerso poi che le modalità procedurali scelte potevano “pregiudicare la fattibilità, e certamente la qualità delle prestazioni”.
LE CRITICITÀ ED I RILIEVI DELL'AUTORITÀ. Nella Nota del Presidente dell’Autorità inviata a Palermo viene sottolineato che l’utilizzo della clausola di “estrema urgenza per emergenza sanitaria da Covid” invocato dalla Stazione appaltante, non è applicabile fuori dal contesto della pandemia. L’utilizzo indebito del regime derogatorio compromette infatti i principi di libera concorrenza, trasparenza e pubblicità. Inoltre Anac fa presente che l’Accordo Quadro deve contenere già tutti gli approfondimenti tecnici e amministrativi per l’appalto, in quanto costituisce la base per lo sviluppo di tutti i livelli di progettazione successiva. Nel caso della Regione Sicilia, invece, non si è tenuto conto della reale consistenza ed entità delle prestazioni da svolgere, non garantendo pertanto congruenza tra corrispettivi e prestazioni, e la corretta remunerazione delle attività proposte. In sostanza, si è stabilito un costo di gara, senza indicare per fare che cosa, ma parlando genericamente di progettazione di strade. La progettazione di opere non identificate, e identificabili, non può essere considerata uno standard, dato che ogni asse viario presenta caratteristiche tecniche differenti, da sviluppare con separata progettazione.
Nell’Accordo della Regione Sicilia sono state accomunate strade provinciali e comunali, strade di montagna e strade di pianura, strade di piccoli comuni e strade di città metropolitane, in un calderone che non consentiva agli operatori economici di formulare un’offerta seria e attendibile, con la conseguente violazione – sottolinea Anac – dei principi di libera concorrenza e par condicio.
Successivamente alle comunicazioni di Anac, la Regione Sicilia ha deciso l’annullamento della gara.
L’intervento dell’Autorità prima dell’insediamento della commissione ha evitato l’insorgere di profili di carenza che avrebbero compromesso il regolare svolgimento delle procedure di gara. “Con l’immediato annullamento – precisa Anac - è stata evitata la protrazione delle irregolarità sia nella fase di gara – con l’acquisizione di offerte non attendibili – sia nella fase di esecuzione dell’accordo quadro, con possibili contenziosi forieri di danno erariale”.