Ancora segnali positivi dal mercato dei servizi di ingegneria e architettura che continua il suo trend positivo anche nel secondo bimestre 2018. In base infatti ai dati elaborati dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, nei mesi di marzo ed aprile 2018 i bandi di gara per servizi “puri” di ingegneria (escludendo i concorsi e gli accordi quadro) hanno superato complessivamente i 74 milioni di euro per importo a base d’asta, circa il 50% in più di quanto rilevato nello stesso bimestre del 2017 e valore in assoluto più elevato del periodo marzo-aprile negli ultimi 7 anni.
Considerando anche gli accordi quadro, i concorsi e le gare con esecuzione, l’importo complessivo posto a base d’asta per i servizi di ingegneria (escludendo gli importi per l’esecuzione) arriva a superare gli 85 milioni di euro.
Di questi 85 milioni di euro, quasi l’87% è destinato alle gare per servizi “puri”, mentre i 6 accordi quadro messi a gara nel bimestre in esame offrono poco meno del 6% dell’importo totale. Ormai minimo si rileva invece il valore delle gare con esecuzione dopo la limitazione dell’appalto integrato, ammesso solo per alcune tipologie di gare: in tali gare gli importi destinati ai soli servizi di ingegneria (esclusi quelli di esecuzione) non arriva ai 6 milioni di euro, pari al 6,7% del totale.
BANDI PER SERVIZI DI INGEGNERIA “PURI”. Tornando ai soli bandi per servizi di ingegneria “puri” (escludendo dunque quelli con esecuzione, gli accordi quadro e i concorsi), l’importo complessivo posto a base d’asta nei primi quattro mesi dell’anno arriva a sfiorare i 150milioni di euro, circa il 37% in più rispetto allo stesso periodo del 2017 che, a sua volta, già aveva evidenziato ampi margini di crescita rispetto all’anno precedente. Un ulteriore segnale positivo che conferma la progressiva crescita del mercato negli ultimi anni.
Va tuttavia evidenziato che in quasi la metà dei bandi (45,4%) si tratta di gare con importo a base d’asta inferiore ai 40mila euro, a cui si aggiunge un ulteriore 23,3% in cui l’importo a base d’asta è compreso tra i 40mila e i 100 mila euro. Solo nel 16,6% delle gare, invece, l’importo a base d’asta supera i 221mila di euro.
IMPORTO MEDIO DI AGGIUDICAZIONE. Sul versante delle gare assegnate nello stesso periodo, cala, rispetto al bimestre precedente, l’importo medio di aggiudicazione che passa dagli oltre 146mila euro rilevati nei primi due mesi dell’anno ai 118mila del periodo marzo-aprile. Particolarmente significativa la flessione rilevata nelle gare aggiudicate dai professionisti che hanno visto praticamente dimezzarsi l’importo medio: 32mila euro circa contro i quasi 61 mila dei primi due mesi dell’anno.
BIMESTRE NON PARTICOLARMENTE FAVOREVOLE AI LIBERI PROFESSIONISTI. Che non sia stato un bimestre particolarmente favorevole ai liberi professionisti si evince non solo dalla fetta di mercato a loro affidata (appena il 15% degli importi), ma anche dalla quantità di gare che sono riusciti ad aggiudicarsi: meno della metà, laddove nei primi due mesi del 2018 erano quasi il 60%.
Il quadro cambia sensibilmente in base alle “dimensioni” della gara: se infatti nelle gare con importo a base d’asta inferiore ai 40mila euro i liberi professionisti riescono ad aggiudicarsi oltre i due terzi delle gare e il 62,4% degli importi, nel caso di gare con importi superiori ai 100mila euro, la corrispondente quota si riduce al 13,1% delle aggiudicazioni e ad appena il 2,3% degli importi.
RIBASSI DI AGGIUDICAZIONE. Una piccola novità emerge dall’analisi dei ribassi di aggiudicazione, dal momento che il ribasso medio scende sotto il 33% contro il 35,7% del 2017 e il 37,5% del 2016, ma per poter stabilire se si tratta di un episodio o di un trend ben delineato è bene aspettare i prossimi mesi.
PARAMETRI. Continua infine a risultare sempre consistente e superiore al 40% (43,1% nel secondo bimestre) la quota di bandi per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura in cui non è indicato il criterio utilizzato per il calcolo del corrispettivo posto a base d’asta nonostante il correttivo al codice degli appalti pubblici abbia stabilito, all’art.14, che le stazioni appaltanti sono obbligate ad applicare il decreto “Parametri” (D.M. 17 giugno 2016) per la determinazione di tali corrispettivi. Va tuttavia sottolineato che nessun bando è da rendere nullo a causa dell’utilizzo di criteri di calcolo diversi da quelli previsti nel D.M.17/06/2016 (o nel precedente D.M.143/2013).
Qualche piccolo segnale positivo si rileva invece per ciò che concerne il rispetto della norma che obbliga, “per motivi di trasparenza e correttezza”, di “riportare nella documentazione di gara il procedimento adottato per il calcolo dei compensi posti a base di gara, inteso come elenco dettagliato delle prestazioni e dei relativi corrispettivi” (linee guida n.1 dell’ANAC - Cap. III par.2.2.), poiché la quota di bandi che allega correttamente lo schema di calcolo risulta pari al 28,9% contro il 22,4% del primo bimestre. Ma anche in questo caso è bene attendere i prossimi mesi per capire se si tratta di una vera tendenza positiva o solo di un exploit isolato.